Nicaragua, Chiesa cattolica sotto attacco: Ortega inasprisce la persecuzione

"Arresti domiciliari" per due santi in Nicaragua. Daniel Ortega, dopo aver chiuso diverse radio che fanno capo alla Chiesa cattolica, interrotto le trasmissioni del canale televisivo della Conferenza episcopale ed aver imposto i domiciliari a monsignor Rolando Álvarez, ora proibisce anche le processioni. Ecco cosa sta succedendo

Continua in Nicaragua l’escalation repressiva contro quella parte della Chiesa cattolica critica contro il governo di Daniel Ortega. L’ultima misura che limita le libertà dei fedeli riguarda la proibizione di celebrare le processioni per le feste di San Geronimo e San Michele Arcangelo.

Adducendo motivi di sicurezza, le feste rituali previste per il 19 e 20 settembre, che hanno una tradizione di 200 anni, sono state impedite dalla polizia, che ha avvisato la parrocchia del divieto di processione e di esposizione dei santi fuori dalla chiesa.

«L’Arcidiocesi di Managua comunica che la Polizia Nazionale della città di Masaya ha informato le Confraternite e i Parroci delle Parrocchie di San Michele Arcangelo e San Geronimo, che per motivi di pubblica sicurezza le processioni non saranno consentite nelle rispettive festività di tale città», recitava il comunicato divulgato sabato 18 settembre dall’Arcidiocesi di Managua.

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Daniel Ortega – Foto: Fundscion Ong DE Nicaragua (via Wikimedia)

Chiesa cattolica colpita in Nicaragua: domiciliari per monsignor Rolando Álvarez

Quanto successo nella città di Masaya, a 28 km dalla capitale Managua, è solo lo strascico di un vero e proprio attacco frontale che Daniel Ortega ha lanciato contro l’opposizione cattolica e il clero critico nei suoi confronti.

La vittima più nota è stato monsignor Rolando Álvarez, 55 anni e vescovo della diocesi di Matagalpa, al quale dal 19 agosto sono stati imposti gli arresti domiciliari. Il vescovo, figura preminente della Chiesa nicaraguense, è stato (ed è) una delle voci più critiche del cattolicesimo contro Ortega e spesso i suoi sermoni hanno denunciano violazioni dei diritti umani e soprusi compiuti dal governo.

La persecuzione contro Álvarez viene da lontano e a maggio di quest’anno il Centro nicaraguense per i diritti umani (Cenidh) aveva denunciato gli abusi della polizia compiuti nei suoi confronti.

Il 22 maggio  il Cenidh faceva sapere che «il vescovo Rolando Álvarez è stato trasferito a Matagalpa (città a 130 km da Managua) sotto un pesante dispiegamento di polizia. Non gli hanno permesso di entrare nella sua chiesa e lo hanno obbligato a rifugiarsi  in Seminario: il regime Ormu (Daniel Ortega e Rosario Murillo, sua moglie e vicepresidente del paese centroamericano, ndr) ha violato il suo diritto alla libera circolazione. Condanniamo questi fatti ed esigiamo che venga garantita la sua sicurezza».

Ortega in guerra contro la Chiesa cattolica: chiusi i mezzi di comunicazione

Ortega ritiene che la Chiesa cattolica nicaraguense sia da incolpare per le proteste cittadine del 2018, definite dal suo governo e da lui stesso come “colpo di stato” e “terrorismo” (leggi anche Nicaragua: a 3 anni dalla “grande repressione” Ortega vìola ancora i diritti).

In questo senso va interpretata anche la chiusura arbitraria di sei stazioni radio cattoliche avvenuta a inizio agosto. L’ordine è arrivato attraverso l’Istituto nicaraguense delle telecomunicazioni e delle poste (Telcor) e ha colpito Radio Hermanos, Radio Nuestra Señora de Lourdes, Radio Nuestra Señora de Fátima, Radio Alliens, Radio Monte Carmelo e Radio San José.

Queste azioni si aggiungono alla chiusura del canale cattolico di televisione della Conferenza episcopale del Nicaragua (Cen), avvenuto nel giugno 2022.

Secondo il rapporto “Nicaragua: una Chiesa perseguitata?” (clicca qui per scaricare il Pdf), realizzato da Marta Patricia Molina, ricercatrice dell’Osservatorio pro-trasparenza e anticorruzione, e distribuito dall’Agenzia cattolica d’informazione (Aci Prensa), tra aprile 2018 e maggio 2022 ci sono stati almeno 190 attacchi contro la Chiesa cattolica nel paese dell’America Latina.

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Foto: Jorge Mejía peralta (via Flickr)

Il Parlamento europeo condanna la politica di Ortega in Nicaragua

A livello internazionale sono state molte le voci di critica e denuncia che si sono sollevate in questi giorni contro le azioni arbitrarie intraprese da Ortega. Uno di queste è quella del Parlamento europeo, che il 15 settembre ha chiesto attraverso una risoluzione la liberazione immediata di monsignor Rolando Álvarez.

Nel documento si legge che il Parlamento si rammarica «del continuo deterioramento della situazione e dell’escalation della repressione contro la Chiesa cattolica, esponenti dell’opposizione, società civile, difensori dei diritti umani, giornalisti, contadini, studenti e popolazioni indigene».

Nel testo (approvato con 538 voti favorevoli, 16 contrari e 28 astenuti) si condannano inoltre le detenzioni arbitrarie e si chiede di ristabilire l’esercizio delle libertà fondamentali della cittadinanza.

La risoluzione conclude dichiarando che la situazione giustifica l’avvio di un’indagine formale delle Nazioni Unite sul Nicaragua e su Daniel Ortega attraverso la Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità.

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