Consorzio di bonifica Trebisacce, la protesta dei lavoratori: sei mesi di stipendi arretrati
Da metà ottobre i lavoratori del Consorzio di bonifica Trebisacce presidiano giorno e notte i cancelli. Quest'estate hanno garantito la campagna irrigua nella Piana di Sibari, ma non vengono pagati da mesi. La Flai Cgil chiede alla Regione di accelerare la riforma. Ecco cosa sta succedendo
Da sei mesi i 150 lavoratori del Consorzio di bonifica di Trebisacce, in provincia di Cosenza, non ricevono lo stipendio. Dopo lo sciopero dello scorso 11 ottobre, durante il quale hanno bloccato la statale 106 dello Jonio, i lavoratori si stanno alternando in presidio davanti ai cancelli dell’ente Consorzio di bonifica Jonio Cosentino.
Stanno lì giorno e notte, spesso insieme alle loro famiglie, per chiedere di essere pagati per il lavoro svolto. Quest’estate, infatti, hanno garantito che ci fosse l’acqua per i campi agli agricoltori del territorio, tra cui quelli della Piana di Sibari, anche se non venivano pagati da mesi.
Consorzio di bonifica Trebisacce tra presidio e solidarietà: le ultime notizie
Hanno scioperato di nuovo il 25 ottobre e il 2 novembre due di loro hanno portato la protesta sul tetto del consorzio. C’è voluto l’intervento del vescovo di Cassano all’Ionio e dei vigili del fuoco per farli scendere.
Nei giorni scorsi i sindaci di 23 paesi del territorio e gli studenti di alcune scuole superiori di Trebisacce hanno manifestato la loro solidarietà ai lavoratori in presidio.
In seguito alla protesta, la proprietà ha pagato una mensilità (portando da 7 a 6 i mesi di stipendio arretrati): gli impiegati, una trentina circa, hanno ricevuto lo stipendio di aprile, i 120 operai quello di maggio. Nel frattempo i lavoratori hanno maturato anche quello di ottobre.
«La bonifica non può fare sciopero tutti i giorni, è considerato un servizio essenziale e i lavoratori, nonostante gli arretrati di mesi, stanno mantenendo i livelli minimi per non danneggiare gli agricoltori. Lavorano con loro tutti i giorni e non vogliono creare problemi. Ma non si può stare mesi senza stipendio, le famiglie sono alla fame», dice a Osservatorio Diritti Federica Pietramala, segretaria della Flai Cgil del Pollino, che segue da vicino la protesta dei lavoratori.
Il rischio che si verifichino dei problemi, però, esiste: in questi giorni, se ci dovesse essere una rottura sulla rete, non sarà aggiustata perché, come sottolinea la sindacalista, «i lavoratori non hanno i soldi per pagarsi la benzina per andare sul cantiere».
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Oltre il il Consorzio di bonifica Jonio Cosentino: è un problema strutturale
Questa situazione non è nuova. Già nel 2021, più o meno in questo periodo, i lavoratori del Consorzio di Trebisacce avevano protestato per il mancato pagamento degli stipendi.
E non sono gli unici. In queste settimane anche i lavoratori di altri consorzi della regione hanno scioperato, ad esempio quelli di Scalea. Segno che il problema è strutturale.
Anche il Consorzio di Mormanno (Cosenza) è indietro con il pagamento degli stipendi, ma come racconta Pietramala sta garantendo una mensilità corrente che permette ai lavoratori e alle loro famiglie di andare avanti.
«A Mormanno riusciamo a dialogare e ci siamo accordati per un piano di rientro delle mensilità precedenti che il consorzio sta seguendo. A Trebisacce invece non si riesce a trovare un punto di incontro, la gestione è un po’ padronale», continua la sindacalista della Flai Cgil del Pollino.
In Calabria sono undici i consorzi di bonifica, organizzati in autogestione dagli agricoltori: i lavoratori si pagano con le rimesse delle aziende agricole che, a loro volta, pagano l’acqua.
La Regione è proprietaria delle reti e dei condotti e ha una funzione di controllo. Ma, come racconta Pietramala, «l’autogestione degli agricoltori si è rivelata fallimentare. E la giunta precedente ha ridotto notevolmente i contributi».
Per Tina Balì, segreteria nazionale della Flai Cgil, «c’è un problema di cattiva gestione da parte dei consorzi e un problema di incertezza delle risorse che arrivano dalla Regione, problemi che portano a quello che stiamo vivendo in queste settimane: lavoratori senza stipendio, costretti però a garantire un servizio perché essenziale. Ma quanta può essere la pazienza di un lavoratore?».
