Studenti con disabilità: l’assistenza scolastica si piega ai limiti di bilancio

Respinto l'appello dei genitori di uno studente con disabilità che si era visto ridurre le ore di assistenza da parte del Comune per questioni di budget. Protestano associazioni, educatori e famiglie

Ad agosto il Consiglio di Stato ha respinto l’appello dei genitori di un alunno con disabilità a cui il Comune aveva ridotto le ore di assistenza scolastica previste nel Pei, il Piano educativo individualizzato. La sentenza 7089/2024 della terza sezione del Consiglio di Stato ha confermato quella con cui, a luglio 2023, il Tribunale amministrativo regionale dell’Emilia-Romagna aveva rigettato il ricorso che la famiglia aveva presentato contro la decisione dell’ente locale, lamentando la violazione del diritto del figlio all’inclusione scolastica.

La decisione del Consiglio di Stato ha suscitato molte polemiche, in primis da parte delle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità e delle famiglie. Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli, che in una nota ha detto che la sentenza «non è giusta».

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Foto: via Pixabay

Assistenza scolastica agli studenti con disabilità: la famiglia fa ricorso

Nell’anno scolastico 2021/2022 un alunno con disabilità certificata dal Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna ha beneficiato nel Piano educativo individualizzato (lo strumento per promuovere l’inclusione degli studenti con disabilità durante il percorso scolastico) di 12 ore settimanali di sostegno (garantite dallo Stato tramite la scuola, a cui vengono assegnati gli insegnanti di sostegno) e 13 ore di assistenza scolastica (garantite dai Comuni tramite gli educatori).

L’anno successivo il Comune ha ridotto le ore di assistenza scolastica concedendone solo 7 contro le 13 richieste dall’Ausl e dal Glo, il Gruppo di lavoro operativo che redige il Pei e di cui fanno parte insegnanti, dirigente scolastico, docente di sostegno, genitori, operatori socio-sanitari.

I genitori hanno fatto ricorso al Tar dell’Emilia-Romagna, ritenendo immotivata la riduzione e sollevando la questione di costituzionalità rispetto alle norme che consentono ai Comuni di disattendere per ragioni economiche i bisogni di tutela degli studenti con disabilità previsti nel Pei.

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Foto: via Pixabay

Assistenza scolastica versus disponibilità di risorse

Il ricorso della famiglia è stato respinto dal Tar, che ha evidenziato come le ore di assistenza indicate nel Pei non sono vincolanti per l’ente locale che, in base al decreto legislativo 66/2017 e alla legge regionale 26/2001, deve provvedere ad assicurare l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione agli alunni con disabilità (inclusa l’assegnazione del personale), nei limiti delle risorse disponibili.

Di fatto, il Tar ha sottolineato che non c’è un diritto dello studente con disabilità a vedersi riconosciute le ore di assistenza scolastica che gli erano state garantite l’anno precedente, ma il suo interesse legittimo all’assistenza va comparato con i principi di sostenibilità economica da parte dell’ente locale.

La famiglia ha presentato appello al Consiglio di Stato che, lo scorso 12 agosto, ha confermato la sentenza del Tar.

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Foto: elinerijpers (via Flickr)

Studenti con disabilità: le reazioni alla sentenza del Consiglio di Stato

La sentenza del Consiglio di Stato ha suscitato moltissime reazioni, in particolare tra le associazioni per i diritti delle persone disabili che temono si possa creare un precedente che apre a tagli generalizzati alle ore di assistenza.

CoorDown, il coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down, ha parlato di regresso nel campo dell’istruzione e ha ricordato che la Corte Costituzionale nel 2016 con la sentenza 275 aveva, al contrario del Consiglio di Stato, stabilito che il diritto allo studio degli alunni disabili debba prevalere sui vincoli di bilancio (in quel caso, la questione sollevata riguardava il servizio di trasporto che in base al decreto legislativo 66/2017 è a carico dei Comuni).

La Fish, Federazione italiana per il superamento dell’handicap, ha scritto in una nota che la decisione rischia di minare i diritti costituzionalmente garantiti e rappresenta un grave passo indietro nella tutela dei diritti fondamentali.

Sgb Coop Sociali, il sindacato generale di base dei lavoratori e delle lavoratrici pubblici in appalto, è preoccupato che la sentenza possa creare un precedente non solo per gli educatori scolastici, ma per qualsiasi servizio pubblico.

Anche Luca Trapanese, assessore alle Politiche sociali del Comune di Napoli e padre di una bambina con sindrome di Down, su Facebook ha parlato di «grave lesione alla dignità e alla qualità della vita delle persone con disabilità» e ha assicurato che il Comune di Napoli non taglierà le risorse per l’assistenza.

E c’è anche chi parla di internalizzazione degli educatori. La proposta di legge c’è, la 236/2022, in esame in commissione, che mira a introdurre il profilo professionale dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione nei ruoli del personale scolastico.

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