Permesso di soggiorno negato: il Tar bacchetta la questura di Torino

La polizia non ha concesso il rinnovo del permesso di soggiorno a un ragazzo straniero, sostenendo che non aveva voglia di lavorare e di integrarsi. In realtà aveva da tempo un’occupazione regolare e stabile

«Non ha mai lavorato regolarmente, non ha voglia di inserirsi». Con questa motivazione, e un paio di rilievi burocratici, la questura di Torino ha negato la conversione e il rinnovo del permesso di soggiorno ad un ragazzo straniero.

Il giovane immigrato, invece, un’occupazione stabile ce l’aveva da mesi.

Permesso di soggiorno: il ricorso al Tar, le carenze e le domande aperte

Per far cancellare il rifiuto, assistito da un avvocato, il lavoratore si è dovuto rivolgere al Tribunale ammnistrativo regionale del Piemonte.

I giudici gli hanno dato ragione, evidenziando carenze ed errori nell’operato e nelle valutazioni della polizia, rappresentata in giudizio anche dal ministero dell’Interno.

La sentenza, reperibile in rete, lascia l’amaro in bocca. E autorizza a porsi e porre una serie di domande.

Possibile che ci sia stata tanta superficialità nella gestione di una pratica di importanza vitale per un ragazzo, messo a rischio di espulsione? Colpa della mole di richieste da trattare e di poco personale addetto? “Solo” sciatteria di chi ha trattato l’istanza? Un caso isolato oppure la conferma, non la prima, di lacune e disservizi denunciati da decine di associazioni?

In Italia da minore non accompagnato

La storia la ricostruisce lo stesso Tar, prima sezione, presidente Rosa Perna.

Nell’estate 2020, l’anno terribile della pandemia, il ragazzo straniero arriva in Italia non ancora diciottenne, senza genitori e senza altre figure adulte di riferimento. Collocato in una struttura protetta, come previsto dalle norme sulla protezione internazionale, ottiene il permesso di soggiorno per minore età dalla questura di Catania.

Compiuti i 18 anni si trasferisce a Torino per cercare un lavoro e un futuro dignitoso.

La richiesta di rinnovo e conversione del permesso di soggiorno

Il 18 ottobre 2022 chiede all’ufficio Immigrazione della questura torinese il rinnovo e la conversione del permesso di soggiorno iniziale, per poter restare in Italia in attesa di trovare occupazione.

Dopo tre mesi e mezzo gli viene notificata una comunicazione. Se vuole che la richiesta vada avanti, superando gli ostacoli all’accoglimento, deve integrare la documentazione presentata.

Documentazione da integrare e inerzia statale

Mancano la relazione dei servizi sociali e il parere della direzione generale dell’Immigrazione e delle politiche del lavoro, sezione del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Il ragazzo consegna la prima attestazione il 25 agosto 2023.

Fa domanda per avere il secondo documento, anche se non toccherebbe a lui, come poi rileverà il Tar. Ma non riceve alcun riscontro e quindi non può produrlo, non per sua colpa.

Il rigetto della richiesta di permesso: gli errori della polizia

Passano altri mesi, quasi nove. Il 15 maggio 2024 al giovane straniero è notificato il rigetto della richiesta del permesso di soggiorno, un diniego firmato dall’allora questore di Torino. Il responsabile della polizia cittadina gli contesta di aver presentato l’istanza oltre i termini previsti e di non aver mai depositato il parere della direzione generale dell’Immigrazione. Non solo. ll ragazzo – sono le parole usate per giustificare il rifiuto, riportate nella sentenza Tar – «benché in condizioni di maturare un adeguato inserimento socio-lavorativo» non avrebbe «dimostrato alcuna volontà in tale senso» né «mai intrapreso una regolare attività lavorativa».

Non è così. Lo straniero non è più disoccupato.

Leggi anche:
Migranti: ultime notizie, dati e approfondimenti sull’immigrazione
Violenze in carcere: Modena, per la gip “servono altre indagini” 
Minori stranieri non accompagnati: oltre tre mesi di attesa negli hotspot

permesso di soggiorno
Foto: via Pixabay

Il Tar evidenzia carenze e lacune

Il Tar a fine estate ha accolto il ricorso del giovane immigrato, ribaltando il tutto. Le valutazioni sono di quelle che spingono a interrogarsi. Nell’operato della polizia torinese i giudici rilevano «una carente istruttoria».