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Consorzio di bonifica Trebisacce: un servizio essenziale per il territorio
Il servizio offerto dai consorzi di bonifica è essenziale per l’agricoltura ma anche per il territorio: oltre a gestire il sistema irriguo, i lavoratori fanno attività di protezione ambientale, insieme ai forestali.
I lavoratori della bonifica operano sulla rete idrica, seguono la condotta, si occupano di irrigazione e bonifica, ma anche di pulitura dei fossi di scolo e di controllo del territorio.
«La bonifica non dà solo l’acqua, la bonifica aiuta a drenare l’acqua in eccesso, tutela il territorio, se ne prende cura. In Calabria l’agricoltura è uno dei settori che garantisce un pezzo di Pil regionale; bisognerebbe avere maggiore cura sia per il territorio sia per i lavoratori che a loro volta lo proteggono. Si parla tanto di transizione ecologica, ma qui stiamo parlando di un settore che si occupa proprio di questo», dice Balì.
La situazione è drammatica perché, oltre a non percepire lo stipendio da mesi, i lavoratori faticano a pagare affitti, utenze e mutui. «Ma non mollano, e con loro i sindacati. Ci aspettiamo che vengano ascoltati e non colpevolizzati dalle associazioni datoriali», aggiunge Balì, che ipotizza anche l’attivazione di forme di sostegno e di solidarietà per i lavoratori anche da parte di altri settori.
Lavoratori e famiglie del Consorzio di bonifica sono alla fame
Tra i lavoratori in presidio davanti al Consorzio di Trebisacce ci sono persone che fanno questo lavoro da trent’anni, ma anche molti giovani. Molti vivono in famiglie monoreddito, in cui il loro stipendio è l’unica entrata. E da 6 mesi non c’è nemmeno quella.
Sono circa 80 gli operai che hanno un contratto a termine, lavorano 100-150 giorni all’anno, nei periodi di massima irrigazione, e poi prendono la disoccupazione agricola.
«Ma sono in tanti a non averla ricevuta né nel 2020 né nel 2021 perché i consulenti esterni della proprietà hanno commesso degli errori e l’Inps non ha liquidato la disoccupazione, che per questi lavoratori rappresenta un importante ammortizzatore sociale», aggiunge Pietramala.
La sindacalista racconta anche che ci sono molti lavoratori che sono andati in pensione negli anni scorsi che non hanno ricevuto il trattamento di fine rapporto e che stanno chiedendo i decreti ingiuntivi per ottenerne il pagamento. «Man mano che entrano delle risorse al consorzio, queste vengono pignorate».
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Una riforma che tarda ad arrivare: l’appello alla Regione Calabria
Da tempo si parla di una riforma dei consorzi di bonifica in Calabria, ma sembra che non si riesca a portarla avanti e l’avvicendamento nel governo della Regione l’ha rallentata.
«La Regione Calabria si è dimostrata disponibile nel merito delle proposte fatte dai sindacati e condivise dai lavoratori, ma poi a quelle proposte bisogna dare gambe, bisogna concretizzarle», dice Balì, che si chiede quale possa essere il motivo. La mancanza di risorse? La lentezza burocratica?
Eppure il settore è centrale, soprattutto in una regione come la Calabria che vive di agricoltura.
«La Calabria è una regione agricola e se l’agricoltura è al primo posto, dev’esserlo anche l’acqua. Non dimentichiamoci che la scorsa estate, nonostante le temperature raggiunte e la siccità, gli agricoltori del territorio non hanno avuto problemi perché i lavoratori dei consorzi hanno garantito la campagna irrigua. Un servizio che non può essere fatto sulla loro pelle», chiarisce Pietramala.
Consorzio di bonifica Trebisacce: qualcosa si muove
La situazione è complicata e nonostante le mobilitazioni, lo sciopero, le prese di posizione da parte dei sindacati e la solidarietà da parte dei sindaci del territorio non ci sono state risposte.
Qualcosa però, forse, si sta muovendo.
«Questa mobilitazione sembra aver accelerato la riforma, nei giorni scorsi il presidente della Regione ha detto di voler procedere entro la fine dell’anno», dice Pietramala.
Inoltre, l’8 novembre la Regione ha inviato al Consorzio di Trebisacce la commissione di verifica in seguito ad alcune denunce presentate dai sindacati su presunte irregolarità nella gestione.
«La cosa rilevante è che la commissione è stata inviata. Significa che la Regione ha preso atto delle nostre denunce. Ancora non sappiamo com’è andata, ma se dovesse verificare le irregolarità, la Regione potrebbe decidere di commissariare l’ente», conclude Pietramala.