Diritti dei popoli indigeni: ecco cosa sta accadendo ai 104.000 del Costa Rica

Le violazioni dei diritti dei popoli indigeni in Costa Rica sono continue e le loro terre sono sempre a rischio: ecco cosa ha denunciato il relatore speciale dell'Onu e qual è la situazione oggi nel Paese centroamericano

Il governo del Costa Rica ha risposto alle preoccupazioni dell’Onu per i popoli indigeni nel paese creando un fondo di circa 160 mila euro per affrontare i problemi di proprietà nei territori dei nativi.

L’annuncio è arrivato il 18 di novembre da Gerald Campos, ministro di Giustizia e pace del Costa Rica, che ha annunciato l’avvio di incontri e negoziazioni con gli abitanti dei 24 territori indigeni presenti in Costa Rica, con il fine di risolvere i conflitti sulla terra e salvaguardare i diritti umani delle comunità.

La denuncia delle Nazioni Unite: terra e popoli indigeni

L’azione governativa risponde alle conclusioni del report integrale del relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni in Costa Rica, rese pubbliche a luglio 2022.

Il rapporto esamina la situazione delle popolazioni indigene in Costa Rica sulla base delle informazioni ricevute dal relatore speciale sui diritti delle popolazioni indigene, José Francisco Calí Tzay, durante la sua visita dal 6 al 17 dicembre 2021.

Nel documento sono presenti raccomandazioni e denunce che riguardano principalmente il disinteresse dello Stato centroamericano per la situazione delle comunità indigene. Nello specifico, il relatore dell’Onu spiega che, nonostante sia stato  avviato nel 2016 il Piano nazionale per il recupero dei territori indigeni guidato dall’Istituto per lo sviluppo rurale, ad oggi nessuna terra è stata riconsegnata alle comunità indigene.

Le Nazioni Unite hanno constatato l’aumento delle tensioni nei territori indigeni a causa del mancato rispetto della legislazione nazionale che stabilisce che le comunità indigene devono disporre di circa 3.300 chilometri quadrati di terra (circa il 7% del Paese): ad oggi però più di un terzo di questi territori è occupato da persone non indigene.

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Territorio del popolo indigeno Bribi (Costa Rica) – Foto: Anne McCormack (via Flickr)

Diritti dei popoli indigeni violati in Costa Rica

In Costa Rica si stima vivano più di 104.000 indigeni, appartenenti a otto popoli diversi: Bribris, Cabécares, Malekus, Chorotegas, Huetares, Ngäbes, Bruncas e Térrabas.

Secondo i dati ufficiali dell’Istituto nazionale di statistica e censimento, il 70% delle famiglie indigene ha bisogni primari insoddisfatti in settori essenziali come salute, istruzione e alloggio, mentre la media nazionale si attesta intorno al 24 per cento.

In tutto il Paese, la povertà raggiunge il 23% delle famiglie, ma nel caso delle popolazioni indigene le cifre sono sproporzionate: tra i Cabécar è del 94%; nel popolo Ngäbe l’87%; nel popolo Brörán l’85 per cento.

Allo stesso modo, la percentuale di madri adolescenti indigene supera il doppio del totale nazionale e per quanto riguarda l’istruzione, solo il 13% degli indigeni arriva ad ottenere un diploma scolastico.

Popoli indigeni oggi: come sensibilizzare la popolazione

Con il fine di sensibilizzare l’opinione pubblica in Costa Rica sulla situazione delle diverse comunità indigene, le Nazioni Unite hanno pubblicato a settembre il libro Soy indígena en Costa Rica y esta es mi historia (Sono un’indigena in Costa Rica e questa è la mia storia).

Il volume, scaricabile gratuitamente in pdf in spagnolo o inglese, raccoglie le storie di 29 persone indigene e parla di autodeterminazione, della questione della proprietà delle terre ancestrali, della consulta previa e informata, della la protezione dei difensori dei diritti umani, della giustizia tempestiva, efficace e culturalmente rilevante e dell’accesso ai servizi di base e alle opportunità di sviluppo per le comunità indigene.

Una pubblicazione necessaria, che ricalca quanto dichiarato dal relatore speciale dell’Onu, che ha espresso preoccupazione per il razzismo strutturale che permea, in particolare, i livelli locali della magistratura e la mancanza di misure efficaci per proteggere i difensori dei diritti umani e l’impunità per i crimini commessi contro di loro.

«Sono molto preoccupato per le informazioni ricevute sulla presenza di razzismo strutturale e discriminazione razziale contro le popolazioni indigene, che ostacolano il godimento dei diritti collettivi e individuali, in particolare per le donne indigene, i bambini, gli adolescenti e le persone con disabilità», ha dichiarato Francisco Calí Tzay.

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Denuncia di occupazione delle terre indigene di fronte alla Commissione Interamericana dei diritti umani (Washington, 2013) – Foto: Oliver Contreras/Eddie Arrossi Photography (via Flickr)

Impunità per chi uccide leader indigeni in Costa Rica

Il relatore speciale dell’Onu ha anche fatto riferimento agli omicidi dei leader indigeni Sergio Rojas e Jehry Rivera, denunciando che il Costa Rica non ha registrato questi crimini all’interno del conflitto per il recupero delle terre indigene e che non ci sono stati sviluppi sostanziali nel processo giudiziario relativo a queste violazioni.

Il caso di Sergio Rojas Ortiz, leader riconosciuto in tutto il paese e appartenente al popolo indigeno Bribri, aveva fatto breccia nella stampa internazionale il 18 marzo 2019. Sergio si trovava nella sua casa a Yeri, nel territorio indigeno di Salitre, quando intorno alle 21.15 fu attaccato e ucciso da ignoti che spararono contro di lui 15 colpi di arma da fuoco.

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Il leader indigeno Sergio Rojas (sx) di fronte alla Comissione interamericana dei diritti umani – Foto: Oliver Contreras/Eddie Arrossi Photography (via Flickr)

Solo 11 mesi dopo da questa esecuzione, il 23 febbraio 2020 veniva ucciso anche Jehry Rivera, leader indigeno Brorán. Rivera venne ammazzato nel territorio indigeno di Térraba da una folla di oltre 150 persone che voleva cacciare gli indigeni da quelle terre.

Tanto Sergio quanto Jehry erano stati beneficiari delle misure cautelari della Commissione interamericana dei diritti umani 321/15 in data 30 aprile 2015 e per entrambi i casi, ad oggi, non è ancora stata fatta giustizia.

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