Diritti umani: dall’elenco delle sette aree d’azione dell’Onu alle novità normative
Un elenco di sette aree d'azione, una nuova legge europea in arrivo e violazioni diffuse in tutto il mondo: ecco il punto sul tema dei diritti umani in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani 2022
«I diritti umani sono il linguaggio comune dell’umanità», parole di Volker Türk, nuovo Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Un linguaggio che si basa sui 30 articoli della Dichiarazione universale dei diritti umani dell’Onu, approvata il 10 dicembre 1948 fa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Dalla situazione in Qatar ai report di Amnesty International e Human Rights Watch
Il dibattito a livello internazionale sui diritti umani è oggi più acceso che mai e il catalizzatore delle ultime settimane è stato sicuramente il Mondiale di Calcio iniziato a Doha, in Qatar, il 20 novembre scorso (terminerà il 18 dicembre).
Sul nostro podcast sui diritti umani quotidiano, Diritti e Rovesci, avevamo analizzato e condiviso le denunce di Amnesty International (ascolta l’episodio) e della Campagna Abiti Puliti (vai alla puntata) rispetto alle massive violazioni dei diritti umani alla radice di questo enorme evento sportivo. Ma purtroppo non è un’eccezione.
L’Onu ci ricorda infatti che la noncuranza per i diritti umani è molto diffusa, con sistematiche e gravi violazioni, impunità dilagante, incitamento all’odio, misoginia, esclusione e discriminazione in aumento, polarizzazione sociale, degrado ambientale e accesso ineguale alle risorse e alle opportunità.
Insomma, una situazione preoccupante che ha posto a livello mondiale le enormi brecce e disuguaglianze sociali, economiche e di accesso alle risorse con il Covid-19 nel 2020 e 2021 e che con l’invasione russa in Ucraina (febbraio 2022) ha sublimato il disprezzo per la dignità umana (in violazione ai trattati vigenti).
A conferma della tendenza dettagliata dall’Onu sono arrivati in questo 2022 anche i report annuali di Human Right Watch e Amnesty International (relativi all’anno precedente), che mostrano paese per paese questo deterioramento.
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Diritti umani: elenco delle sette aree d’azione dell’Onu su questo tema
Per contrastare questa situazione le Nazioni Unite lanciarono un invito all’azione mondiale il 25 febbraio 2020, individuando sette aree tematiche per investire sulla diffusione e accettazione dei diritti umani e fermare il rischio reale di una regresso mondiale in questa materia.
Questo appello riconosce i diritti umani come centrali per le nostre questioni più urgenti e li colloca come asse portante dell’Agenda 2030. Le sette aree tematiche sono: i diritti al centro dello sviluppo sostenibile; diritti in tempi di crisi; parità di genere e pari diritti per le donne; partecipazione pubblica e spazio civico; diritti delle generazioni future (in particolare la giustizia climatica); i diritti al centro dell’azione collettiva; nuove frontiere dei diritti umani.
Soprattutto nell’ultima area tematica, quella relativa alle nuove frontiere dei diritti umani, l’Onu si concentra sui nuovi spazi digitali che forniscono nuovi mezzi per sostenere, difendere ed esercitare i nostri diritti. Le stesse Nazioni Unite avvertono però che queste nuove tecnologie consentono anche la censura, la sorveglianza, l’intimidazione e altre violazioni dei diritti fondamentali (leggi anche El Salvador: giornalisti spiati dallo Stato).
Per questo motivo, il documento ufficiale che accompagna quest’area tematica sottolinea tre aspetti: linee guida sulla due diligence in materia di diritti umani per evitare sorveglianza, repressione, censura e molestie online; un hub online per i diritti umani e la tecnologia digitale che fornisce tutte le risorse delle Nazioni Unite sui diritti umani e le nuove tecnologie organizzato in diverse aree tematiche; advocacy per la promozione e la protezione dei diritti umani nello spazio digitale.
