Minori stranieri non accompagnati: l’accoglienza s’inceppa

Aumentano gli sbarchi, gli hotspot siciliani sono sovraffollati e la buona intuizione dei tutori volontari della legge Zampa resta in parte bloccata dalla mancanza di decreti attuativi: ecco la situazione dell'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati in Italia

11.642 minori stranieri non accompagnati (Msna) sbarcati in Italia sono stati registrati al 21 novembre 2022 nel cruscotto statistico giornaliero del ministero dell’Interno. Una cifra che supera le statistiche degli anni precedenti (10.053 nel 2021). L’accoglienza allo sbarco è organizzata direttamente dalla Guardia costiera, che li accompagna ai due hotspot di Cifali e Pozzallo, in provincia di Ragusa, ormai sovraffollati.

La provenienza principale dei ragazzini è l’Egitto e l’età media rimane 15 anni, con frequenti casi però di under 10.

«I ragazzini nelle ultime settimane vengono raccolti dalla Guardia Costiera e smistati già a bordo, quindi sanno prima dello sbarco dove saranno collocati. I due hotspot sono molto sovraffollati, è difficile fare attività di assistenza quando in pochi giorni i ragazzi vengono trasferiti o fuggono». A dirlo è Federica Giannotta, responsabile per Terre des Hommes Italia del progetto Faro, che da 12 anni attende alle banchine dei porti i migranti minorenni.

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Pozzallo, Sicilia – Foto: Sinn Féin (via Flickr)

Minori stranieri non accompagnati: l’accoglienza a Milano

La destinazione più ambita dai giovani migranti è Milano, da sempre luogo di opportunità e tessuto costruito da decine di comunità straniere pronte ad accogliere tutti i nuovi arrivati. «Abbiamo una rete di welfare reale, preparata e di qualità. Ma siamo anche a rischio sovraffollamento per queste peculiarità, se la maggior parte viene qui noi comunque non ce la facciamo», spiega l’assessore al Welfare di Milano Lamberto Bertolè al convegno “Inclusione dei minori stranieri e cittadinanza attiva”.

L’assessore ricorda i numeri: circa 1.500 minori sono presenti nella rete di accoglienza della città metropolitana, il 10% del totale in Italia. «Le nostre comunità sono sotto un forte stress perché pensate per un 6, 7 per cento. Queste 1.500 vite sono sulle nostre spalle e dobbiamo dar loro dignità e serenità per diventare grandi. Ma dobbiamo necessariamente accompagnarli in altre città», insiste l’assessore, che sottolinea come il termine “non accompagnati” «sia un eufemismo, questi ragazzi sono soli».

Legge Zampa: senza decreti è un aiuto sterile

Dal 2017 la legge Zampa ha creato la figura del tutore volontario, destinato ad assistere i Msna, ma mancano ancora decreti attuativi che la rendano efficace.

«Con questa legge abbiamo più strumenti per tutelare i ragazzi, ma la burocrazia e gli arrivi così alti rallentano il nostro lavoro», sostiene il Garante per l’Infanzia di Regione Lombardia, Riccardo Bettiga.

Secondo il Garante, in carica da circa due anni, manca un’azione nazionale verso i territori locali che ampli i finanziamenti. «Come Lombardia ogni anni destiniamo 70 mila euro per formare tutori destinati ai minori migranti non accompagnati. Queste figure sono previste dalla legge, ma senza finanziamenti facciamo molta fatica».

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Msna e tutori volontari

«Siamo fiduciosi verso le istituzioni che si prendono cura dei ragazzi soli, ma chiediamo con forza che si crei una rete territoriale ampia per raggiungere ancora meglio chi fugge o si nasconde», dice Chiara Baratti, presidente uscente dell’associazione Tutori Lombardia.

I tutori in Lombardia sono 300, ben al di sotto dei circa 2 mila minorenni arrivati dal 2018 nella regione.

Dal convegno emerge la richiesta urgente di non lasciare indietro nessuno, chiedendo maggiore collaborazione tra Tribunale dei minori che affida, le comunità e i tutori. «I casi di ragazzini lasciati soli per strada ci sono, sappiamo che le comunità sono molto attive, ma dobbiamo tutelare i ragazzi, devono nominare nuovi tutori», insiste Baratti.

Con lei è presente Sulayman, neo maggiorenne, che racconta la sua storia. «Quando arrivi da solo in un paese dove non conosci nulla, la prima cosa che chiedi è imparare. Grazie alla mia tutrice ho sentito di non essere più solo, ho capito di potercela fare».

Il bando regionale per tutori è stato chiuso per la pandemia, ma da febbraio raccoglie nuove candidature. «Il tutore è essenziale anche per seguire i neomaggiorenni e quei minori molto fragili che delinquono. I reati commessi da minorenni stranieri è in forte aumento», conclude la presidente del Tribunale dei minori di Milano, Maria Carla Gatto.

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