Artivismo: diritti umani violati e libertà artistica a rischio in America Latina

Il moltiplicarsi dei contesti autoritari e delle strategie di repressione provocano censura, arresti arbitrari e migrazione forzata. E così la libertà di espressione artistica in America Latina diventa sempre più un miraggio

Il rapporto Arte in fermento: libertà artistica e diritti umani in America Latina e nei Caraibi, lanciato a dicembre 2022 ed elaborato da Artists at Risk Connection (Arc) in collaborazione con Amnesty International e Labo Ciudadano, descrive come l’aumento di autoritarismo e repressione nella regione metta a rischio anche gli artisti.

«Con l’ascesa dell’autoritarismo, la violenta repressione dei movimenti sociali e le politiche invasive messe in atto in risposta al Covid-19, gli artisti in America Latina e nei Caraibi sono minacciati», afferma Amnesty International. Ed è per questo che nel rapporto Arte in fermento (disponibile qui in Pdf) vengono esaminati i rischi che gli artisti affrontano ovunque nella regione e si offrono raccomandazioni su come difendere e promuovere la libertà di espressione artistica.

Il documento nasce dalla sistematizzazione dei risultati chiave di un seminario virtuale realizzato nel primo semestre 2022 al quale hanno partecipato 31 tra artisti, difensori dei diritti umani e professionisti della cultura provenienti da 10 diversi paesi della regione latinoamericana.

Leggi anche:
Perù, le proteste arrivano a Lima e la repressione fa altre decine di vittime
Messico: il matrimonio egualitario diventa un diritto in tutto il Paese 

artivismo significato
Il volto della repressione in una rappresentazione artistica a Quito, Ecuador – Foto: © Diego Battistessa

Artivismo e diritti umani in America Latina: i risultati chiave del rapporto

Esiste una sistematica criminalizzazione nella regione che vuole etichettare gli artisti come sobillatori e dissidenti, utilizzando il sistema penale come elemento di deterrenza contro l’esercizio delle libertà di espressione artistica. Nonostante ciò, tanto in Cile quanto in Colombia, si è assistito ad una forte partecipazione dei movimenti artistici e culturali nei processi che hanno portato a cambiamenti politici democratici di portata storica.

Cresce però il numero di artisti e attivisti in esilio, un esodo volontario o forzato a seconda dei casi, ma che nasce in contesti dove la censura e la repressione contro la libertà di espressione artistica sono diventate pratiche di governo, come Cuba e Nicaragua.

Particolarmente allarmante è il caso di Cuba, dove gli artisti stanno subendo una repressione senza precedenti e dove la maggior parte di loro è costretto a un esodo silenzioso per scappare alle crescenti persecuzioni e vessazioni a causa del loro artivismo.

Più volte Osservatorio Diritti ha raccontato del braccio di ferro tra governo cubano e gli artisti sul diritto al dissenso e dell’ondata di arresti seguita alle manifestazioni del 2020 e del 2021.

Se ampliamo lo sguardo a livello regionale, il rapporto ci segnale che tra il 2019 e il 2021 in America Latina sono stati registrati 85 casi di violazione della libertà di espressione artistica, che hanno riguardato 143 opere d’arte o artisti. Oltre a ciò, si sono verificati 25 casi di censura digitale e 29 opere o artisti censurati.

Leggi anche:
Cuba: il governo Díaz-Canel prova a silenziare il dissenso
Nicaragua, Chiesa cattolica sotto attacco: Ortega inasprisce la persecuzione

artivismo opere
L’artista Virgelina Chará racconta i mesi della pandemia in un libro cucito. Bogotà, Colombia – Foto: © Diego Battistessa

Arte, politica, impegno: il significato dell’artivismo

L’arte e gli artisti hanno svolto, e continuano a svolgere, un ruolo centrale nei movimenti di protesta e di emancipazione che hanno percorso l’America Latina prima, durante e dopo il picco della pandemia da Covid -19. Un esempio è Covid Latam, progetto di diciotto fotografi per raccontare il coronavirus in America Latina.

