Honduras: morire per difendere l’ambiente
Nel paese centroamericano si allunga la lista dei difensori dell’ambiente ammazzati per la loro attività. In Honduras il 2024 si è aperto con l’omicidio di un giornalista che denunciava la deforestazione e che ha pagato con la vita la difesa della casa comune
Domenica 28 gennaio Luis Alonso Teruel Vega è stato ucciso a colpi di pistola mentre si trovava ad Atima, Santa Barbara, località vicina al famoso sito archeologico di Copán, in Honduras.
Luis Alonso era un giornalista conosciuto, collaboratore del programma Notizie, Commenti e Opinioni, trasmesso dal canale locale Pencaligüe Televisión, ed era noto il suo impegno per la salvaguardia dell’ambiente, come dimostrano i suo reportage sulla deforestazione nella zona.
Le versioni che circolano sulla stampa locale parlano di un vero e proprio omicidio su commissione, visto che il giornalista sarebbe stato intercettato da uomini armati non identificati mentre si dirigeva in auto alla comunità La Ceibita, fatto scendere dal veicolo e giustiziato con due colpi di pistola.
Una volta giunta sul posto, la polizia nazionale ha constatato che Teruel Vega presentava ancora dei segni vitali e lo ha trasportato alla clinica più vicina, dove però è morto poco dopo.
Honduras, rabbia e cordoglio per l’omicidio del giornalista
Voci di cordoglio e denuncia si sono alzate da vari organi nazionali, come il Comitato per la Libera Espressione (C-Libre), una coalizione di giornalisti e membri della società civile formata nel giugno 2001 per promuovere e difendere la libertà di espressione e il diritto all’informazione in Honduras. Il C-Libre ha esortato le autorità investigative competenti a considerare come possibile movente del crimine il lavoro giornalistico di denuncia che Teruel Vega stavo svolgendo e a non far cadere anche questo caso nell’impunità.
Anche il 2023, ha ricordato il C-Libre, si era chiuso con un altro caso di sangue riguardante un professionista della comunicazione. Si tratta di Francisco Ramírez Amador, che lavorava al Canale 24 nella città di Danli, assassinato nella notte del 21 dicembre.
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Reazioni internazionali all’assassinio in Honduras
In appoggio alle denunce di ong locali sono arrivati anche i messaggi di condanna di organismi internazionali, che hanno posto l’accento sulla necessità di frenare l’impunità nel paese centroamericano.
La direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay, ha rilasciato queste dichiarazioni:
«Condanno l’assassinio di Luis Alonso Teruel. Invito le autorità a indagare a fondo sul suo omicidio per determinare le sue motivazioni e garantire che i colpevoli siano assicurati alla giustizia. I giornalisti ambientali sono essenziali nel fornire informazioni alle comunità colpite dagli sconvolgimenti climatici e da altre questioni ambientali e devono essere protetti».
Parole che fanno eco ad un ampio lavoro da parte dell’Unesco che mira promuove la sicurezza dei giornalisti attraverso campagne globali di sensibilizzazione, programmi di formazione e attraverso il Piano d’azione delle Nazioni Unite sulla sicurezza dei giornalisti e il problema dell’impunità (scaricabile qui, in spagnolo).
L’edizione 2024 della Giornata mondiale della libertà di stampa, che ricorrerà il prossimo 3 maggio, sarà dedicata proprio alla sensibilizzazione sul rapporto tra libertà di stampa e crisi ambientale, con uno speciale capitolo sulla sicurezza dei giornalisti che si occupano di questioni ambientali.
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Difendere l’ambiente in Honduras: cosa dicono i dati
L’Honduras non è un paese in guerra, eppure i dati su violenza, impunità e uccisioni che arrivano dal paese centroamericano assomigliano a quelli di paesi nei quali si sta sviluppando un conflitto armato.
Secondo l’Osservatorio Onu sui giornalisti uccisi nel mondo, uno strumento che contabilizza le morti dei professionisti dell’informazione dal 1993, l’Honduras con l’omicidio di Luis Alonso Teruel è arrivato alla cifra di 49 giornalisti assassinati.
Di questi omicidi, solo il 18,75% è stato risolto, una prova della quasi totalità impunità su cui possono contare gli autori di questi crimini.
Le fonti locali, però, danno altri numeri rispetto alle Nazioni Unite e, sebbene ci sia coincidenza sulla diffusa situaizione di impunità, vi è una notevole discordanza sulle dimensioni del problema. In questo senso infatti, secondo il Comisionado Nacional de los Derechos Humanos dell’ Honduras (Conadeh), sono 80 gli organi d’informazione del paese colpiti, tra il 2001 e l’aprile 2023, dalla morte, in circostanze violente, di uno o più dei loro lavoratori.
Secondo l’ente statale per i diritti umani, 97 persone legate ai media – tra cui giornalisti, annunciatori, fotografi, operatori, redattori, cameraman e proprietari – hanno perso la vita violentemente tra il 2001 e l’aprile 2023.