Povertà infantile: situazione drammatica in Est Europa e Asia centrale a causa di guerra e inflazione
Un nuovo studio dell'Unicef denuncia che la povertà infantile colpisce 4 milioni di giovani in più rispetto al 2021. Il rischio? L'effetto a catena su salute e istruzione con aumento di mortalità e abbandoni scolastici
I bambini stanno pagando il prezzo più alto della crisi economica causata dalla guerra in Ucraina. Nei paesi dell’Europa Orientale e dell’Asia Centrale – nei quali gli approvvigionamenti alimentari e di carburante, ma anche il commercio e il turismo, arrivano o passano dalla Federazione Russa o dall’Ucraina – le persone a rischio di finire in povertà sono 10 milioni in più rispetto alle previsioni pre-guerra. Tra loro, 4 milioni sono bambini.
È quanto rivela “L’impatto della guerra in Ucraina e della successiva recessione economica sulla povertà infantile in Europa Orientale e Asia Centrale”, lo studio realizzato da Unicef comparando i dati di 22 paesi nella regione (compreso il Kosovo) pubblicato nella Giornata internazionale per l’eliminazione della povertà che si celebra ogni anno il 17 ottobre.
La popolazione dell’area è pari a 425 milioni di persone, di cui circa 105 milioni sono nella fascia 0-17 anni. Ma nonostante i bambini rappresentino il 25% del totale della popolazione, sono il 40% degli oltre 10 milioni di persone che finiranno in povertà a causa della guerra e della conseguente crisi economica.
«Oltre gli ovvi orrori della guerra, le conseguenze economiche del conflitto in Ucraina stanno avendo un impatto devastante sui bambini in Europa Orientale e in Asia Centrale. I bambini in tutta la regione sono stati travolti dalla terribile scia di questa guerra. Se non supportiamo adesso questi bambini e le loro famiglie, il forte aumento della povertà dei bambini si tradurrà quasi certamente in vite perse, apprendimento perso e futuro perso», ha detto Afshan Khan, direttore regionale dell’Unicef per l’Europa e l’Asia Centrale.
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Povertà infantile in Europa dell’Est e Asia centrale: la situazione precipita in Russia, Ucraina e Romania
I tre quarti dell’aumento totale del numero di bambini che finiranno in povertà a causa della guerra e della recessione sono in Russia: stiamo parlando di 2,8 milioni di bambini che vivranno in famiglie al di sotto della soglia di povertà (la popolazione totale è pari a 145 milioni di persone, di cui 30 milioni minorenni).
Secondo lo studio, nella Federazione Russa il 9,2% dei bambini potrebbe finire in povertà, contro il 4,8% degli adulti.
Gli altri paesi che registrano gli aumenti più alti sono l’Ucraina, con 400 mila bambini in più sotto la soglia di povertà (i bambini da 0 a 17 anni sono 7 milioni su una popolazione totale di circa 40 milioni di persone) e la Romania, con 110 mila.
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Povertà infantile: più rischi per salute e istruzione
La guerra e la conseguente crisi economica incidono sull’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità (cibo e combustibile), abbassando il potere di acquisto delle famiglie e le loro entrate economiche. Ma hanno anche effetti su salute e istruzione.
Dallo studio dell’Unicef emerge che il forte aumento della povertà nella regione potrebbe portare alla morte di altri 4.500 bambini prima del compimento del primo anno, mentre la perdita di anni scolastici si potrebbe tradurre in ulteriori 117 mila bambini che abbandonano la scuola.
Il motivo? Quanto più è povera una famiglia, tanto più grande è la percentuale di reddito utilizzato per acquistare beni essenziali. E quando il costo di cibo e carburante aumenta, diminuiscono i soldi a disposizione per le cure mediche e l’istruzione.
Ciò significa che i bambini più poveri hanno ancora meno possibilità di accedere a servizi essenziali e saranno più esposti a violenza, abuso, sfruttamento.
Ad aggravare la situazione delle famiglie che vivono in o sull’orlo della povertà intervengono poi governi, che riducono la spesa pubblica, aumentano le imposte sui consumi e adottano misure di austerità per rilanciare l’economia a breve termine: questi interventi hanno come effetto la diminuzione della portata e della qualità dei servizi di sostegno da cui le famiglie dipendono.
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Protezione sociale rafforzata per combattare la povertà infantile
Lo studio dell’Unicef fornisce indicazioni per contribuire a ridurre il numero di bambini in povertà ed evitare che un numero sempre più grande di famiglie si trovi in condizioni di deprivazione e difficoltà economiche.
Qualche esempio? Fornire prestazioni universali in denaro per i bambini e garantire un reddito minimo di sicurezza, estendere le prestazioni di assistenza sociale a tutte le famiglie con bambini in difficoltà (compresi i rifugiati), introdurre norme sui prezzi dei prodotti alimentari di base per le famiglie, sostenere la fornitura di servizi sanitari, nutrizionali e di assistenza sociale alle donne in gravidanza, ai neonati e ai bambini in età prescolare, proteggere la spesa sociale, soprattutto per le famiglie più vulnerabili.
«Le misure di austerità danneggeranno soprattutto i bambini, facendo precipitare un numero ancora maggiore di bambini in povertà e rendendo più difficile la vita delle famiglie che già si trovano in difficoltà. Dobbiamo proteggere ed espandere il sostegno sociale alle famiglie vulnerabili prima che la situazione peggiori ulteriormente», ha concluso Khan.