Processo Condor: condannati all’ergastolo 14 ex militari sudamericani
Una sentenza storica della Cassazione conferma l'esistenza del "Piano Condor" e riconosce le responsabilità dei quattordici imputati nell'omicidio di tanti "desaparecidos" italiani. L'inchiesta ha indagato a fondo sull'Operazione Condor, un accordo tra le dittature sudamericane per annientare gli oppositori
La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo a 14 persone legate alle dittature del Cono Sud, un’area geografica dell’America Latina, per omicidio volontario pluriaggravato nei confronti di una dozzina di cittadini italiani, negli anni Settanta e Ottanta, nell’ambito del cosiddettao “Piano Condor“.
La sentenza del Processo Condor è stata emessa venerdì 9 luglio a conclusione di un’udienza-fiume, iniziata alle 10 del giorno prima.
Processo Condor, chi è Jorge Nestor Troccoli
La condanna è definitiva e uno di loro, l’ex tenente uruguaiano Jorge Nestor Troccoli, è stato già arrestato. Troccoli dovrà rimanere in isolamento diurno per i primi 2 anni di carcere.
L’ex tenente apparteneva al servizio di intelligence della Marina uruguayana (Fusna) e, approfittando della sua cittadinanza italiana, era fuggito dal suo Paese nel 2007 per evitare di essere processato e da allora vive a Battipaglia, in provincia di Salerno.
La polizia italiana lo ha arrestato la mattina de 10 luglio, mentre lasciava l’ospedale di Battipaglia. L’uruguaiano, che ora ha 72 anni, aveva intenzione di consegnarsi, ma prima voleva sottoporsi a degli accertamenti che avrebbero dimostrato la sua presunta fragilità di salute.
Per gli altri 13 sarà chiesta l’estradizione o si richiederà di far scontare loro la pena nel Paese di origine.
Leggi anche:
• Operazione Condor: ergastolo a 24 ex capi di Stato e agenti sudamericani
• Piano Condor: italiana denuncia Uruguay a Commissione interamericana
I nomi dei condannati nel processo Condor
Ad essere stati condannati all’ergastolo nel processo relativo al Piano Condor sono: l’uruguaiano Nestor Troccoli, Juan Carlos Blanco, José Ricardo Arab Fernández, Juan Carlos Larcebeau, Pedro Antonio Mato Narbondo, Ricardo José Medina Blanco, Ernesto Avelino Ramas Pereira, José Sande Lima, Jorge Alberto Silveira, Ernesto Soca, Gilberto Vázquez Bissio e Cileni Pedro Octavio Espinoza Bravo, Daniel Aguirre Mora, Carlos Luco Astroz.
Rafael Ahumada Valderrama, Orlando Moreno Vásquez e Manuel Vásquez Chauan, tre dei cileni condannati in appello, non hanno impugnato la precedente sentenza, ragion per cui la loro condanna era già definitiva.
Leggi anche:
• Operazione Condor: nuove accuse a vertici Brasile per omicidio italo-argentino
• Condor minaccia ricercatrice italiana
Cos’è l’Operazione Condor
La sentenza del processo Condor è storica perché conferma l’esistenza del Piano Condor, oltre a condannare all’ergastolo chi finora hanno vissuto impunemente nel proprio paese.
Il Piano Condor era una rete collaborativa per l’annientamento degli oppositori politici messa in pratica dalle agenzie di informazione in Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, Cile, Bolivia e Perù negli anni Settanta e Ottanta.
Iscriviti alla newsletter di Osservatorio Diritti
Processo Condor a Roma: condannato chi ha «sequestrato, torturato e ucciso decine di persone»
Si sbaglia però chi crede che sia stato un processo alla storia. Jorge Ithurburu, presidente dell’associazione 24 marzo, ha detto:
«Non si processava la Storia. Era un processo penale dove sono stati processati dei criminali che hanno sequestrato, torturato e ucciso decine di persone. Questa sentenza penale va eseguita e la detenzione di Troccoli dimostra che lo Stato italiano ne darà seguito. Troccoli ancora non ci ha detto dove sono i cadaveri delle sue vittime, è ancora in tempo».
Storia del processo italiano per l’Operazione Condor: dalle indagini del 1999 al tribunale di Roma nel 2015
La storia di questo processo risale al 1998, quando il giudice spagnolo Baltazar Garzon emise il mandato di cattura di Augusto Pinochet per la morte e la tortura di alcuni spagnoli durante la dittatura cilena. Ciò ha nutrito la speranza di alcuni familiari di italiani morti o scomparsi sotto questi regimi.
Il 9 luglio 1999 il pm Giancarlo Capaldo aprì un’inchiesta durata circa 15 anni. Sono stati emessi 146 mandati di arresto contro quei militari e torturatori del Cono Sud, ma solo 37 sono diventati imputati, inclusi 4 brasiliani che sono stati processati in un processo separato.
Il processo è iniziato nel 2015 a Roma. Nella sentenza di primo grado, emessa il 17 gennaio 2017, solo 8 degli imputati erano stati condannati e 19 assolti. In appello, avvenuto l’8 luglio 2019, la sentenza è stata ribaltata e tutti sono stati condannati all’ergastolo. Poiché alcuni imputati sono morti nel corso del processo, il numero dei condannati è stato ridotto a 24.
Leggi anche:
• Fascismo, ripartiamo dalla Costituzione
• “Il fascismo eterno” nell’ultimo libro di Umberto Eco
Il filone brasiliano del Processo Condor
La denuncia contro i brasiliani è stata presentata a fine 2015 e solo all’inizio del 2016 è stata accolta e si è avviato il processo.
Il loro caso è un filone del processo principale ed è iniziato più tardi perché nel momento in cui il pubblico ministero era riuscito a raccogliere la documentazione necessaria a sporgere la denuncia contro i brasiliani, l’altro processo era già a buon punto.
Inizialmente gli imputati erano quattro, ma solo Átila Rohrsetzer, che secondo il pubblico ministero italiano prestava servizio nella direzione della Divisione centrale d’informazione a Rio Grande do Sul, in Brasile, è ancora vivo.
Átila è accusato di aver partecipato della scomparsa e morte del cittadino italo-argentino Lorenzo Vinas, nella città brasiliana di Uruguaiana, il 26 giugno 1980.
La sentenza del caso brasiliano è prevista per il 26 ottobre.
E’ importante rendere pubbliche le condanne di questi criminali e portare a conoscenza dell’opinione pubblica dell’esistenza di un Piano Condor, un patto criminale tra diverse dittature dell’America Latina sotto il controllo degli Stati Uniti. Con questi processi si rende giustizia alle vittime , almeno ad alcune tra le migliaia e si manda un monito affinché tali progetti criminali non si ripetano. Grazie al Osservatorio Diritti.