
Femminicidi: in Italia cento vittime in meno di undici mesi
I femminicidi in Italia (e altri delitti che hanno donne come vittime) raggiungono quota 100 nel 2024: ecco i dati aggiornati, le statistiche, il confronto con i periodi precedenti e le storie
Roua, 31 anni, accoltellata dall’ex marito nella casa torinese dove viveva con i figli. Mia, tre anni appena, trascinata nel Piave dalla madre e affogata. Maria, che di anni ne aveva 90 e abitava vicino a Palermo, massacrata a martellate dal figlio. Poi Delia, Ester, Ewa. Auriane, Palma, Caterina. E via elencando, fino ad arrivare a cento. Cento nomi, cento volti, cento funerali. Cento storie sbagliate.
Femminicidi in Italia: cento, un numero simbolico
Quota cento, numero simbolico e inquietante, si tocca sommando le donne vittime di omicidio contate dal primo gennaio al 22 novembre 2024, escludendo i casi dubbi (tra cui una scomparsa e un suicidio forse simulato), i delitti preterintenzionali, gli infanticidi classificati come tali, le morti come conseguenza di altri delitti e la fine atroce di una ragazza cinese e di due connazionali, arsi nel rogo dell’emporio milanese in cui dormivano, probabilmente all’insaputa di chi ha dato fuoco al magazzino.
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L’andamento degli omicidi di genere nel 2024 e negli anni precedenti: le statistiche
Nello stesso periodo del 2023 nella Spoon river delle donne erano state piantate 112 croci, contro le cento di quest’anno. Una diminuzione c’è stata, ma non rassicurante.
Il calo di femminicidi e affini, più marcato nei primi mesi dell’anno, è sceso progressivamente e si è assestato al 10,7 per cento.
In contemporanea quest’anno sono stati ammazzati 172 uomini, l’8% in meno del parziale dell’anno scorso alla stessa data, 187 assassinati.
Nel 2022 al 22 novembre le donne uccise erano state 114 e gli uomini 173, nel 2021 rispettivamente 115 e 164.
Nel 2020, anno che fatto segnare il minimo storico dei delitti più gravi, 100 le vittime di genere femminile e 141 quelle di genere maschile.
Femminicidi, i dati: il mese più crudele e l’età delle vittime
Per le donne il mese più tragico e insanguinato del 2024 è stato settembre: gli assassini di bambine, ragazze e adulte – tutti uomini, con un’unica eccezione – hanno colpito 17 volte in 30 giorni, dopo le ferie estive. Nel corso dell’anno non c’è stato alcun mese di tregua.
Si conferma poi quello che gli analisti più attenti segnalano da tempo: la percentuale rilevante di vittime – e anche di suicidi e di indagati – della terza età. Trentasette donne avevano più di 65 anni quando sono state ammazzate, 13 erano over 80.
In queste fasce d’età la mano assassina è stata in 19 delitti quella di un marito o un compagno, per altri 13 si è trattato del figlio, per 4 di nipote, ex genero, criminalità, persona con disturbi mentali.
Le donne uccise, nei delitti di coppia, in svariati casi erano malate, allettate, sofferenti, con mariti stremati o senza aiuti o a loro volta in condizioni di salute non buone.
L’identikit degli autori di femminicidio
Gli ennesimi casi, la “solita” storia. Sono attribuiti a partner ed ex partner 53 femminicidi e dintorni. Altri ancora sono imputati a familiari e affini: 17 a figli maschi e uno a una figlia femmina, 5 alle madri, 3 a padri e 3 a nipoti, 2 a cognati, uno ad un genero, uno ad un fratello.
Per tutti gli autori, confessi o meno, dovrebbe valere la presunzione di non colpevolezza fino alle condanne definitive. Non pochi si sono tolti la vita. Per alcuni scampati sono state disposte perizie psichiatriche, che potrebbero portare al riconoscimento della totale o parziale incapacità di intendere e volere e alla non imputabilità, dove previsto.
