Scoperte 17 fosse comuni in Congo

Il ritrovamento nella Repubblica Democratica, dove sono state uccise oltre 100 persone

Diciassette fosse comuni sono state scoperte nella Repubblica democratica del Congo. Lo ha comunicato ieri  l’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite (Ohchr), aggiungendo che il ritrovamento è stato fatto tra il 5 e il 7 di aprile da un team composto da membri dell’organizzazione Onu e ufficiali di polizia nella provicia del Kasai Centrale, dove ci sono stati scontri tra forze di sicurezza e la milizia locale Kamuina Nsapu.

«La scoperta di altre fossi comuni e i resoconti di continue violazioni e abusi evidenziano il ritorno dell’orrore che sta interessando il Kasai da nove mesi», ha dichiarato l’alto commissario per i Diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein sottolinendo l’importanza di monitorare la situazione da vicino. Per l’ufficiale Onu, i fatti sono di una tale gravità che «se non dovesse svolgersi un’indagine approfondita a livello nazionale non esiterò a sollecitare la comunità internazionale affinché supporti un’indagine da parte di un’istituzione internazionale, compresa la Corte penale internazionale».

Delle 17 fosse comuni ritrovate a inizio aprile, 15 si trovano in un cimitero della città di Tshimbulu, mentre altre due nella località di Tshienke.

Stando alle informazioni raccolte dagli investigatori Onu, i soldati delle Forze armate della Repubblica Democratica del Congo (Fardc) avrebbero scavato le fosse dopo scontri con presunti elementi della milizia Kamuina Nsapu tra il 26 e il 28 marzo. Durante questa battaglia sarebbero state uccise dai soldati almeno 74 persone, tra cui 30 bambini.

La milizia Kamuina Nsapu, fedele a un capo locale ucciso nell’agosto dello scorso anno, è stata accusata di diversi crimini e abusi dei diritti umani, compresi omicidi e sequestri di persona, reclutamento di bambini e attacchi a scuole, ospedali e chiese.

A questo punto, secondo l’Alto commissario «è di importanza vitale che il governo prenda passi significativi, che finora sono mancati, per assicurare un’indagine pronta, trasparente e indipendente che stabilisca fatti e circostanze delle presunte violazioni di diritti umani e abusi perpetrati da tutte le parti in causa».

I FATTI DI KANANGA

Il team delle Nazioni Unite ha vistato anche Kananga, un città nel Kasai Centrale, dove tra il 28 e il 30 marzo scorso i soldati delle Fardc avrebbero ucciso almeno 40 persone, tra cui 11 bambini e 12 donne in località Nganza. Nella stessa occasione, ci sarebbero stati almeno anche 21 feriti.

Oltre a questo, gli ufficiali dell’Onu hanno fatto sapere che ci sono accuse di stupri ai danni di almeno due donne e tre ragazze da parte dei soldati nel corso di questa stessa operazione.

Infine, gli investigatori delle Nazioni Unite hanno denunciato di essere stati informati dell’assassinio di altre tre persone, compreso un ragazzo di 17 anni e un neonato di un mese di vita.

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