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Quali sono gli obiettivi lanciati con la Giornata mondiale dei diritti umani 2022
A partire dalla Giornata mondiale dei diritti umani 2022, l’Onu inizia una campagna di un anno per promuovere e riconoscere il 75° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sottolineandone l’eredità, la rilevanza e l’attivismo.
Sul sito della campagna leggiamo che «la Dichiarazione universale dei diritti umani è stata redatta da rappresentanti con diversi background giuridici e culturali provenienti da tutte le regioni del mondo. Nel tempo è stato accettato come un contratto tra i governi e i loro popoli».
Sempre l’Onu sottolinea che nei decenni successivi all’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani (Dudu), avvenuta nel 1948, si è visto un riconoscimento e una garanzia sempre maggiore di questi diritti, che sono serviti come base per un sistema in espansione di protezione dei diritti umani che oggi si concentra anche su gruppi vulnerabili come persone con disabilità, popoli indigeni e migranti.
Allo stesso modo è però innegabile che la Dudu e le sue promesse di dignità e uguaglianza dei diritti siano costantemente sotto attacco, soprattutto negli ultimi anni dove, come ha ricordato il segretario generale dell’Onu António Guterres nel lancio delle sette aree tematiche, esiste un rischio reale di involuzione in materia di diritti umani.
In questo senso anche Volker Türk, il nuovo Alto commissario Onu per i diritti umani in carica dal 17 ottobre, è stato chiaro «È assolutamente palese che dobbiamo riconquistare l’universalità e l’indivisibilità dei diritti umani, trovando una nuova energia che motivi i giovani di tutto il mondo».
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Diritti umani violati: le Linee guida dell’Onu per le imprese non bastano
Una delle nuove frontiere che interessano l’ambito dei diritti umani riguarda sicuramente le imprese, tanto quelle che operano a livello nazionale, così come, soprattutto, quelle che operano a livello internazionale. Su Osservatorio Diritti abbiamo raccontato a più riprese le violazioni massive dei diritti umani (individuali o collettivi) realizzate da imprese estrattive (ad esempio in America Latina o Africa) e abbiamo anche creato una newsletter su “Imprese e Diritti Umani” per rimanere aggiornati su questo tema (ci si può iscrivere durante le nostre campagne di raccolta fondi).
Ad oggi non esiste un trattato vincolante in questo ambito e le Linee Guida dell’Onu in materia di imprese e diritti umani del 2011 (testo conosciuto anche come “Principi Ruggie”) non hanno prodotto l’impatto sperato.
Una svolta poteva arrivare all’inizio di questo dicembre 2022 dalla riunione del Consiglio de ministri dell’Industria degli Stati dell’Unione europea, che si erano riuniti per adottare un orientamento generale del Consiglio sulla proposta della Commissione di direttiva europea per la due diligence sulla sostenibilità aziendale.
L’obiettivo della norma, che si sta discutendo da febbraio scorso, è quello di obbligare le imprese a prevenire violazioni dei diritti umani e dell’ambiente e ad assumersi la responsabilità civile per riparare ai danni. Ma il testo è uscito dalla riunione impoverito in alcuni suoi pilastri e ha sollevato le dure e compatte critiche della società civile (ascolta l’approfondimento sul nostro podcast).
Ascolta “Dovere di vigilanza delle multinazionali: la Ue delude tutti” su Spreaker.
La posizione dell’Ue sarebbe infatti «troppo tiepida» verso le imprese, escludendo dal testo della norma il settore finanziario e quello delle armi, senza proteggere in modo adeguato ambiente e diritti umani.
Mark Dummett, responsabile di Imprese e diritti umani per Amnesty International, ha dichiarato:
«Il Consiglio sta anche tentando di escludere dalla legge alcune tutele dei diritti umani fondamentali, compresi i diritti dei bambini e i diritti relativi all’eliminazione della discriminazione contro le donne. È dovere degli stati proteggere le persone dall’essere danneggiate dalle imprese, non scegliere i diritti che le aziende dovrebbero rispettare».