Diritti Lgbt nel mondo: la strada è ancora in salita

Il rapporto di Ilga World mappa le leggi che riguardano le persone Lgbt nel mondo. Nonostante i progressi nel riconoscimento legale del genere e nella tutela dei minori intersessuali, in molti Stati le relazioni tra persone dello stesso sesso sono criminalizzate

Mentre in molte città del mondo si è celebrato il Pride, la celebrazione dell’orgoglio Lgbt, i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali continuano a non essere garantiti in molti Paesi del mondo.

Anche se sono stati fatti alcuni passi avanti, in particolare sul riconoscimento legale del genere e sulla tutela dei minori intersessuali, un terzo del mondo continua a criminalizzare le relazioni consensuali tra persone dello stesso sesso. Inoltre, nell’ultimo anno è stato registrato un allarmante aumento delle restrizioni alla liberta di espressione e di associazione in materia di orientamento sessuale, identità ed espressione di genere e caratteristiche sessuali.

È quanto emerge da Laws on us (le leggi su di noi, in italiano), il rapporto dell’associazione internazionale Ilga World che ha mappato gli sviluppi legislativi sui diritti delle persone Lgbti in 193 Stati membri delle Nazioni Unite tra gennaio 2023 e aprile 2024.

«Le nostre comunità hanno celebrato importanti vittorie negli ultimi due anni. Eppure, la resistenza e la detrazione si sono materializzate quasi ovunque», ha detto Lucas Ramón Mendos, responsabile della ricerca presso Ilga World e coautore del rapporto.

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Foto: Alisdare Hickson (via Flickr)

Diritti Lgbt nel mondo: le relazioni omosessuali sono un reato in 62 Paesi

Tre Stati membri delle Nazioni Unite (Singapore, Mauritius e Dominica) e uno non membro (Isole Cook) hanno decriminalizzato dall’inizio del 2023 le relazioni tra persone dello stesso sesso, ma in 62 Paesi dell’Onu sono ancora considerate un reato: in 60 in base a leggi ad hoc e 2 di fatto, basandosi su altre leggi.

La pena di morte è legalmente prevista per gli atti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso nel Brunei, in Mauritania, in Iran, in 12 province della Nigeria, in Arabia Saudita, in Uganda – che nel 2023 l’ha prevista in alcuni casi – e in Yemen.

L’Iraq ha codificato la criminalizzazione esistente di fatto e sono emerse notizie di forme estreme di pena capitale applicate in Afghanistan e in Yemen.

In almeno cinque Stati membri delle Nazioni Unite sono state annunciate proposte di legge regressive e in altri quattro si è discusso di criminalizzare o aggravare le pene.

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Foto: David Yu (via Flickr)

Diritti Lgbt: restrizioni sulla libertà di espressione e associazione

In 59 Stati membri dell’Onu ci sono leggi, norme o regolamenti che vietano forme di espressione relative a questioni di diversità sessuale e di genere. In almeno 19 di essi le leggi sono state concepite per essere applicate all’istruzione e in 30 regolano i contenuti diffusi dai media.

Quasi un terzo dei Paesi delle Nazioni Unite hanno barriere legali alla registrazione e al funzionamento di organizzazioni che tutelano i diritti delle persone Lgbti.

Negli ultimi 16 mesi la Giordania, il Kirghizistan e l’Uganda hanno adottato leggi che riguardano la “promozione dell’omosessualità”, la Bielorussia ha iniziato a classificare i contenuti su diversità sessuale e di genere come pornografia e la Russia ha definito estremista il movimento internazionale Lgbti.

«Abbiamo assistito a un allarmante aumento delle restrizioni alla libertà di espressione e di associazione. Questo ha portato a censura, arresti e persecuzioni in molti Stati membri delle Nazioni Unite», ha detto Dhia Rezki Rohaizad, coautore del rapporto di Ilga.

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Foto: William Murphy (via Flickr)

Leggi sui diritti Lgbt: progressi e passi indietro

Da gennaio 2023 altri cinque Stati membri delle Nazioni Unite hanno adottato il riconoscimento legale del genere basato sul principio dell’autoidentificazione: Ecuador, Finlandia, Germania, Nuova Zelanda e Spagna, oltre allo Stato dello Yucatán in Messico (ora sono 17).

Nove Stati hanno ora protezioni a livello nazionale da interventi non necessari e non consensuali su minori intersessuali: di recente si sono aggiunti Cile, Spagna e giurisdizioni come il Territorio della capitale australiana e le Isole Baleari.

Tuttavia, nello stesso periodo, la Russia e diversi Stati degli Usa hanno adottato leggi che vietano le cure di conferma del genere e promuovono interventi su minori intersessuali.

L’uguaglianza matrimoniale è una realtà in 35 Stati membri dell’Onu e a Taiwan: Andorra, Estonia, Grecia e Slovenia l’hanno raggiunta negli ultimi 16 mesi, mentre il Nepal ha adottato un’ordinanza per facilitare queste unioni, Bolivia e Lettonia hanno legalizzato le unioni civili tra persone dello stesso sesso e in Giappone lo sono in molte prefetture.

Le coppie dello stesso sesso possono adottare un bambino insieme in 36 Stati, mentre in 37 Paesi una persona in una coppia dello stesso sesso può adottare il figlio del partner.

Il numero di Stati dell’Onu che hanno adottato leggi contro le terapie di conversione cresce (sono 29), ma questi interventi sono diffusi in Africa e sono diventati la politica ufficiale della Malesia.

Sono 77 gli Stati che hanno adottato leggi che proteggono le persone dalla discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sono numerosi i progetti di legge in attesa di approvazione.

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