Repubblica Democratica del Congo falcidiata da guerra, Ebola e fame

La popolazione è allo stremo nella Repubblica Democratica del Congo. Dove si continua a combattere. L'Ebola continua a mietere vittime. E la gente scappa attraversando i confini con l'Uganda, andando così a ingrossare campi profughi già sovraffollati oltremodo

La Repubblica Democratica del Congo continua a non trovare pace. Le regioni del Nordest del Paese sono investite da tragedie che sembrano essersi unite per creare un sodalizio di morte. Nelle province del Nord Kivu l’epidemia di Ebola non smette di mietere vittime. I contagi oggi sono oltre 2.000, il tasso di mortalità è del 67% e a rendere sempre più complesso l’intervento degli operatori umanitari sono i continui scontri tra i ribelli e le forze regolari.

Guerriglieri in azione contro le forze di Kinshasa

Solo nel del Nord Kivu si annoverano più di 50 formazioni di insorti che si contendono il controllo dei giacimenti del sottosuolo e vessano la popolazione con questa guerra strisciante, assaltando villaggi, compiendo razzie, stuprando le donne e arruolando i bambini nelle proprie fila.

Negli ultimi mesi, i due gruppi guerriglieri che hanno commesso incursioni e attacchi su larga scala contro i civili e le forze di Kinshasa sono formazioni di stampo islamista. In primis, ci sono gli Adf (Allied Democratic Forces), gruppo di matrice jihadista, nato in Uganda, legato ad Al Shabaab e quindi all’internazionalismo della rete di Al Qaeda.

Ad aprile c’è stato invece il primo attacco rivendicato dallo Stato Islamico, che attraverso un video messaggio ha anche proclamato la nascita della Provincia dello Stato Islamico in Africa Centrale. E già a maggio l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite parlava di oltre 100.000 rifugiati nella regione del Nord Kivu a causa degli attacchi di queste milizie e dei Mai Mai.

Campi profughi sono nati spontaneamente nei dintorni delle città di Beni, Butembo e Lubero, dove è in corso l’epidemia di Ebola. E ora non è solo la regione del Nord Kivu ad essere infiammata dalla violenza, ma anche la confinante regione dell’Ituri, dove sono ripresi gli scontri etnici tra i gruppi Hema e Lendu.

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MONUSCO Photos (via Wikipedia)

La situazione attuale nella Repubblica del Congo: scontri etnici, Ebola, popolazione allo stremo

Gli scontri etnici tra i gruppi Hema e Lendu, simili per certi aspetti a quelli tra Tutsi e Hutu, essendo i primi agricoltori e i secondi pastori, risalgono alla fine degli anni ’90 e, a più riprese, hanno poi investito la regione fino al 2015.

Ora nelle province dell’Ituri sono di nuovo esplose violenze etniche che da giugno a oggi hanno causato più di cento morti e 300 mila rifugiati. Sfollati accampati in tendopoli spontanee, una crisi alimentare che sta falcidiando la popolazione e un’epidemia di Ebola inarrestabile: è questa la tragedia che si sta consumando nel nord della Repubblica Democratica del Congo.

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A lanciare l’allarme nelle ultime ore è stato il Programma alimentare mondiale (Pam). Il portavoce dell’organizzazione, Hervé Verhoosel, durante una conferenza a Ginevra martedì 2 luglio ha detto, parlando della crisi definita la seconda più grave dopo quella io Yemen:

«13 milioni di congolesi vivono nell’insicurezza alimentare e 5 milioni sono bambini. Delle recenti valutazioni dimostrano che la fame si sta aggravando nella provincia dell’Ituri, in particolare nelle zone colpite dal conflitto tra gli Hema e i Lendu. E parallelamente a questo si è registrato anche l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e l’impossibilità di avere accesso a una dieta alimentare varia anche a causa dei danni alle colture dovuti agli insetti».

E poi, sempre in merito alla situazione in Ituri, Verhoosel ha aggiunto: «Questa crudeltà insensata arriva proprio durante il periodo del raccolto e i nuovi sfollati hanno dovuto abbandonare tutto per fuggire dalle loro case con pochissimo o nulla».

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Rifugiata congolese in Uguanda – Foto: ©EU/ECHO/Martin Karimi (via Flickr)

A parlare di una situazione disperata è stata anche l’ong Medici Senza Frontiere che, attraverso un comunicato ha dichiarato la necessità di un intervento urgente dal momento che «molteplici crisi umanitarie si stanno fondendo in una sola tragedia nella regione dell’Ituri». Nello specifico, l’organizzazione internazionale ha fatto riferimento al conflitto etnico, alle epidemie di Ebola e morbillo e all’esodo degli sfollati.

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Foto: Julien Harneis (via Flickr)

Repubblica Democratica del Congo: migliaia attraversano i confini verso l’Uganda

Per quel che riguarda i profughi che stanno fuggendo dalla regione dell’ Ituri e riparano nella confinante Uganda si è espresso l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. Da giugno ad oggi sono circa 7.500 i congolesi che a bordo di imbarcazioni e piroghe hanno attraversato il Lago Alberto e sono approdati sulle coste del Paese dei Grandi Laghi. E le testimonianze sono shoccanti. Gente fuggita senza nulla, persone che hanno venduto tutto per permettersi un posto sulle barche che traghettano gli sfollati.

E intanto, nei centri ugandesi, si registrano casi di sovraffollamento, le strutture d’accoglienza iniziano ad essere al collasso e per questo l’Unhcr ha chiesto un aiuto internazionale dichiarando a fine giugno di aver ricevuto 150 milioni di dollari, pari al 17% dei 927 milioni di dollari necessari per affrontare l’emergenza profughi in Uganda.

La cartina: i confini della Repubblica Democratica del Congo (capitale Kinshasa)

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