8 marzo, in Italia donne discriminate per tutta la vita

Pari diritti, opportunità, forza. È il claim delle Nazioni Unite per l'8 marzo 2025. Nel nostro Paese, però, la differenza tra donne e uomini è ancora rilevante e riguarda occupazione, stipendi, lavoro di cura, pensioni. Altro che Festa della donna. Lo rivela il rendiconto dell'Inps. Mentre Non una di meno propone lo sciopero transfemminista

Pari diritti, opportunità, forza. Per tutte le ragazze e le donne, nel mondo. Lo chiedono le Nazioni Unite nella Giornata mondiale della donna che si celebra l’8 marzo.

Ma la parità è ben lontana dall’essere raggiunta. Anche in Italia, dove la condizione di svantaggio delle donne riguarda l’accesso al mondo del lavoro, gli stipendi, il lavoro di cura, le pensioni, e segna tutto il loro percorso di vita. Come rivela il Rendiconto di genere 2024 del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps.

8 marzo: meno occupate, più precarie

In Italia le donne sono più numerose degli uomini: rappresentano infatti il 51% della popolazione (pari a poco più di 30 milioni di persone, dati al 31 dicembre 2023), ma accedono meno al mondo del lavoro rispetto agli uomini. Nel 2023 il tasso di occupazione femminile si è fermato al 52,5%, contro il 70,4% degli uomini. Nello stesso anno le assunzioni di donne hanno rappresentato solo il 42,3% del totale.

L’instabilità occupazionale riguarda più il genere femminile che quello maschile: solo il 18% delle assunzioni che hanno riguardato donne sono a tempo indeterminato, contro il 22,6% di quelle degli uomini.

I contratti part-time sono prevalenti tra le donne (le lavoratrici con un contratto a tempo parziale sono il 64,4% del totale), così come il part-time involontario è più diffuso tra le lavoratrici che tra i lavoratori (il 15,6% del totale, contro il 5,1%).

Leggi anche:
Femminicidi: in Italia cento vittime in meno di undici mesi 
Violenza sulle donne: una vittima ogni dieci minuti

8 marzo festa della donna
Foto: Non una di meno

Festa della donna: sono più istruite, ma pagate meno

Le donne percepiscono in media stipendi fino a più di 20 punti percentuali inferiori rispetto a quelli degli uomini. La differenza varia a seconda dei settori di impiego: nei servizi di alloggio e ristorazione è il 16,3%, nel manifatturiero è pari al 20%, nel commercio sale al 23,7% e nelle attività finanziarie, assicurative e nei servizi alle imprese arriva al 32,1 per cento.

Ma è il settore immobiliare quello in cui lo svantaggio è maggiore: il 66,5 per cento.

Eclatante lo sbilanciamento di genere per i ruoli di quadri e dirigenti: tra i dirigenti solo il 21,1% è donna, tra i quadri si arriva al 32,4 per cento.

Nel 2023 le donne hanno superato gli uomini sia tra i diplomati (rappresentano il 52,6% del totale), sia tra i laureati (sono quasi il 60%). Ma questa superiorità non si traduce in una maggiore presenza nelle posizioni di vertice nel mondo del lavoro.

Leggi anche:
Iran, donne senza velo attaccate dalla polizia morale 
Part-time donne: quando lavorare meno è un obbligo

8 marzo festa delle donne significato
Foto: Non una di meno

Quando la storia si ripete: il lavoro di cura pesa ancora sulle donne

Nonostante le politiche per favorire l’equilibrio tra impegni di lavoro e responsabilità familiari, persistono enormi disparità di genere nella suddivisione dei compiti di cura – di cui continuano a farsi carico soprattutto le donne, penalizzate anche dalla scarsa disponibilità di servizi per la prima infanzia. I posti negli asili nido sono aumentati, ma non in numero sufficiente: in media riescono a soddisfare solo il 30% delle richieste.

Solo una regione, l’Umbria, ha superato l’obiettivo europeo di 45 posti ogni 100 bambini da 0 a 2 anni. Mentre Emilia-Romagna e Valle d’Aosta si avvicinano a quel dato. All’estremo opposto ci sono la Campania, con 13,2 posti, e la Sicilia, con 13, 9 posti ogni 100 bambini.

Le richieste di congedo di maternità sono rimaste stabili nel triennio 2021-2023, con una maggiore fruizione tra le lavoratrici con contratti a tempo indeterminato. Sotto il profilo anagrafico, la maggioranza dei congedi di maternità è nella fascia 25-34 anni.

