Firenze, interrotti due servizi sociali per marginalità e dipendenze
La Regione Toscana non rinnova la convenzione con il Cnca scaduta a fine 2022 e così l'unità di strada Out Siders di Firenze si ferma e il centro Porte Aperte funziona a ritmo ridotto. Il sindacato chiede di tutelare lavoratori e utenti
Dal 1° aprile si sono fermati due servizi attivi da anni sul territorio di Firenze che offrono assistenza a centinaia di persone in condizioni di marginalità sociale e con dipendenze da sostanze.
Negli ultimi tre mesi, la cooperativa sociale Cat che li gestisce ha garantito la presenza dei suoi operatori nonostante il mancato rinnovo della convenzione tra la Regione Toscana e il Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza (Cnca), scaduta a fine 2022.
In seguito, però, ha dovuto fermare le uscite sul territorio dell’Unità di strada Out Siders e ridurre gli orari di apertura del Centro a bassa soglia Porte Aperte, perché non riesce più ad anticipare le risorse necessarie per tenere attivi i servizi. I 12 lavoratori impiegati nei due servizi sono stati dirottati su altri progetti per garantire loro le ore di lavoro.
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Servizi sociali a Firenze: preoccupazione per utenza fragile e posti di lavoro
La situazione è grave, come ha denunciato la Fp Cgil Firenze qualche giorno fa, dichiarandosi pronta a dare vita alle iniziative più opportune per tutelare lavoratori e utenti e alla mobilitazione in caso di mancata riattivazione della convenzione. Il rischio, infatti, è che i lavoratori vedano ridotti i livelli occupazionali e retributivi e che gli utenti perdano un servizio fondamentale.
«Abbiamo chiesto che i servizi vengano riattivati e che, nell’attesa, il Comune di Firenze si faccia carico di garantirlo. In altre province si è verificato lo stesso problema e le amministrazioni hanno anticipato le risorse per non sospendere il servizio. Il Comune di Firenze, invece, non lo ha fatto. In questi mesi la cooperativa ha tenuto in piedi i progetti in assenza di convenzione, con il rischio di non vedersi riconosciuto il lavoro», ha spiegato a Osservatorio Diritti Sabrina Tamburini della Fp Cgil Firenze.
Dopo aver scritto una lettera alla Regione Toscana per chiedere un confronto sulla vicenda, il sindacato ha proclamato lo stato di agitazione. La Regione non ha risposto alla lettera e non si è presentata all’incontro dello scorso 21 marzo convocato dal prefetto, in cui erano presenti sia la cooperativa, sia il Cnca.
«Ora però sembra che la bozza di convenzione sia pronta, ma ancora non ne conosciamo il contenuto, non sappiamo se sono stati previsti tagli alle risorse previste per i due servizi e non sappiamo se verrà riconosciuto il pregresso. Se venisse rimodulata in modo importante, potrebbe verificarsi un problema di tenuta occupazionale e di perdita di ore di lavoro. La cooperativa infatti sta provando a ricollocare gli operatori su altri servizi, ma si tratta di una soluzione temporanea, che non può durare a lungo», sottolinea la sindacalista.
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Quali sono i servizi sociali in pericolo a Firenze e cosa si rischia
L’Unità di strada Out Siders è nata nel 2001 ed effettua cinque uscite settimanali nelle zone di maggiore aggregazione e ritrovo di consumatori di sostanze. Gli operatori – esperti di riduzione del danno e mediatori linguistici – forniscono presidi sanitari per prevenire infezioni (Hiv, Hcv, Hbv e altre sessualmente trasmissibili) e overdose, fanno attività di counseling per favorire i percorsi di uscita dalla dipendenza, instaurano una relazione sul tessuto urbano con la popolazione che incontra il consumo, lavorano sullo stigma sociale e si pongono come mediatori di conflitti tra cittadini e istituzioni. Dal 1° aprile le uscite si sono fermate e gli operatori sono stati spostati in altri progetti della cooperativa Cat.
Porte Aperte è attivo dal 1997 ed è un centro diurno a bassa soglia (vi arrivano persone inviate dai servizi o tramite il passaparola) che offre un momento di pausa dalla strada o dall’uso di sostanze, dove le persone in condizioni di marginalità, senza dimora, con dipendenze, uscite da strutture sanitarie, comunità o carcere, migranti, persone che si sono impoverite dopo aver perso il lavoro, possono farsi una doccia, mangiare, ma anche accedere a servizi sanitari, di consulenza legale, accompagnamento ai servizi, colloqui e trovare aiuto per sviluppare la propria autonomia. Nel 2022 ha erogato circa 200 prestazioni ed è stato aperto tutti i giorni, anche nel fine settimana. Dal 1° aprile 2023 vi si può accedere solo al mattino.
«I due progetti sono conseguenti: Out Siders incontra le persone in contesti informali in strada, il centro Porte Aperte è un drop in dove si risponde ai bisogni primari, si fa accoglienza e si possono creare percorsi di emersione dalla marginalità. Sono servizi importantissimi perché senza questo primo passo si rischia poi di dover intervenire in situazioni di emergenza», conclude Tamburini.