Sovraffollamento carceri, in Europa solo Cipro e Romania peggio dell’Italia

Il tasso di sovraffollamento in Italia è del 119%. Puglia, Lombardia e Liguria sono le regioni più affollate. Lo denuncia l'ultimo rapporto dell'associazione Antigone

A fronte di una capienza ufficiale di 51.249 posti, i presenti nelle nostre carceri al 30 aprile erano 56.674.  5.425 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. E a questi posti vanno sottratti quelli non disponibili, che a maggio 2023 erano 3.646.

I dati sono contenuti nel 19esimo Rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione. Il tasso effettivo di sovraffollamento medio è del 119 per cento. Detto in altri termini, per circa il 20% dei detenuti vi è una sistemazione precaria. Il record è della Lombardia, che tocca il 151,8% di sovraffollamento reale.

Sovraffollamento carceri in Italia: la mappa

Il tasso di affollamento ufficiale medio è del 110,6 per cento. Oggi le regioni più affollate sono Puglia (137,3%),  Lombardia (133,3%) e Liguria (126,5%).

Tuttavia, considerando i posti conteggiati e non disponibili, l’affollamento reale è del 119 per cento. Anche a livello regionale i dati cambiano e le regioni dove si registrano le situazioni più preoccupanti sono: Lombardia (151,8%), Puglia (145,7%) e Friuli Venezia Giulia (135,9%).

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Foto del web reportage Inside Carceri – Next New Media/Antigone

Il confronto con l’Europa

In Europa non siamo bessi bene. Solo Cipro e Romania hanno tassi di sovraffollamento maggiori di quello italiano.

Ci collochiamo al 36esimo posto, invece, per tasso di detenzione, ossia numero di detenuti rispetto a cittadini liberi. Incarceriamo meno di Francia e Spagna, più di Germania e paesi nordici.

A livello di istituti, i valori effettivi più alti si registrano a Tolmezzo (190,0%), a Milano San Vittore (185,4%), a Varese (179,2%) e a Bergamo (178,8%).

I dati di Antigone sui carcerati in Italia

Dal 30 aprile 2022 la capienza ufficiale è cresciuta dello 0,8%, mentre le presenze sono cresciute del 3,8%. È aumentato soprattutto il numero delle donne, cresciuto del 9%, mentre l’aumento degli stranieri, del 3,6%, è più o meno in linea con quello della popolazione detenuta complessiva.

Nel corso dell’ultimo anno la popolazione detenuta è cresciuta soprattutto in Trentino-Alto Adige (+11,7%), Calabria (+9%) e Lazio (+7,5%).

Sul sovraffollamento pesa la custodia cautelare, pari al 26,6% del totale. In calo rispetto al passato, ma più alta rispetto alla media europea. Al 30 aprile, dei 56.674 presenti, 7.925, il 13,9%, erano in attesa di primo giudizio, 3.629 (6,4%) gli appellanti e 2.458 (4,3%) i ricorrenti.

I definitivi erano 41.628, il 73,4% dei presenti, e gli internati in case di lavoro o colonie agricole erano 282.

Se si guarda ai soli stranieri, quelli in attesa di primo giudizio erano il 15,6% ed i definitivi il 70,9 per cento.

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Carcere di San Vittore, Milano – Foto: Caterina Policaro (via Flickr)

Custodia cautelare in calo

La percentuale delle persone in custodia cautelare continua costantemente a calare. Alla fine del 2022 era del 27,8%, alla fine del 2021 del 29,9%, ma 10 anni prima, alla fine del 2011, raggiungeva il 40,8 per cento.

La custodia cautelare è la più usata delle misure cautelari. 3.357 persone ai domiciliari con braccialetto elettronico nel 2022. In crescita rispetto al 2021.

Le misure adottate sono state lo scorso anno circa 81 mila. 44.518 le persone messe in custodia cautelare. Di queste, 24.654 in carcere (oltre 500 in più rispetto al 2021). In calo gli arresti domiciliari senza braccialetto: nel 2022 sono stati 16.507 rispetto ai 18.036 del 2021. I domiciliari con braccialetto sono stati invece 3.357, rispetto ai 2.808 del 2021.

Solo una misura su 10 è stata emessa in un procedimento che ha avuto come esito l’assoluzione o il proscioglimento. I dati però non sono divisi per misura cautelare.

Invecchia la popolazione carceraria

La popolazione detenuta cresce e cresce il tasso di invecchiamento. Quasi un terzo gli over 50. Sono ben 1.117 gli over 70.

L’età media della popolazione detenuta continua ad alzarsi. Gli over 50 erano alla fine del 2022 il 29 per cento. Dieci anni prima, alla fine del 2011, erano il 17 per cento. Nello stesso intervallo di tempo gli over 70 sono raddoppiati, passando da 571 (1%) a 1.117 (2%). Gli under 25 dal 10 al 6 per cento.

Fonte: Redattore Sociale

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