Panama: il cambio di politica migratoria di Biden non ferma i migranti
Sono già decine di migliaia i migranti che hanno attraversato il Darién in queste prime settimane del 2023. Un flusso che non cessa nonostante il cambio di politica migratoria dell’amministrazione di Joe Biden negli Usa
Non si ferma il flusso di persone che continuano a percorrere la rotta infernale della selva che divide Colombia e Panama, per poi attraversare il Centroamerica e arrivare a Tapachula, la città del Messico alla frontiera con il Guatemala dove sperano di poter ottenere un permesso migratorio di 30 giorni per raggiungere finalmente il nord del Messico ed entrare negli Usa.
La foresta in questione, con un nome già tristemente famoso, è quella del Darién Gap (Corridoio del Daríen), conosciuta per essere una delle rotte migratorie più dure e pericolose al mondo. Secondo i dati del Servizio nazionale di migrazione di Panama (Snm), sono state 248 mila le persone che hanno rischiato la vita per oltrepassare questo “inferno” nel 2022, una frontiera naturale che divide il Sudamerica dal Centroamerica.
Panama: migranti da Venezuela, Ecuador, Haiti, Cuba e Colombia
Di questi, ben 150 mila arrivavano dal Venezuela, seguiti da quasi 30 mila migranti provenienti dall’Ecuador, 22.500 da Haiti, 6 mila da Cuba e 5 mila dalla Colombia (le prime 5 nazionalità per numero di migranti nel 2022).
A queste nazionalità vanno aggiunte migliaia di persone provenienti da più di 50 paesi diversi, includendo stati africani e asiatici, che mettono il loro destino in mano ai trafficanti per superare la foresta e arrivare nella prima stazione di ricezione migratoria (Erm) panamense disponibile.
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La politica migratoria degli Stati Uniti non risolve la situazione
La grave situazione del 2022 aveva spinto le autorità regionali a cercare una soluzione coordinata, ma soprattutto aveva obbligato il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a cambiare la sua politica migratoria, offrendo un canale preferenziale a venezuelani, cubani, nicaraguensi e haitiani, a patto che non cercassero di arrivare negli Usa in modo irregolare (leggi anche Immigrazione Stati Uniti, cambia la politica migratoria Usa. Ma Biden ripete: «Non venite»).
Quello che dicono le prime settimane del 2023 però è molto diverso da quanto programmato dalla Casa Bianca. Infatti, non solo il flusso migratorio non si è fermato, ma è addirittura aumentato, come testimoniato dai dati ottenuti da Efe in un’intervista a María Isabel Saravia, vicedirettrice del Snm di Panama: più di 31.000 migranti avevano già attraversato il Daríen all’8 di febbraio scorso, quasi lo stessa cifra del totale primi 5 mesi del 2022.
Emergenza migratoria a Panama
La situazione a Panama continua a essere grave e l’emergenza migratoria si è acutizzata in questi primi due mesi del 2023. Sempre Saravia ha spiegato che, prendendo in considerazione solo il mese di gennaio, possiamo vedere che si sono registrati 24.634 ingressi di migranti, più di 5 volte il totale dello stesso mese dell’anno passato.
Analizzando i dati possiamo però osservare delle differenze, come ad esempio la forte diminuzione del numero di persone venezuelane che attraversano il Daríen. Un calo riferibile alla nuove politiche migratorie di Washington, che però non cambia la situazione, visto che sono aumentate in modo considerevole le persone provenienti da altri paesi.
Le cifre di gennaio parlano di 12.585 haitiani e 8.240 ecuadoriani, di fronte a “soli” 3.535 venezuelani, oltre a centinaia di persone provenienti da più di 30 paesi diversi.
Di fronte a questi numeri e agli scenari regionali (crisi sociali in Ecuador, Cuba, Nicaragua e Haiti, tra altre) e internazionali (guerra in Ucraina, cambiamenti climatici, crisi economica postcovid), dal Servizio nazionale di migrazione di Panama la proiezione per il 2023 è allarmante, con uno scenario che potrebbe essere peggiore del 2022.
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Decine di migranti morti in un incidente stradale a Panama
In mezzo a questa nuova ondata che ha preso alla sprovvista le autorità panamensi, si è registrato il peggior incidente automobilistico della storia del paese centroamericano, che riguarda un bus che trasportava delle persone migranti e che ha provocato la morte di decine di loro.
Il fatto risale alle prime ore della mattina del 15 febbraio ed è accaduto a Gualaca, nella provincia di Chiriquí. I migranti erano in viaggio per raggiungere una Erm dalla quale sarebbero poi stati trasferiti in Costa Rica per continuare il loro viaggio verso nord.
Durante il tragitto, però, in circostanze non ancora del tutto chiarite dalla autorità, il bus ha avuto una collisione con un altro veicolo, un minibus, uscendo di strada. Dei 66 migranti a bordo, 22 provenivano dall’Ecuador, 16 da Haiti, 11 dal Venezuela, 6 dal Brasile, 5 dalla Colombia, 2 dal Camerun, 2 da Cuba, uno dalla Nigeria e uno dall’Eritrea. In totale viaggiavano anche 20 minorenni sul veicolo: 12 ragazzi e 8 ragazze. Di queste 66 persone, 41 sono decedute per l’impatto o per le ferite riportate.
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Lo scandalo degli abusi sessuali del Senafront
Alla situazione di emergenza, si sommano le denunce dell’Onu su abusi sessuali commessi dalle autorità panamensi su donne e bambine migranti dentro le stazioni di ricezione migratoria.
Queste denunce sono raccolte in un documento delle Nazioni Unite di 18 pagine al quale ha avuto accesso il giornale spagnolo El País, che l’11 febbraio rendeva nota la drammatica notizia, pubblicando stralci del testo:
“Secondo queste denunce, il personale del Snm e del Senafront (Sevizio Nazionale di Frontiera) avrebbe richiesto scambi sessuali alle donne e alle ragazze ospitate nell’Erm di San Vicente che non hanno i soldi per coprire le spese di trasporto”.
Il report dell’Onu denuncia inoltre le condizioni di vera e propria detenzione dei migranti all’interno delle Erm in condizioni precarie e insalubri, di abusi di potere da parte della autorità panamensi e di uso eccessivo della forza.
I migranti che arrivano nelle Erm appena fuori dal Darién non possono lasciarle fino a quando non trovano il modo di pagare il bus per essere trasportati in un’altra stazione di ricezione migratoria al confine con il Costa Rica. Un biglietto che costa 40 dollari e per il quale molti uomini devono prestare ore e ore di lavoro in condizione di sfruttamento, mentre alle donne e ragazze vengono richiesti “favori” sessuali.
Nella denuncia de El País possiamo leggere anche alcune dichiarazioni di Felipe González Morales, relatore speciale per i diritti umani dei migranti dell’Onu, che spiega:
«Anche le persone che fanno richiesta di asilo a Panama non vengono autorizzate a lasciare le ERM fino alla fine della procedura, che secondo quanto riferito può richiedere diversi mesi».