Violenza sulle donne: 5 vittime ogni ora, ma la prevenzione è sottofinanziata
Il 25 novembre 2023 si celebra, come ogni anno, la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. In Italia e nel mondo, però, le donne continuano a essere vittime di violenza e uccise, soprattutto in ambito familiare. Eppure la prevenzione è pesantemente sottofinanziata
Nel mondo ogni anno vengono uccise circa 45 mila donne, 5 ogni ora. Nella maggior parte dei casi l’autore è un membro della loro famiglia.
In Italia, nel 2023, sono state uccise 106 donne, una ogni tre giorni. Il dato del ministero degli Interni è aggiornato al 19 novembre e comprende anche Giulia Cecchettin, per il cui femminicidio è stato accusato Filippo Turetta, l’ex fidanzato.
Nel mondo 1 donna su 3 ha subito violenza sessuale o fisica almeno una volta nella vita e l’86% vive in Paesi in cui non c’è protezione legale contro la violenza (dati UN Women).
In Italia sono quasi 7 milioni le donne tra 16 e 70 anni che hanno subito una qualche forma di violenza fisica o sessuale nella loro vita (dati Istat) e, nel 2022, sono state più di 20 mila quelle che si sono rivolte a un centro antiviolenza (dati Rete Dire – Donne in rete contro la violenza) e oltre 30 mila le chiamate all’1522, il numero antiviolenza e stalking.
I governi però investono ancora troppo poco in prevenzione.
La denuncia arriva dalle Nazioni Unite che, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre, hanno lanciato la campagna Unite!, 16 giorni di iniziative per chiedere più risorse.
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Violenza sulle donne: in Italia la prevenzione è “sottocosto”
In Italia negli ultimi 10 anni i fondi stanziati con la legge 119/2013, che contiene disposizioni urgenti per il contrasto alla violenza di genere, sono aumentati del 156%, ma il numero delle donne uccise da uomini è rimasto pressoché stabile: nel 2014 in Italia sono stati registrati 119 femminicidi, nel 2022 104 e nel 2023 siamo già a 106.
Tra il 2020 e il 2023 in Italia sono stati investiti circa 248,8 milioni di euro per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne, ma di queste risorse solo il 12% è stato utilizzato per la prevenzione. E nell’ultimo anno il governo Meloni ha ridotto i fondi destinati alla prevenzione del 70% (da oltre 17 milioni di euro a 5). È quanto emerge dal report Prevenzione Sottocosto pubblicato il 13 novembre 2023 da ActionAid.
«Nonostante l’aumento di fondi registrato nell’ultimo decennio, il numero delle donne uccise da uomini in ambito familiare-affettivo è però rimasto sostanzialmente stabile nel tempo, evidenza che suggerisce l’inadeguatezza delle politiche antiviolenza adottate», dice ActionAid, che chiede a governo e Parlamento di adottare una norma sulla prevenzione primaria con un finanziamento annuale per dotare il Paese di fondi certi e obbligatori.
In occasione del 25 novembre, ActionAid ha anche lanciato la campagna Black Freeday (oggi è il Black Friday per lo shopping), per sottolineare il sottofinanziamento delle politiche di prevenzione.
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Violenza sulle donne e femminicidio, i dati del ministero degli Interni
Tra il 1° gennaio e il 19 novembre 2023 in Italia sono stati commessi 295 omicidi, di cui 106 con vittime donne. Tra queste, 87 sono state uccise in ambito familiare o affettivo, di cui 55 per mano del partner o dell’ex.
I dati sono contenuti nel report del Dipartimento di Polizia criminale presso il ministero degli Interni che viene aggiornato ogni settimana, da cui emerge un aumento nel numero degli omicidi rispetto ai 293 registrati nello stesso periodo del 2022, mentre le vittime di genere femminile diminuiscono (nel 2022 sono state 109).
Nella settimana tra il 13 e il 19 novembre, sono stati commessi 8 omicidi, in 2 casi le vittime erano donne. Una è stata uccisa in ambito affettivo.
I dati dell’Osservatorio Non una di meno
L’Osservatorio nazionale di Non una di meno riporta 103 casi in Italia, di cui 90 femminicidi, 1 transcidio, 8 suicidi e 4 morti in fase di accertamento. Sono 15 i tentati femminicidi e 6 le persone uccise perché presenti al momento del femminicidio (dati aggiornati all’8 novembre).
Sono 17 le regioni in cui si registra almeno un caso, in totale si contano casi in 82 città.
In un caso, la vittima ha subito violenza prima di essere uccisa. Sono 12 i casi in cui le donne avevano denunciato o segnalato per violenza o persecuzione nei mesi precedenti. Tre persone uccise erano sex worker, sono 8 i bambini che hanno assistito al femminicidio e 44 i figli minorenni rimasti orfani in seguito all’uccisione della madre.
Sono 32 gli uomini che si sono suicidati dopo aver commesso il femminicidio, 6 hanno tentato il suicidio.
In quasi tutti i casi, vittima e autore del reato si conoscevano: quest’ultimo era il marito, il partner, il convivente o l’ex.
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Sono oltre 30 mila le chiamate all’1522 nel 2023
Sono 30.581 le chiamate registrate al numero 1522 nei primi 9 mesi del 2023, un terzo delle quali arriva da persone che chiedono informazioni sulla tipologia dei servizi forniti (dati Istat).
Circa i due terzi delle chiamate viene poi indirizzata ai servizi più idonei, che in oltre 9 casi su 10 sono centri e servizi antiviolenza, case protette e di accoglienza.
È la violenza fisica a motivare il ricorso al 1522: nel 2023 è stato così nel 47,6 per cento dei casi, a seguire c’è la violenza psicologica.
La maggior parte delle vittime riporta un lungo vissuto di violenze e in quasi 8 casi su 10 si tratta di violenza in ambito domestico. In oltre la metà dei casi i figli hanno assistito alla violenza.
Le vittime hanno dichiarato di aver paura di morire, di temere per la propria incolumità e dei propri cari, di provare ansia e di essere in grave stato di soggezione.
Dai dati emerge però «una persistente resistenza a denunciare», scrive l’Istat. Solo il 15,8% ha denunciato la violenza subita a causa della vittimizzazione secondaria da parte del sistema giudiziario e dei media.
Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: Roma e Messina contro la violenza di genere
Sono diverse le iniziative previste in Italia per celebrare la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Il movimento trasfemminista Non una di meno ha organizzato per il 25 novembre due manifestazioni a Roma e Messina e il 26 novembre porterà la sua assemblea nazionale nella sede della Casa delle donne Lucha y Siesta di Roma, a rischio chiusura (ascolta la puntata del nostro podcast “Diritti al Cuore” del 18 novembre, “Lucha y Siesta, la casa delle donne è in pericolo“).
A Bologna la Casa delle donne per non subire violenza ha organizzato il festival La violenza illustrata che inizia il 25 novembre e si concluderà il 10 dicembre. Tra gli eventi da segnalare, gli incontri sugli orfani dei femminicidi (27 novembre) e sulla vittimizzazione secondaria in ambito giudiziario e sui mass media (1 dicembre).