Sri Lanka: la crisi economica mette in ginocchio il Paese

La dichiarazione di default, l'inflazione che continua a salire, i beni essenziali che scarseggiano: la crisi economica colpisce duro nello Sri Lanka

da Chiang Mai (Thailandia)

Lo Sri Lanka è in ginocchio. Il Paese sta attraversando la peggior crisi economica degli ultimi decenni. La mancanza cronica di valuta estera ha portato a un’inflazione dilagante e alla carenza di importazioni, tra cui carburante, cibo, medicine e altri beni di prima necessità.

Ad aprile la Banca centrale dello Sri Lanka aveva dichiarato default e annunciato la sospensione del pagamento di parte del proprio debito ai creditori internazionali: un debito pari a 50 miliardi di dollari, più della metà del Pil, costituito soprattutto da titoli di Stato, con Cina e Giappone come principali creditori.

I suoi 22 milioni di abitanti sono allo stremo delle forze per il rincaro dei prezzi, conseguenza diretta della costante diminuzione dei prodotti disponibili sul mercato. La popolazione da mesi è costretta a lunghe code per acquistare quei pochi beni essenziali ancora in vendita, che sono aumentati del 30% nel solo mese di marzo. Nel Paese non c’è quasi più benzina e in alcune zone la corrente elettrica viene interrotta per più di dieci ore al giorno.

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L’appello dell’Unicef per i bambini dello Sri Lanka

«L’attuale crisi sta mettendo a dura prova le famiglie», ha dichiarato Christian Skoog, rappresentante dell’Unicef in Sri Lanka. «I bambini vanno a letto stressati e a stomaco vuoto. Molti non stanno frequentando regolarmente la scuola e gli ospedali stanno velocemente finendo le medicine, anche per i bambini e le donne in stato di gravidanza. Se non agiamo adesso, i ragazzi e le ragazze più vulnerabili pagheranno il prezzo più alto per una crisi che non hanno causato».

Quello che sta accadendo nel Paese «ha un impatto sproporzionato sui bambini e le bambine più vulnerabili, che si stanno già confrontando con una combinazione tossica di povertà, Covid-19 e ripetute calamità legate al clima», ha aggiunto Skoog.

L’organizzazione, che ha recentemente lanciato un appello di assistenza umanitaria alla comunità internazionale, «sta fortemente invitando i donatori a supportare i bambini dello Sri Lanka». «Insieme – si legge nel comunicato dell’Unicef – possiamo assicurare che i costanti progressi compiuti nel Paese a favore dei bambini nel corso di molti anni non vengano annullati in modo permanente».

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Sri Lanka: la crisi economica chiude le scuole a Colombo

Le autorità dello Sri Lanka hanno annunciato per questa settimana la chiusura delle scuole statali e private riconosciute dal governo in tutta Colombo e nelle regioni circostanti.

La decisione è arrivata a seguito di un peggioramento della carenza di carburante a livello nazionale, che costringe le famiglie a mettersi in coda anche per due giorni interi per riuscire a fare rifornimento alle loro auto. Le code per il rifornimento, inoltre, impediscono ai genitori di lavorare, con un ulteriore impatto economico per le famiglie.

«I bambini di tutto lo Sri Lanka hanno vissuto due anni terribili, con la chiusura delle scuole causata dal Covid che ha completamente interrotto la loro possibilità di ricevere un’istruzione di base. La crisi economica sta peggiorando le cose», ha dichiarato Ranjan Weththasinghe, direttore dei programmi di Save the Children nel Paese asiatico.

«Non solo le scuole stanno chiudendo ancora una volta, ma le famiglie hanno ancora meno risorse a disposizione per far studiare i bambini rispetto a prima della pandemia. Siamo profondamente preoccupati che questo peggioramento della crisi economica possa frenare il percorso dei bambini dello Sri Lanka per gli anni a venire. I bambini sono il futuro del Paese e i loro bisogni devono essere la priorità», ha aggiunto.

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Gli effetti della crisi nello Sri Lanka: manca il carburante

Lo Sri Lanka ha aumentato il prezzo del carburante fino al 22%, dopo che il governo ha avvertito di aver praticamente esaurito benzina e diesel. Diverse spedizioni, che erano previste in questi giorni, non sono andate in porto.

«I carichi di petrolio in arrivo la scorsa settimana non sono arrivati, mentre quelli previsti per la prossima settimana non raggiungeranno lo Sri Lanka per motivi bancari», ha dichiarato il ministro dell’Energia Kanchana Wijesekera, scusandosi con la popolazione.

Proteste contro la crisi economica, politica e alimentare

La crisi attuale ha portato a manifestazioni di protesta contro l’attuale governo in molte città del Paese. Nei giorni scorsi l’esercito ha aperto il fuoco per sedare i disordini in una stazione di servizio a Visuvamadu, 365 km a nord di Colombo. La polizia ha detto che quattro civili e tre soldati sono stati feriti per contenere le proteste legate all’aggravarsi della crisi economica.

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