Cuba: proteste del 2021 silenziate arrestando gli artisti del dissenso

Finiscono in prigione gli artisti che nel 2021 hanno avuto il coraggio di partecipare alle proteste a Cuba. Per Amnesty International sono "prigionieri di coscienza"

Il tribunale municipale centrale del popolo dell’Avana, a Cuba, ha condannato gli artisti Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel Castillo Pérez rispettivamente a 5 e 9 anni di carcere per diversi reati, tra cui profanazione della bandiera, offesa e insubordinazione verso l’autorità. Amnesty International li considera prigionieri di coscienza

Luis Manuel e Maykel, sono però solo i volti più noti di una repressione che ha colpito centinaia di artisti, attivisti e persone comuni che hanno partecipato l’11 luglio 2021 alle proteste di massa che hanno  portato alla ribalta internazionale un dissenso che il Partito comunista cubano ha cercato per decenni di nascondere e reprimere in silenzio.

Dal 16 al 24 di giugno sono state infatti rese note le sentenze per le altre 381 persone messe sotto processo per la loro partecipazione alle proteste di 12 mesi fa. L’ufficio del procuratore generale cubano ha reso note che 297 di queste sono state condannate a pene detentive comprese tra 5 e 25 anni, mentre per le altre 84 (tra cui i giovani tra i 16 ei 18 anni) sono state previste pene alternative o lavori penitenziari.

La richiesta di dimissioni del presidente cubano Miguel Díaz-Canel, alla base delle proteste scoppiate l’11 luglio 2021 sull’isola, è stata interpretata dai tribunali cubani come un atto di sedizione e sabotaggio con episodi di rapina e violenza,  attacchi alle autorità, disprezzo dei simboli patri e disordine pubblico.

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L’Avana, Cuba – Foto: © Diego Battistessa

Proteste a Cuba: protagonisti a processo

Il caso del processo simbolo a Luis Manuel e Maykel è esemplare del sistema di mancanza di tutele con le quali gli imputati hanno dovuto affrontare la mano dura del governo cubano. Amnesty International ha denunciato che i processi sono stati realizzati a porte chiuse e con un forte controllo poliziesco: controllo che si è esteso anche alle case dei compagni di lotta di Otero Alcantara e Castillo Pérez, per evitare che potessero protestare di fronte al tribunale di Marianao a La Avana.

I due artisti fanno parte del Movimento San Isidro che da anni si oppone alla politica della repressione e del pensiero unico che vige a Cuba, utilizzando l’arte e manifestazioni pacifiche. Entrambi i condannati avevano anche partecipato al video della canzone “Patria e Vida” (Patria e Vita), un inno d’accusa e denuncia verso l’attuale perversione della rivoluzione cubana.  Ne avevamo parlato su Osservatorio Diritti fin dal dicembre 2020 (si veda l’articolo “Diritti umani a Cuba: braccio di ferro tra governo e artisti sul diritto al dissenso“), quando appunto sono cominciate a diventare visibili le proteste del collettivo di artisti che ha preso poi il nome di Movimento San Isidro.

Le condanne alle quali sono stati sottoposti Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel Castillo Pérez (oltre a  Félix Roque Delgado, Juslid Justiz Lazo e Reina Sierra Duvergel) si basano su delitti incompatibili con il diritto internazionale, secondo la direttrice per le Americhe di Amnesty International, Erika Guevara Rosas.

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L’Avana, Cuba – Foto: © Diego Battistessa

 

Situazione politica oggi a Cuba: il commento di Amnesty

E proprio Guevara Rosas ha commentato con parole dure la condanna degli attivisti, criticando così il governo di Miguel Diaz-Canel:

«Il processo contro Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel ‘Osorbo’ Castillo è un vergognoso esempio della crisi dei diritti umani causata dalla politica repressiva del governo cubano per decenni. Da Amnesty condanniamo la criminalizzazione di questi prigionieri di coscienza, che sono detenuti solo per esercitare i loro diritti». E ancora: «Chiediamo il rilascio immediato e incondizionato di Luis Manuel Otero, Maykel ‘Osorbo’ Castillo e di tutte le persone incarcerate per aver esercitato i loro diritti alla libertà di espressione e aver difeso i diritti a Cuba».

Sulla pagina Facebook del Movimento San Isidro si leggono le reazioni di protesta per le condanne, ma anche il programma delle nuove azioni previste per commemorare un anno da quelle proteste che hanno scosso l’isola e il mondo. Sul sito web del collettivo infatti è possibile trovare un racconto video e fotografico dei fatti dell’11 luglio 2021, un racconto dal titolo eloquente: el día que perdimos el miedo (il giorno che abbiamo perso la paura).

Anche sulla piattaforma Archipiélago, il gruppo che promosse la mobilitazione del 15 di novembre (stroncata subito dal governo cubano) e che nacque dopo le storiche proteste dell’11 luglio scorso, si continua ad informare sulla stato di repressione e di stretta sorveglianza alle quale vengono sottoposti tutti coloro che hanno una voce critica verso l’esecutivo.

Gli oppositori cubani sono «prigionieri di coscienza»

Amnesty International, come detto, considera Luis Manuel Otero Alcántara e Maykel Castillo Pérez  come “prigionieri di coscienza“. Un concetto spiegato così: «È considerato prigioniero di coscienza qualsiasi persona incarcerata o sottoposta ad altre restrizioni fisiche per motivi di coscienza politica, religiosa o di altro genere, nonché per la sua origine etnica, sesso, colore, lingua, origine nazionale o sociale, origine economica, nascita, orientamento sessuale o altre circostanze, a condizione che tale persona non abbia fatto ricorso alla violenza o ne abbia sostenuto l’uso».

Il governo cubano e i tribunali che ne eseguono i dictat considerano però violente le azioni realizzate o promosse dai due, collocando il loro operato dentro un contesto molto più ampio di destabilizzazione sociale e politica finanziata dagli Stati Uniti, che continuano, d’altro canto, a mantenere in piedi dagli anni da più di 60 anni un embargo totale verso l’isola caraibica.

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