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L’incidenza della malattia mentale
Per l’esecutore della strage familiare di Altavilla Milicia è stato già riconosciuto il vizio totale di mente, ad esempio. Fanatico religioso, convinto che in casa c’era il diavolo e che lui doveva liberare i suoi cari, uccise la moglie Giovanna Barreca e i figli maschi, Kevin e Emanuel Barreca.
Come in passato, la casistica 2023 lo documenta, potrebbero esserci anche stati omicidi di donne consenzienti, in particolare all’interno di coppie di età avanzata e con problemi di salute e mancanza di reti di sostegno e aiuto.
Gli indagati che vestivano una divisa
Portavano o avevano portato una divisa 8 degli indagati per 9 dei 100 femminicidi fin qui contati, una percentuale pesante ma lasciata fuori da analisi e riflessioni.
Stando ai resoconti di giornali, agenzie e siti, tra i presunti assassini figurano appartenenti o ex appartenenti a forze di polizia pubbliche e private e a forze armate: un graduato della polizia municipale (vittima la collega e partner scaricata, Sofia Stefani), un finanziere in servizio (ritenuto responsabile della morte violenza della sorella dell’ex fidanzata e della madre, Renée Amato e Nicoletta Zomparelli), un ex poliziotto (il marito di Nadia Gentili), un ex agente della polpenitenziaria (vittima l’ex moglie Celeste Palmieri), due militari della marina in congedo (il marito di Cristina Marini e il figlio di Silvana La Rocca), due uomini che avevano lavorato per istituti di vigilanza e security (il marito di Ewa Kaminsha e il vicino di casa di Waltraud Jud).
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Omicidi e suicidi, in carcere e fuori
Resta elevato il numero di femminicidi seguiti da suicidi, in particolare per i delitti della e nella terza età. Si sono tolti la vita 27 presunti responsabili di 30 vite stroncate, altri ci hanno provato.
Due dei suicidi hanno deciso di uscire definitivamente di scena mentre erano in carcere, sotto la custodia e la responsabilità dello Stato: Vincenzo Urbisaglia, messo in galera a 81 anni per l’omicidio della moglie Rosetta Romano, che lui negava, e Giuseppe Larcapia, 61enne in cella per l’assassinio della moglie Maria Arcangela Turturo, sua accusatrice prima di spirare.
Storie di femminicidi: sei cadaveri in una strage mista
Oltre ad omicidi singoli, la maggioranza, si sono registrati duplici e triplici omicidi.
E c’è la strage familiare e di vicinato di Nuoro, tre vittime di genere femminile (Giusi Massetti, Martina Gleboni, Maria Esterina Riccardi), due di genere maschile (Francesco Gleboni e Paolo Sanna) e il suicidio finale del pluriassassino, marito, padre, figlio e vicino di casa.
Divieti di avvicinamento e braccialetti inutili
Non poche donne erano state maltrattate, minacciate o abusate dagli uomini che poi le hanno uccise. Almeno tre degli indagati per femminicidio avevano il braccialetto elettronico (chiamato così anche se è una cavigliera) e il divieto di avvicinamento alle potenziali vittime, ex compagne e figli.
Gli strumenti di prevenzione e protezione non sono stati sufficienti per salvare Camelia Ion di Civitavecchia, Celeste Palmieri di San Severo e Roua Nabi di Torino.
Gli omicidi “accidentali”
Femminicidi, intesi come omicidi per ragioni di genere, e non solo. Caterina Ciurleo Anoglia, 81 anni, è stata uccisa a Roma da un proiettile vagante durante una sparatoria tra bande rivali. Antonella Lopez, 19 anni, è caduta a Molfetta per i colpi esplosi dal ragazzo di un clan malavitoso contrapposto ad un altro.
