Messico: il matrimonio egualitario diventa un diritto in tutto il Paese

Con le votazioni degli ultimi Stati, il matrimonio egualitario è diventato un diritto in tutto il Messico: ecco come ci si è arrivati e qual è la situazione nel resto dell'America Latina

Con 23 voti a favore, 12 contrari e una astensione, il matrimonio egualitario è diventato legge nello Stato di Tamaulipas, nord est del Messico. Un evento storico – visto che con quest’ultima votazione questo diritto viene garantito in tutto il Paese – celebrato dalle organizzazioni del collettivo Lgbt che ottengono finalmente la possibilità di legalizzare le unioni delle persone dello stesso sesso.

Uno spartiacque riconosciuto anche dall’Onu, che in un comunicato del 28 ottobre ha sottolineato:

«L’Ufficio in Messico dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani celebra l’approvazione negli ultimi quindici giorni del matrimonio egualitario da parte dei Congressi degli stati di Tabasco, Stato del Messico, Guerrero e Tamaulipas. Questo passo rappresenta che il matrimonio egualitario è una realtà legale in tutto il Paese e un notevole progresso nella garanzia dei diritti delle persone Lgbtiq+».

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Marcia Lgbt – Foto: jadista (via Flickr)

Matrimonio egualitario in Messico: il lungo cammino per il riconoscimento

Quanto successo nel congresso dello Stato di Tamaulipas il 26 ottobre è il coronamento di un lungo percorso iniziato il 4 marzo 2010 nel distretto federale di Città del Messico, capitale degli Stati Uniti messicani.

Dopo Città del Messico sono dovuti passare due anni prima che il secondo Stato seguisse i suoi passi: si trattava di Quintana Roo, nel 2012. Successivamente Coahuila nel 2014 e altri due Stati, Chihuahua e Nayarit, nel 2015.

Il 2015 fu un anno di forte dibattito nazionale sulla questione del matrimonio egualitario e la Corte Suprema di Giustizia della Nazione, con l’idea di dare strumenti legali a livello nazionale per dirimere la questione, emise il 12 giugno di quell’anno la risoluzione 43/2015. Attraverso quella risoluzione si  stabiliva tutti i giudici messicani avrebbero dovuto seguire criteri favorevoli a tutte le istanze di appello riguardo al matrimonio egualitario, negli Stati dove questo ancora non era legale.

Nel 2016  questo diritto divenne legge negli stati di Campeche, Colima, Michoacán, Morelos. Sempre lo stesso anno, l’allora presidente, Enrique Peña Nieto, presentò un disegno di legge a livello nazionale chiamata matrimonio senza discriminazioni: la proposta, però, venne bocciata dal congresso dell’unione (il congresso federale) lasciando  l’arbitrarietà in materia ad ogni singolo stato.

Dopo il fallimento della proposta presidenziale passarono due anni prima che un altro stato legiferò a favore del matrimonio egualitario. Fu  il Chiapas nel 2018 a riprendere questa corsa per i diritti. Nel 2019 fu poi la vota di San Luis Potosí, Nuevo León, Hidalgo, Baja California Sur, Aguascalientes e Oaxaca ad approvare la legge. A fine 2019 già metà del Messico riconosceva questo diritto.

Gli ultimi 3 anni sono stati determinanti visto che gli altri 16 stati mancanti hanno riconosciuto il matrimonio egualitario, fino ad arrivare, come detto, a Tamaulipas, a fine ottobre: Puebla e Tlaxcala nel 2020, Sinaloa , Baja California, Sonora, Querétaro, Guanajuato e Zacatecas nel 2021, Yucatán, Jalisco, Veracruz, Durango, Tabasco, Estado de México, Guerrero e Tamaulipas nel 2022.

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Bandiera del Messico, Città del Messico – Foto: * CliNKer * (via Flickr)

Matrimonio egualitario in America Latina

Poco a poco questo diritto sta avanzando in tutta l’America Latina. Prima della definitiva approvazione in tutto il territorio messicano, erano già sette i paesi nei quali si riconosceva il matrimonio egualitario nella regione: Argentina (2010) , Brasile e Uruguay (2013), Colombia (2016), Ecuador (2019), Costa Rica (2020) e Cile (2022).

Particolari sono i casi di Cuba e Bolivia. Nell’isola caraibica infatti il referendum sul nuovo codice di famiglia, celebrato il 25 settembre, ha cambiato la legislazione vigente in materia (datata 1975).

In quella votazione 3,9 milioni di cubani (circa il 67% dei votanti) hanno approvato il nuovo pacchetto legale che include l’istituzione del matrimonio egualitario, tra le altre novità. Dal 2023 quindi anche Cuba si unirà al gruppo di paesi latinoamericani che aprono le porte a questo diritto.

In Bolivia non esiste una legge formale sul matrimonio egualitario, ma per due persone dello stesso sesso è possibile registrarsi come “coppia di fatto”. Questo è il caso per esempio di David Aruquipa e Guido Montaño, che il  18 dicembre hanno fatto la storia, diventando la prima coppia di fatto omosessuale nel paese sudamericano.

Infine, è da sottolineare che anche nel territorio della Guayana Francese e nelle isole Malvinas (Falkland islands per la corona britannica) è legale il matrimonio egualitario.

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