I congedi di paternità – 10 giorni+1 anche non consecutivi da utilizzare nei primi 5 mesi di vita del figlio – invece sono più richiesti dai 35-44enni, soprattutto da chi ha contratti a tempo indeterminato.

8 marzo, la situazione in Italia: aumentano denunce per violenza di genere

Tra i reati spia analizzati nel Rendiconto (atti persecutori, maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale), aumentati del 10,5% tra 2023 e 2024, la quasi totalità delle vittime è di sesso femminile: nel caso delle violenze sessuali le donne sono il 91% del totale, tra i maltrattamenti in famiglia sono 8 su 10.

Gli omicidi volontari in Italia sono in leggera diminuzione, ma rimane elevata l’incidenza di quelli con vittime femminili in ambito familiare o affettivo, per mano di partner o ex partner.

Il reddito di libertà, misura economica erogata dall’Inps alle donne vittime di violenza in ambito familiare per sostenerle nel percorso di autonomia, ha coinvolto 2.418 donne nel 2021, mentre negli anni successivi, per mancanza di risorse, è stato confermato solo in Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia con fondi regionali: in tutto le misure erogate nel 2023 sono state 233.

Per il triennio 2024-2026 sono stati messi a disposizione 30 milioni di euro (portando il contributo mensile da 400 a 500 euro) che dovrebber permettere di coprire le domande non accolte nel 2024 per mancanza di fondi.

Leggi anche:
Femminicidi e altri delitti: le storie tragiche del 2024 
Gender gap pensioni: cresce il divario tra donne e uomini

8 marzo festa
Foto: Non una di meno

Le pensioni delle donne sono più basse

Sebbene le donne pensionate siano numericamente superiori, essendo 7,9 milioni rispetto ai 7,3 milioni di pensionati, permangono significative differenze nelle pensioni percepite.

Nel lavoro dipendente privato gli importi medi delle pensioni di anzianità/anticipate e di invalidità per le donne sono rispettivamente del 25,5% e del 32% inferiori rispetto a quelli degli uomini, mentre nel caso delle pensioni di vecchiaia il divario raggiunge il 44,1 per cento. Questi dati sono il riflesso di una condizione di svantaggio che le donne hanno nel mercato del lavoro.

Le donne prevalgono numericamente nelle prestazioni pensionistiche di vecchiaia e ai superstiti: incidenza determinata dalla diversa speranza di vita media tra donne e uomini.

Il numero limitato delle donne che beneficiano della pensione di anzianità/anticipata (solo il 27% fra i lavoratori dipendenti privati e il 25,5% fra i lavoratori autonomi) evidenzia le difficoltà delle donne a raggiungere gli alti requisiti contributivi previsti, a causa della discontinuità che caratterizza il loro percorso lavorativo.

Chi sciopera l’8 marzo: in piazza con Non una di meno

La Giornata internazionale della donna è celebrata in molti Paesi del mondo. Negli Usa si celebra dal 1911, in Italia dal 1922, le Nazioni Unite hanno istituito il World’s Women Day, la Giornata mondiale delle donne, nel 1977.

L’8 marzo è un’occasione per portare avanti la lotta per i diritti delle donne ponendo l’attenzione in particolare sull’uguaglianza di genere, sui diritti riproduttivi, sulla discriminazione e sulla violenza contro le donne.

Per il nono anno consecutivo, in Italia l’8 marzo sarà giornata di sciopero transfemminista insieme al collettivo Non una di meno, che invita a scendere in piazza contro la violenza patriarcale, la guerra e la povertà.

Sono previste manifestazioni in moltissime città, da Asti a Cagliari (per trovare quella più vicina consultare la pagina Facebook di Non una di meno).

A Bologna la manifestazione partirà alle 16.30 da piazza di Porta Saragozza, a Milano alle 15 da piazza Duca d’Aosta. A Roma il corteo parte alle 10 da piazza Vittorio e alle 17 c’è un presidio in Largo Argentina.

Per l’8 marzo il ministero della Cultura ha previsto l‘accesso gratuito per le donne nei musei, parchi archeologici, castelli, ville e altri luoghi della cultura statali.

Domenica 9 marzo, sempre a Roma, si festeggiano i 17 anni della Casa delle donne Lucha y Siesta (via Lucio Sestio, dalle 10 alle 20).

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.