Maylan, vittima numero 45: la barca in avaria, la violenza estrema
Maylan Ghader è la vittima numero 45. Era irachena, aveva 16 anni, stava attraversando il Mar Ionio a bordo di una barca diretta verso l’Italia e le speranze di un futuro dignitoso. La mamma Mojda ha denunciato che la ragazza, stremata, è stata soffocata a bordo dell’imbarcazione alla deriva, colata a picco in acque italiane a 120 miglia dalle coste calabresi. Le è salito sopra con le ginocchia premute sul petto, impedendole di respirare e soffocandola. La drammatica vicenda è stata resa nota solo dopo che il gip di turno a Locri ha convalidato il fermo del presunto assassino, un passeggero scampato al naufragio, con altre decine di morti accertati.
Avete scritto nel titolo:
“femminicidi in Italia raggiungono quota 100 nel 2024”
E’ un dato falso, i femminicidi fino a settembre 2024, sono 32.
100 sono il totale di tutte le donne vittime, e infatti tra 100 casi c’è anche una mamma che ha ucciso la figlia (a Torino pochi giorni fa).
Nella lista dei 100 rientrano tutte le donne vittime non i femminicidi.
Un figlio con gravi problemi mentali che uccide la madre non è femminicidio, così come un compagno caduto in grave depressione, o una donna che uccide la figlia.
100 NON SONO I FEMMINICIDI a settembre 2024, sono 32.
Su “femminicidioitalia.it” ci sono tutti i dati per verificare.
Date, per favore, titoli corretti su dati corretti.
Gentile Roberto, grazie per il commento, che in parte condividiamo. Il termine “femminicidio” sta diventando utilizzato in contesti più ampi di quanto dovrebbe a rigor di significato, per cui il nostro titolo è forse un po’ forzato. Abbiamo scelto di utilizzare comunque questo termine, anche nei casi più incerti come definizione, anche per allinearci con il resto del sistema informativo (Viminale compreso).
Ad ogni modo, come può leggere, nell’articolo si spiega con grande precisione la natura dei vari omicidi presi in considerazione.
E’ interessante il sito da lei citato, anche se purtroppo non è molto aggiornato.
Buona continuazione e grazie ancora per il confronto!
Vi ringrazio per la risposta,
il termine “femminicidio” però non può essere usato in un “contesto più ampio” ed estenderlo anche alle donne uccise da donne o da persone con gravi problemi mentali ecc..
Ci hanno detto che “il patriarcato” è responsabile di queste tragedie, quindi “tutti gli uomini” ne sono in qualche modo coinvolti perchè il “femminicidio” è:
‘uccisione di una donna, da parte di un uomo, in quanto donna, quindi in relazione al maschilismo”.
Questo ce lo dicono le femministe, i media, la politica, da sempre.
Se ora il “femminicidio” deve includere tutte le vittime donne allora non c’entra più il patriarcato
ne il maschilismo.
Una donna che uccide una donna non è “il maschilismo”, e neppure un compagno/figlio con problemi mentali e maschilismo, e neppure per rapina o eutanasia.
Quindi non ha senso dire:
femminicidio = donna vittima
poi gridare contro il patriarcato e il maschilismo puntando il dito sugli uomini (tutti) pretendendo
anche delle scuse.
Potete fornire un link dove, sul sito del Viminale, viene indicato il significato di “femminicidio” ?
Mi avete poi indicato:
“E’ interessante il sito da lei citato, anche se purtroppo non è molto aggiornato”.
In realtà il sito che ho citato è aggiornato a OTTOBRE 2024 con nomi e cognomi e tutti i casi.
Quindi più aggiornato di cosi non si può.
Ps
in alcune cose non sto criticando il vostro articolo ma la narrazione che viene imposta e che oramai ha assunto gli aspetti di una religione.
Gentile Roberto, essendo sostanzialmente d’accordo con quello che scrive abbiamo precisato la differenza nel sottotitolo. Nei titoli, purtroppo, è sempre difficile essere precisi al 100% e far capire comunque di cosa si sta parlando.
In questo articolo i dati sono aggiornati al 25 novembre, perché la giornalista che ha scritto il pezzo registra giornalmente tutti i casi con nome e cognome. Per questo motivo, l’altro sito da lei indicato ci risulta meno aggiornato, tutto qua.
Grazie ancora e buona continuazione