Guatemala, democrazia a rischio alle prossime elezioni
Alle elezioni del 25 giugno il Guatemala sarà chiamato a votare il successore del presidente Alejandro Giammattei. Ma la democrazia appare già compromessa. Ecco perché
Il Guatemala si avvicina a un processo elettorale dove non sono garantite le libertà costituzionali e dove la giustizia ha operato come filtro per escludere possibili candidature alla presidenza che risultano scomode all’attuale dirigenza del paese centroamericano. Le elezioni sono previste per il prossimo 25 giugno.
Tra le candidature bocciate c’è quella di Thelma Cabrera, leader indigena maya Mam, attivista per la difesa dei diritti umani, che si presentava in coppia con l’ex procuratore nazionale per i diritti umani, Jordán Rodas.
Entrambi sono membri del partito politico di sinistra Movimento per la liberazione dei popoli (Mlp) e hanno già incontrato la Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) a Washington per denunciare questa situazione.
La Cidh ha diffuso un comunicato in merito, nel quale invita lo Stato guatemalteco «a garantire i diritti politici, il pluralismo e la pari partecipazione al processo elettorale», sottolineando come le autorità giudiziarie competenti debbano agire in conformità con il quadro normativo e gli standard interamericani.

Elezioni in Guatemala, l’allarme della comunità internazionale
Anche Human Rights Watch, congiuntamente al Washington Office on Latin America, ha lanciato un allarme, avvertendo che la decisione del Tribunale supremo elettorale (Tse) del Guatemala di impedire la partecipazione di alcuni candidati alle elezioni presidenziali di giugno 2023 si basa su motivi dubbi, mette a rischio i diritti politici e mina la credibilità del processo elettorale nella sua totalità.
Il caso del binomio Thelma Cabrera – Jordán Rodas è arrivato anche al parlamento europeo, dove la coppia il 21 marzo ha potuto esporre le proprie ragioni e denunciare l’abuso del Tse, che ha determinato la loro esclusione, ottenendo l’appoggio di vari eurodeputati.
Cabrera e Rodas non sono però i soli. A fare scalpore è anche l’esclusione dall’arena elettorale di Roberto Arzú, imprenditore e uno dei candidati della destra, colpevole, secondo il Tse, di aver violato le regole che vietano di iniziare la campagna elettorale prima della data ufficiale prevista, in questo caso il 26 marz.
«Questi procedimenti penali sembrano essere privi di fondamento e fanno parte di uno sforzo più ampio per limitare la possibilità che le prossime elezioni siano libere ed eque».
Ad averlo dichiarato è Juan Pappier, vicedirettore ad interim per le Americhe di Human Rights Watch.

Zury Rios, chi è la favorita alle prossime elezioni presidenziali in Guatemala
Oltre alla poca trasparenza delle decisioni del Tse per la determinazione dei candidati che concorreranno alla presidenza della repubblica (20 candidati ufficialmente accettati), c’è il caso della politica di lungo corso Zury Mayté Ríos Sosa.
La 55enne guatemalteca è stata per quattro volte consecutive eletta come deputata nel Congresso del Guatemala, dal 1996 al 2012, ed oggi è una della candidate favorite (secondo molti la grande favorita) per succedere all’attuale presidente Alejandro Giammattei.
Zury Rios però non è una candidata qualunque, visto che è la figlia del militare e dittatore guatemalteco Efraín Ríos Montt, morto nel 2018. E nonostante esista una legge in Guatemala che esclude l’elezione a presidente per i consanguinei dei dittatori (articolo 186, comma C della Costituzione), il suo tramite burocratico è stata una pura formalità per il Tse.
La figlia di colui che ha insanguinato il paese centroamericano tra il 1982 e il 1983 può contare sulle grandi famiglie del paese, oltre che sull’appoggio dell’apparato militare: con queste carte a disposizioni Zury ha ottime possibilità di convertirsi nella prima donna a ricoprire la carica di presidente in Guatemala.

Guatemala, democrazia in pericolo
Il degrado della democrazia in Guatemala è visibile e diversi indicatori danno conto di una situazione al collasso. Oltre alle ingerenze nel processo elettorale del Tse, i dati di Trasparency International sulla percezione della situazione della corruzione nel paese sono in peggioramento (il Guatemala si trova al 150esimo posto su 180 paesi).
Anche il dossier sulla libertà di stampa a livello mondiale del 2022 di Reporter senza Frontiere aiuta a delineare il quadro di una situazione molto precaria. Infatti anche in questa classifica il Guatemala si trova in una pessima posizione (124esimo posto).
Nel documento si sottolinea che, nonostante la libertà di espressione sia garantita dalla Costituzione, questo diritto è costantemente violato dalle autorità e dagli attori politici. I giornalisti e gli organi di stampa che indagano o criticano atti di corruzione e violazioni dei diritti umani spesso subiscono rappresaglie, come campagne di discredito e procedimenti penali.
Di fronte a questo scenario, troviamo l’appello di Ana María Méndez-Dardón, direttrice per il Centro America di Wola: «Mentre le autorità guatemalteche aumentano i loro sforzi per escludere i candidati alla presidenza, la comunità internazionale deve urgentemente intensificare i suoi sforzi per proteggere la democrazia nel paese».