Filippine, diritti umani violati: esecuzioni extragiudiziali in nome della giustizia rivoluzionaria

Human Rights Watch accusa il New People's Army di aver compiuto esecuzioni extragiudiziali contro presunti «nemici del popolo» al termine di processi farsa. Una prassi, questa, contraria ai diritti umani e che vìola il diritto umanitario internazionale

da Chiang Mai (Thailandia)

I guerriglieri comunisti filippini del New People’s Army (Npa), il braccio armato del Communist Party of the Philippines (Cpp), sono stati nuovamente accusati di aver eseguito esecuzioni extragiudiziali in nome della «giustizia rivoluzionaria» inflitta contro i «nemici del popolo».

Secondo la denuncia dell’ong Human Rights Watch (Hrw), le uccisioni sarebbero avvenute nella provincia di Negros Occidental, nelle Filippine centrali, nell’agosto scorso e rese note solo recentemente. Le vittime non avrebbero avuto un processo, né la possibilità di difendersi adeguatamente. Come già successo in molte altre occasioni in passato.

Diritti umani violati nelle Filippine: le uccisioni non rispettano il diritto internazionale umanitario

«Il New People’s Army ha una lunga storia di esecuzioni di persone a seguito di processi che non soddisfano i più elementari standard di equità», ha affermato Carlos Conde, ricercatore senior delle Filippine di Hrw.

«Le scarne informazioni fornite dal gruppo armato su queste recenti esecuzioni suggeriscono che, ancora una volta, le pene più severe sono state inflitte senza alcun riguardo per i precetti fondamentali del diritto internazionale».

Chi sono le vittime degli omicidi extragiudiziali nelle Filippine

In una dichiarazione l’Npa ha confermato tre esecuzioni. La prima è avvenuta il 7 agosto nel villaggio di Calavatra. I guerriglieri comunisti hanno ucciso Rodel Nobleza, 37 anni, accusato di aver fornito informazioni all’esercito regolare sulle attività del gruppo armato.

Il 12 agosto, nello stesso villaggio, i combattenti hanno giustiziato Renato Estrebillo, 43 anni, anche lui accusato di essere una spia per conto delle autorità.

Il 26 agosto, infine, nel mirino delle armi da fuoco dell’Npa è finito Benjamin Javoc, 54 anni, rappresentante del villaggio di Lalong, nella città di Calatrava, con l’accusa di aver «commesso crimini contro il popolo e il movimento rivoluzionario».

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AKP Images / Keith Bacongco (via Flickr)

Diritti umani violati: nessun dettaglio sui processi

L’Npa ha cercato di giustificare le esecuzioni spiegando che gli uomini sono stati accusati di essere spie per conto dell’esercito filippino e di aver commesso altri reati comuni. Il gruppo armato ha anche affermato che le accuse sarebbero state presentate davanti a un fantomatico «tribunale del popolo», dopo «un’indagine e un processo approfondito».

Ma come spiega Hrw, la guerriglia comunista non ha fornito alcun dettaglio sui processi, sollevando forti dubbi sul fatto che gli uomini fossero presenti e avessero avuto l’opportunità di presentare una adeguata difesa.

In più, secondo quanto accertato dall’organizzazione per i diritti umani, tutti e tre gli uomini sarebbero stati uccisi quando non erano sotto la custodia del gruppo armato. Javoc è stato colpito da colpi di arma da fuoco all’interno della sua abitazione, Estrebillo è stato colpito mentre stava uscendo da casa e Nobleza è stato ucciso dopo che presunti ribelli lo hanno fermato mentre guidava una motocicletta insieme a due bambini.

Storia delle esecuzioni: gli omicidi durano da diversi anni

Nel dicembre 2021 il comando dell’Npa ha confermato altre due esecuzioni di persone accusate di fornire informazioni all’esercito. Il gruppo armato il 14 dicembre, a Toboso, ha giustiziato Mariel Encarquez. Il giorno successivo, nella stessa città e con la stessa accusa, ha ucciso Ponciano Carbajosa.

Nell’ottobre 2015 l’Npa si è assunto la responsabilità dell’uccisione di Dario Otaza, 53 anni, sindaco della città di Loreto, nella provincia di Agusan del Sur, e di suo figlio Daryl, 27 anni.

Nel 2010 il gruppo armato ha rivendicato diversi omicidi. Tra questi quello di Mateo Biong, Jr., un ex sindaco della città di Giporlos, Sergio Villadar, un coltivatore di canna da zucchero a Escalante e Leonardo Behing, uno dei leader di Lupaca, un’organinizzazione paramilitare che si diceva affiliata alle forze armate filippine e che successivamente è stata dichiarata una banda criminale con sede nel città di Sibaga.

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Foto: Keith Bacongco (via Flickr)

Filippine, cos’è il New People’s Army

L’Npa (in filippino Bagong Hukbong Bayan), che viene considerato dal governo di Manila, dagli Stati Uniti e dall’Unione europea un’organizzazione terroristica, è stato fondato nel marzo del 1969 da Bernabe Buscayno – più conosciuto con il suo nome da battaglia Commander Dante – e da Jose Maria Sison (alias Amado Guerrero) in esilio nei Paesi Bassi dal 1987.

La rivolta comunista, che mira a consolidare il potere attraverso una rivoluzione popolare, in oltre 50 anni di violenze ha provocato la morte di più di 30 mila persone. Attualmente, secondo le stime delle autorità filippine, il gruppo avrebbe meno di 4 mila combattenti. Alla fine degli anni Ottanta, quando controllava diverse parti del territorio, in particolare le zone rurali del Paese, erano stimati in più di 25 mila unità.

Negli anni l’organizzazione armata ha giustiziato numerose persone giudicate «colpevoli» dai suoi tribunali del popolo. Molti di questi sono stati condannati in contumacia, negando loro il diritto di presentare una difesa davanti a un tribunale imparziale.

I ribelli hanno anche ucciso o torturato presunti traditori dell’Npa o della sua ala politica Cpp, in particolare durante la fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta, quando centinaia di quadri sono stati accusati di essere «agenti di penetrazione profonda» dell’esercito filippino.

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Foto: Keith Bacongco (via Flickr)

Human Rights Watch: «L’Npa rispetti la Convenzione di Ginevra»

«In quanto parte di un conflitto armato interno, l’Npa è obbligato a rispettare il diritto umanitario internazionale, compreso l’articolo 3 comune alle Convenzioni di Ginevra del 1949 e il suo Secondo protocollo addizionale del 1977 (Protocollo II), di cui le Filippine sono parte», si legge nella denuncia di Hrw.

«Il diritto internazionale umanitario proibisce l’uccisione sommaria o il maltrattamento di civili in custodia o di combattenti catturati e le punizioni dopo procedimenti che non soddisfano gli standard internazionali sul giusto processo».

«Il New People’s Army dovrebbe immediatamente smettere di giustiziare le persone dopo processi fasulli da parte di tribunali fasulli», ha detto Conde. «Il Partito Comunista dovrebbe riconoscere che l’illegalità e la crudeltà sfrenate non sono un modo per conquistare il popolo filippino», ha concluso.

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