Per analizzare queste dinamiche e offrire delle testimonianze concrete, Arc ha proposto nel podcast ¡El Arte no Calla! le voci di artisti e attivisti che hanno affrontato nell’ultimo periodo contesti di effervescenza sociale, come quelli in Cile, Colombia, Guatemala, Cuba e Brasile, tra gli altri.

Il passaggio da una dimensione di espressione personale a quello dell’incarnazione attraverso le proprie opere di una lotta collettiva è ben sintetizzato da un messaggio di un’artista guatemalteca contenuto nel rapporto:

«L’arte è sempre collettiva, anche se prodotta individualmente, perché sempre connette e comunica. L’emancipazione è legata all’essere. È qualcosa che senti. Bisogna lasciare un po’ la ragione e passare al sentimento. L’emancipazione è sentire la libertà, è vivere di ciò che ci spinge a fare ciò che facciamo».

Leggi anche:
Diritti umani a Cuba: braccio di ferro tra governo e artisti sul diritto al dissenso
El Salvador: giornalisti spiati dallo Stato

artivismo arte politica impegno
Quito, Ecuador, maggio 2021 – Foto: © Diego Battistessa

Artivisti a rapporto

Arc, Amnesty International e Labo Ciudadano sono le tre entità che hanno promosso il seminario e questo rapporto. Ma se da un lato Amnesty International è un movimento globalmente riconosciuto, nel quale orbitano oltre 10 milioni di persone che si spendono per i diritti umani, dall’altro ci sono realtà meno conosciute come Arc e Labo Ciudadano.

«Gli artisti corrono dei rischi per noi tutti» è invece la frase di apertura del sito Artists at Risk Connection (Arc), un progetto di Pen America, un’organizzazione nata nel 1922 per difendere la libertà di espressione, che sostiene il diritto alla libertà di espressione artistica e si impegna a consentire agli artisti di vivere e lavorare senza paura.

Una rete globale formata da 800 organizzazioni, che forniscono appoggio e risorse per artisti e professionisti del mondo della cultura che affrontano situazione di pericolo. Arc si impegna nel denunciare e rendere visibili  le minacce alla libertà di espressione artistica sensibilizzando l’opinion pubblica sul lavoro degli artisti perseguitati per mobilitare una difesa comunitaria e globale delle persone vittime della repressione.

Infine è da segnalare Labo Ciudadano, collettivo di attivisti e artisti che in Venezuela usa la resistenza nonviolenta insieme ad azioni creative e artistiche per promuovere i diritti umani e l’innovazione politica.

Oltre l’artivismo: raccomandazioni e proposte

Nella parte finale di questo documento, 63 pagine in tutto, si trova una serie di raccomandazioni e proposte che vogliono provare a stabilire un piano comune per fare rete e supportare gli artisti che individualmente, o come parte di collettivi culturali, soffrono censura, persecuzione o repressione.

Tra queste raccomandazioni spicca la necessità di rafforzare e aggiornare le reti esistenti, concentrandosi anche nell’ampliare le piattaforme di solidarietà e mutuo appoggio per affrontare problemi comuni e mitigare la violenza.

Le costanti minacce, persecuzione e attacchi hanno un elevato costo emotivo per gli artisti e i collettivi che affrontano la repressione governativa e, proprio per questo, la questione della salute mentale va affrontata con più impegno ed efficacia.

Inoltre, risulta necessario rafforzare la sicurezza digitale di artisti e attivisti organizzando workshop che possano metterli al riparo da attacchi sempre più tecnologicamente avanzati. Attacchi che in America Latina colpiscono anche i giornalisti e i professionisti della comunicazione.

Infine, nel rapporto si dà enfasi all’importanza della connessione e coordinamento tra i settori dell’arte, della cultura e dei diritti umani, che soffrono ancora della tendenza ad essere separati e a non comunicare tra loro a livello regionale.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.