Indigeni peruviani sotto attacco: le multinazionali puntano alle risorse naturali

Corsa allo sfruttamento delle risorse naturali in Perù, con la complicità della politica e degli organi di giustizia che attaccano i diritti delle popolazioni indigene sanciti dai trattati internazionali. Il tutto a favore delle grandi imprese private multinazionali

L’ultima denuncia arriva dall’ ong Survival Internacional, che lancia l’allarme su come la compagnia petrolifera anglo-francese Perenco stia facendo pressioni sul governo del Perù per porre fine alla proposta di riserva per i popoli indigeni non contattati nella parte settentrionale dell’Amazzonia peruviana. Il colosso europeo si oppone alla demarcazione territoriale in favore dei popoli indigeni non contattati di Napo -Tigre per continuare le proprie esplorazioni petrolifere nella regione.

«La compagnia petrolifera, guidata dal pilota da corsa François Perrodo, uno dei più grandi patrimoni della Francia, ha una lunga storia di denunce per gravi danni all’ambiente e alle popolazioni locali in Africa e America Latina, oltre che per la sua forte opacità», scrive l’organizzazione.

Leggi anche:
Perù, disastro ambientale firmato dalla compagnia petrolifera Repsol 
Processo Condor: condannati all’ergastolo 14 ex militari sudamericani
Perù, le proteste arrivano a Lima e la repressione fa altre decine di vittime

indigeni peruviani
La sede centrale di Survival International a Londra – Foto: Howard Lake (via Flickr)

Indigeni peruviani alle prese col gigante petrolifero Perenco

In Perù, la Perenco da anni si oppone alla creazione della riserva Napo-Tigre per i popoli non contattati e la querela contro il ministero della Cultura a giugno scorso, per rivedere la valutazione favorevole che lo stesso organo ha fatto per la richiesta della creazione della riserva indigena, è sola l’ultima azione in questo senso.

Non si tratterebbe, stando a quanto denunciato dagli attivisti, di un episodio isolato, visto che la compagnia, insieme al governo regionale di Loreto e ad altri attori del settore degli idrocarburi, sta promuovendo una campagna pubblica a 360º per avere campo libero nello sfruttamento dell’Amazzonia.

Il 25 aprile, infatti, è stato presentato un comunicato congiunto nel quale si chiedeva al governo di Pedro Castillo di abrogare la legge nazionale per la protezione delle popolazioni indigene in isolamento (conosciuta in Perù come legge Piaci numero 28736).

I firmatari del documento – tra i quali spiccava il governatore del dipartimento amazzonico di Loreto, Elisbán Ochoa Sosa – si oppongono all’intangibilità delle riserve indigene e sostengono che le ong stiano promuovendo un’internazionalizzazione dell’Amazzonia peruviana a discapito dello sviluppo regionale, impedendo lo sfruttamento forestale, agroforestale e l’estrazione di idrocarburi.

Al comunicato ha fatto seguito la risposta perentoria del ministero della Cultura del Perù, che ha esortato il governatore di Loreto a proteggere i popoli indigeni non contattati: come detto, però, è poi arrivata, in appoggio a Ochoa Sosa, la querela della Perenco contro il ministero della Cultura.

Ascolta “”La Perenco smetta di attaccare i popoli indigeni incontattati”” su Spreaker.

La compagnia anglo-francese nell’Amazzonia peruviana

Dal canto suo, la compagnia petrolifera, attraverso il suo sito web fa sapere che, da quando ha assunto il suo impegno in Perù, si è attivata per operare nel pieno rispetto della Legge sullo sviluppo sociale e ambientale firmata con le comunità locali.

Sempre sul sito, possiamo leggere che la Perenco, insieme alla Compagnia Nazionale del Vietnam, Pvep, ha una partecipazione del 50% nel blocco 67 del bacino del Marañón, che si trova nel nord-est della regione di Loreto: un progetto emblematico per il Paese che è stato dichiarato di importanza nazionale nell’aprile 2009.

La compagnia petrolifera anglo-francese è però interessata ad ampliare le sue attività nell’Amazzonia peruviana e con il fine di promuovere nuove esplorazioni si sta opponendo fermamente alla creazione della riserva indigena Napo-Tigre. Survival ha dichiarato di aver scritto al presidente della Perenco per un confronto, senza però aver ottenuto alcuna risposta.

Leggi anche:
America Latina: notizie e approfondimenti di Osservatorio Diritti
La Dichiarazione universale dei diritti umani dal 1948 ai nostri giorni

indigeni perù
François Perrodo (al centro), presidente della Perenco, nella sfilata dei piloti di Le Mans – Foto: David Merrett (via Flickr)

Indigeni peruviani, quando il pericolo viene da una sentenza

Quello che sta succedendo con la Perenco non è un caso isolato. La sentenza numero 03066-2019-PA/TC, del 28 febbraio 2022 della Sala 2 del Tribunale Costitucional (Tc) del Perù, infatti, aveva già aperto uno scenario preoccupante per i popoli indigeni nel paese sudamericano.

Con questa sentenza il tribunale aveva stabilito che: il diritto alla consultazione preventiva non è previsto dalla Costituzione; il diritto alla consultazione preventiva non è un diritto fondamentale; il diritto alla consultazione non ha carattere costituzionale; il diritto alla consultazione preventiva non può essere tutelato mediante una tutela giurisdizionale.

Si trattava di una flagrante violazione del diritto alla consultazione preventiva (prevista nella Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro), che aveva aperto la strada ad altre aziende private, nazionali e internazionali rispetto alla possibilità di operare in territori indigeni.

Un attacco a tutto tondo, insomma, che da un lato mira a togliere il diritto delle comunità indigene alla consultazione libera, previa e informata sui progetti che si realizzeranno su loro territorio, e che dall’altro vuole far abrogare la legge che protegge i popoli indigeni in isolamento o non contattati.

Perù, popoli indigeni a rischio

Nel caso della Perenco, il punto di svolta potrebbe essere stato, il 25 luglio scorso, il riconoscimento da parte della Commissione multisettoriale incaricata dallo Stato di creare la Riserva dell’esistenza di popolazioni indigene non contattate nella zona, uno spartiacque fondamentale per avanzare nel processo.

Ora resta da vedere se la denuncia della Perenco, che pretende l’annullamento dell’intero processo di creazione della riserva indigena, sarà accolta tra le maglie giuridiche che, come visto, sono permeabili ai grandi interessi privati.

L’Organizzazione regionale dei popoli indigeni dell’oriente (Orpio), l’Associazione interetnica per lo sviluppo della giungla peruviana (Aidesep) e Survival International hanno espresso estrema preoccupazione per questi attacchi, facendo sapere che rimarranno vigili e denunciando che la Perenco contravviene e ignora i diritti umani dei nostri fratelli e sorelle (riferendosi alle comunità indigene) non contattati.

Rispetto ai popoli indigeni non contattati, Survival ricorda che «rifiutano ogni tipo di contatto con estranei. Non sono relitti arretrati o primitivi di un passato remoto, ma sono nostri contemporanei e rappresentano una parte essenziale della diversità umana. Laddove i loro diritti sono rispettati, questi popoli continuano a prosperare».

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.