Somalia, bambini verso la maggiore età a 15 anni

Il 30 marzo il Parlamento ha votato alcune modifiche alla Costituzione. Un emendamento, il cui voto è stato rinviato, fissa a 15 anni l'età della maturità. L'allarme di Human Rights Watch su matrimoni e gravidanze precoci, già molto diffusi nel Paese

Diventare maggiorenni a 15 anni. È quanto potrebbe accadere in Somalia se un emendamento alla Costituzione venisse approvato.

Il voto era previsto per il 30 marzo in una seduta congiunta delle due camere del parlamento in cui sono state approvate altre modifiche alla Costituzione provvisoria adottata nel 2012, ma è stato rinviato.

La proposta di abbassare la maggiore età a 15 anni è stata contestata da Human Rights Watch che, il giorno prima del voto, ha invitato il parlamento a resistere ai tentativi di indebolire la protezione per i bambini, in particolare per le ragazze.

Essere bambini in Somalia: l’emendamento sulla maggiore età

La Costituzione provvisoria della Somalia (qui il PDF) è stata adottata nel 2012, ma il processo di revisione, che avrebbe dovuto concludersi nel 2016 con il referendum popolare di approvazione, è durato più di dieci anni e gli emendamenti sono stati proposti solo a febbraio 2024 dalla Commissione indipendente per la revisione e l’attuazione costituzionale (Icric).

Oggi la Costituzione afferma all’articolo 29 che con il termine “bambino” ci si riferisce a una persona minore di 18 anni e all’articolo 28 stabilisce che il matrimonio non è valido se entrambe le parti non hanno raggiunto l’età della maturità.

Tra gli emendamenti proposti (la maggior parte dei quali approvati il 30 marzo) c’è anche quello sulla maggiore età: la modifica intende distinguere tra maturità che si raggiunge a 15 anni e piena responsabilità legale che si ottiene a 18.

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Foto: © UNICEF Ethiopia /2017/Tadesse (via Flickr)

Diritti dei bambini: rischiano soprattutto le ragazze

Da qui la preoccupazione di Human Rights Watch sul possibile aumento di matrimoni forzati e precoci (e, di conseguenza, gravidanze), già molto diffusi nel Paese, con effetti negativi sulla salute delle ragazze/bambine, sul loro accesso all’istruzione e sulla protezione da altre forme di abuso.

In Somalia quasi la metà delle donne tra i 20-24 anni si è sposata prima di compierne 18 (ma se dovesse passare l’emendamento sarebbe legale perché l’età della maturità a cui si riferisce la Costituzione sarebbe 15 anni), mentre il 27% nella stessa fascia di età ha partorito quando era minorenne (dati Unicef).

Secondo Girls not bride (Ragazze non spose), un network internazionale che riunisce 1.400 organizzazioni che lottano contro i matrimoni precoci, i numeri sono anche più alti: il 17%  delle ragazze somale si sposa prima dei 15 anni e il 36% prima dei 18.

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Foto: ©UNICEF Ethiopia/2017/Michael Tsegaye (via Flickr)

Somalia record per vittime di mutilazioni genitali femminili

Gli emendamenti proposti riguardano i primi 4 capitoli della Costituzione, che contengono, oltre agli articoli sull’età della maturità, anche quelli sulla criminalizzazione delle mutilazioni genitali femminili (Mgf).

Il testo attuale è ambiguo rispetto alle mutilazioni: l’articolo 15 stabilisce che la circoncisione femminile è una pratica crudele e degradante, equivalente alla tortura, ed è vietata.

Il fatto che la Costituzione somala usi il termine circoncisione senza darne una definizione precisa può portare a interpretazioni diverse dalla definizione di Mgf dell’Organizzazione mondiale della sanità (che ne prevede 4 tipi) e consentire che altri tipi di mutilazioni vengano comunque praticati perché non compresi nella definizione di circoncisione (vedi la guida al linguaggio per parlare di mutilazioni genitali femminili).

La Somalia è il Paese con la percentuale più alta (il 99%) di donne tra i 15 e i 49 anni che hanno subito mutilazioni genitali (dati Unicef): un dato che non è cambiato negli ultimi 30 anni.

Secondo Human Rights Watch, la riforma costituzionale dovrebbe mettere al bando tutte le forme di mutilazioni genitali femminili, così come il governo somalo si era impegnato a fare nel 2021.

Standard internazionali sulla giustizia minorile in pericolo

Le regole per l’amministrazione della giustizia minorile adottate dall’Onu nel 1985 (conosciute come Regole di Pechino) stabiliscono che l’età della responsabilità criminale per i minori non dovrebbe essere bassa e che debba essere valutata la maturità emotiva, mentale e intellettuale.

Secondo Human Rights Watch gli emendamenti proposti, al contrario di quanto previsto dalle Regole di Pechino, considerano lo sviluppo fisico come fattore determinante per la maturità di una persona.

E anche se la distinzione tra maturità e responsabilità suggerisce che chi ha meno di 18 anni sia comunque protetto dagli standard della giustizia minorile, i rischi di abusi ci sono.

«In pratica, questa nuova età della maturità rischia di rafforzare le ambiguità esistenti nella legge somala che potrebbero accentuare le vulnerabilità dei minori. I bambini in Somalia da tempo sono soggetti ad arresti, detenzioni e pene detentive al pari degli adulti, compresi casi capitali», ha detto Human Rights Watch.

In un report del 2018 la ong aveva denunciato che durante il primo mandato del presidente Hassan Sheikh Mohamud le autorità e i tribunali militari somali avevano violato le leggi internazionali, trattando dei ragazzi sospettati di essere affiliati con il gruppo islamico Al-Shabaab come adulti.

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Foto: ©UNICEF Ethiopia/2017/Michael Tsegaye (via Flickr)

Somalia e bambini: la Convenzione sui diritti dell’infanzia

Human Rights Watch ha sottolineato anche il fatto che la modifica proposta alla maggiore età sarebbe adottata in violazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia delle Nazioni Unite.

Approvata nel 1989, la Convenzione è stata ratificata da 194 Stati. L’Italia lo ha fatto nel 1991, la Somalia è stato l’ultimo Paese a sottoscriverla nel 2015.

L’articolo 1 della Convenzione stabilisce che per “bambino” si intende un essere umano minore di 18 anni, a meno che in base alla legge applicabile la maggiore età non sia ottenuta prima.

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