Se «fosse stata svolta un’effettiva attività istruttoria» – altro passaggio testuale della sentenza – «l’amministrazione avrebbe potuto appurare che il ricorrente svolgeva attività lavorativa a decorrere dal 3 ottobre 2023», con un contratto di lavoro registrato, inizialmente a tempo determinato e poi a tempo determinato.

Chi ha trattato la pratica non ha controllato. E nelle comunicazioni intermedie non ha posto la questione all’attenzione dell’interessato.

Ignorata la volontà di lavorare e integrarsi

Il lavoro regolare trovato, come provano la Certificazione unica per l’anno 2023 e le buste paga del 2024, consentiva e consente al ragazzo di mantenersi e in modo lecito, dimostrando «la concreta e attuale volontà di integrarsi nella società italiana». Non il contrario.

Quello che avrebbe dovuto fare lo Stato

«L’amministrazione avrebbe dovuto considerare» la stipula del contratto di assunzione, avvenuta prima del rifiuto a convertire e rinnovare il permesso di soggiorno. C’era tutto il tempo. E il ragazzo non ha omesso di consegnare uno dei documenti previsti. Non competeva a lui procurarsi e fornire il parere della direzione dell’Immigrazione del ministero del Lavoro, peraltro richiesto ugualmente e non ottenuto.

Questo atto, rimarca sempre il Tar, «deve essere acquisito a cura dell’amministrazione procedente e non deve invece considerarsi un adempimento a carico del richiedente. L’inerzia della direzione generale non può gravare sul ricorrente».

Scadenze, obblighi e situazioni sanabili

Quanto al ritardo nella presentazione della richiesta del nuovo permesso di soggiorno, argomento usato dalla questura per supportare il rigetto della domanda, «i termini non hanno natura perentoria bensì ordinatoria e acceleratoria», detto in burocratese. Tant’è che non può essere espulso lo straniero che sfora i 60 giorni indicati dalla legislazione in materia.

Permesso di soggiorno negato: il ministero dell’Interno dovrà pagare

Il diniego della questura è stato annullato, l’ufficio Immigrazione riesaminerà la richiesta del ragazzo. Il ministero dell’Interno, che potrà impugnare la sentenza davanti al Consiglio di stato, dovrà rifondere al giovane straniero 2.500 euro di spese di lite e il contributo unificato, pesando sull’erario.

Non è dato sapere se e quando ci saranno conseguenze per chi ha istruito e gestito il fascicolo, nel modo censurato dal Tar. Tra chi affianca migranti e profughi, nei lunghi e logoranti percorsi a ostacoli delle pratiche, c’è poco stupore.

Disservizi, criticità, “atteggiamenti non consoni”

Un anno e mezzo fa 60 associazioni e organizzazioni avevano segnalato con una lettera aperta un pesantissimo elenco di «illegittimità», disservizi, lacune e ritardi, con carenze gestionali, burocratiche, strutturali, logistiche e pure umane.

Nella denuncia di allora si legge, tra l’altro: «Si registrano numerosi atteggiamenti non consoni ad una istituzione che dovrebbe rappresentare la cittadinanza (sia italiana sia straniera). Spesso le persone in attesa vengono maltrattate degli operatori della polizia di corso Verona 4», la sede dell’ufficio Immigrazione della questura torinese, al centro delle critiche e della richiesta di correttivi.

“Poco o nulla è stato fatto in questi mesi”

Rimarca l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, una delle sigle firmatarie della lettera. «Avevamo fatto alcune richieste precise, poco o nulla è cambiato. Anzi, per certi aspetti abbiamo registrato peggioramenti».

Impietosa l’analisi, immutata: «La scarsa considerazione dell’interesse delle persone migranti, nella trattazione delle pratiche, compromette i loro diritti fondamentali e causa una gestione caotica del fenomeno migratorio».

Torino, fiducia nel nuovo questore e nella nuova dirigente

«L’ufficio Immigrazione di Torino – continua il rappresentante dell’Asgi – ha cambiato dirigente, dopo tanti anni e con situazioni negative che si erano incrostate. Di recente è cambiato anche il questore. Speriamo che con questi avvicendamenti si possano avviare momenti di confronto e raggiungere risultati positivi. Peggio non può andare».

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.