Yenidia Cuéllar, rischiare la vita per proteggere la biodiversità

Yenidia Cuéllar, leader femminista, contadina e colombiana, è stata ospitata in Spagna grazie a un programma di protezione per i difensori dei diritti umani: rischia la vita per difendere la biodiversità in Colombia

Una delle grandi sfide in Colombia è legata a doppio filo con la salvaguardia dell’ambiente: questo paese dell’America Latina è il secondo a livello mondiale quanto a biodiversità di flora e fauna (il primo è il Brasile).

L’attivismo in questo campo, però, è rischioso. Come dimostrano i dati esposti proprio nel congresso nazionale, dove si è denunciato come la Colombia sia il Paese al mondo con il maggior numero di omicidi di leader ambientalisti. Dei 212 casi segnalati nel 2022 in tutto il mondo, ben 65 sono avvenuti nel paese sudamericano.

Insieme per l’ambiente: la lotta di Yenidia Cuéllar

Per contrastare alla radice questa violenza generalizzata e affrontare la molteplicità dei conflitti che infestano un territorio rurale dove spesso lo Stato è assente, le comunità contadine si sono organizzate in comitati e associazioni, cercando di formalizzare degli spazi di riserva ambientale.

Una di queste realtà è l’Associazione dei Contadini della Valle del Fiume Cimitarra (Acvc), ong che sviluppa un lavoro di coordinamento politico e sociale con il settore rurale di otto comuni della regione del Magdalena Medio colombiano.

Yenidia Cuéllar, membro dell’Acvc, leader contadina e femminista colombiana, ne parla in un’intervista esclusiva a Osservatorio Diritti.

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Yenidia Cuéllar
Murales – Foto: Agencia Prensa Rural (via Flickr)

Comitati d’azione comunitaria, democrazia partecipativa in Colombia

Cuéllar spiega che l’Acvc è composta da 120 Comitati d’azione comunitaria dei comuni di Yondó, Cantagallo, San Pablo, Remedios e del municipio di Ciénaga del Opón de Barrancabermeja nel Magdalena Medio colombiano.

Un’azione capillare e un grande esercizio di democrazia partecipativa dal basso che ha compiuto 27 anni in questo 2023 (è stata fondata nel 1996), nel quadro della difesa integrale dei diritti umani e della lotta per la terra: conflitto che non si è fermato, neanche dopo gli accordi di Pace del 2016 firmati tra le Farc e il governo colombiano.

«In quest’area si è avuta una pace negativa, poiché l’unica cosa che si è ottenuta con gli accordi di Pace è stato il temporaneo silenzio delle armi, senza determinare però una vera opportunità di pace positiva. In altre parole, non si è garantito un reale accesso a una vita dignitosa per le comunità», sottolinea Cuéllar.

Magdalena Medio, nodo di interessi e conflitti per la terra

La Regione del Magdalena Medio (grande fiume colombiano, lungo più di 1.500 km), che comprende i dipartimenti di Antioquia, Boyacá, Bolívar, Caldas, Santander, Tolima e Cundimarca, è un territorio geostrategico situato al centro del paese, un nodo di collegamento tra diversi territori, sia per via terrestre (stradale e ferroviaria), sia fluviale e aerea.

Una zona dove – come spiega Cuéllar, che è anche membro del Coordinamento delle Donne della Valle del Fiume Cimitarra  creata nel 2017 – confluiscono enormi interessi economici, sia nazionali sia internazionali, e dove le zone rurali hanno sofferto in modo particolarmente efferato la violenza dei conflitti che scuotono la Colombia.

La leader contadina racconta come questi territori siano costantemente sottoposti ad un’estrazione mineraria (legale e illegale) incentrata sull’oro, ad operazioni di esplorazione e sfruttamento delle risorse fossili del sottosuolo, a coltivazioni di palma africana (per l’estrazione dell’olio di palma), a grandi estensioni di campi di coca e ad allevamenti estensivi.

Una tensione costante che espone le comunità ad una permanente allerta e che le ha obbligate a cercare strategie di difesa e di organizzazione autonome, come la linea Amarilla (linea gialla) tracciata per proteggere la Serranía de San Lucas, una grande giungla andina che ospita una diversità biologica senza pari.

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Yenidia Cuéllar
Fiume Madgalena, Colombia – Foto: Laurent de Walick (via Flickr)

La linea gialla, insieme per la biodiversità in Colombia

La strategia della “linea gialla” è un esempio di strategia comunitaria ad alto impatto, creata dai gruppi contadini del Magdalena Medio con lo scopo di stabilire un limite tra le aree di colonizzazione contadina e le zone di conservazione della Serranía de San Lucas, con il fine di proteggere l’ecosistema da attività come la deforestazione, l’espansione agricola e la caccia.

Un’area di 70.000 ettari che è stata protetta grazie ad accordi comunitari iniziati negli anni ’80 che hanno consentito di preservare più di 500 specie. Durante varie azioni collettive della comunità sono stati dipinti con vernice gialla una serie di alberi tracciando in questo modo una frontiera per indicare una frontiera da non oltrepassare, un limite vigilato dalle stesse comunità.

L’esempio della linea gialla, spiega  Cuéllar, manifesta l’importanza del processo organizzativo dal basso che può arrivare a promuovere una gestione ambientale che non solo favorisce, come in questo caso, la conservazione della catena montuosa e il recupero degli ecosistemi che la compongono, ma che contribuisce in modo determinante anche al rafforzamento del tessuto sociale.

Yenidia Cuéllar, il soggiorno in Spagna

Yenidia Cuéllar è stata intervistata in occasione di una sua visita istituzionale all’ Università Carlos III di Madrid. L’attivista, infatti, è stata accolta in Spagna grazie al Programma catalano per la protezione dei difensori dei diritti umani (Pcpddh), uno strumento  di appoggio ai difensori dei diritti umani finanziato attraverso l’Agenzia Catalana per la Cooperazione allo Sviluppo e  gestito dalla Commissione Catalana per l’Aiuto ai Rifugiati e l’organizzazione International Action Peace.

Questo programma ha permesso alla leader colombiana di passare 6 mesi in Catalogna, al riparo dalle costanti minacce che riceve per il suo lavoro di protezione e salvaguardia dell’ambiente in Colombia, e che le ha permesso di realizzare attività di advocacy politico, di formazione e di rafforzamento della rete di supporto internazionale.

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