Giornalisti uccisi in Messico: la mattanza continua nell’impunità
Sono già 16 i giornalisti uccisi in Messico nel 2022. Il Paese latinoamericano, dove i colpevoli di questi crimini non vengono quasi mai individuati, si conferma così come il più pericoloso al mondo per gli operatori dell'informazione. E la situazione è critica anche negli altri Stati della regione
In Messico i giornalisti continuano ad essere sotto attacco ed esercitare il diritto alla libertà d’espressione equivale sempre più spesso a scrivere la propria condanna a morte.
L’ultimo caso registrato è quello che riguarda l’omicidio di Fredid Román, editore del settimanale La Realidad (da lui fondato nel 2001) ed editorialista del telegiornale online La Realidad de Guerrero. Román è stata ucciso con colpi d’arma da fuoco mentre si trovava nel suo veicolo a Chilpancingo, Stato di Guerrero, il 22 de agosto scorso.
«La Procura Generale dello Stato ha avviato un’indagine per il reato di Omicidio con arma da fuoco, contro i responsabili della morte di Fredid R., per i fatti accaduti nel quartiere Nicolás Bravo, a Chilpancingo», si legge in comunicato che la procura generale dello Stato di Guerrero ha reso pubblico nelle ora successive ai fatti.
Il problema però è che la giustizia in Messico ha dato più volte dimostrazione di non riuscire a chiudere il cerchio, lasciando nella quasi totale impunità i perpetratori del delitto.
Venti vittime in otto mesi: giornalisti ammazzati in Messico
Fredid Román è solo l’ultimo caso. Da gennaio ad agosto 2022 si sono già registrati 16 casi di giornalisti uccisi in Messico, oltre a tre collaboratori e un familiare di un giornalista.
A dirlo è l’ong Article 19, denunciando che nel solo mese di agosto sono stati uccisi oltre a Román i giornalisti Ernesto Méndez e Juan Arjón, ai quali si aggiunge il pluriomicidio dello speaker Alan González, assassinato insieme ai collaboratori Armando Guerrero, Alejandro Arriaga e Andrés Flores.
Sempre Article 19, in un report pubblicato ad agosto, spiegava come nel primo semestre del 2022 in Messico si fossero registrati 331 attacchi contro giornalisti e mezzi di comunicazione, dato che equivale al 51,83% di aggressioni in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le cifre dicono che nel Paese dell’America Latina si registra almeno un attacco contro giornalisti o mezzi di comunicazione ogni 14 ore.
Altro dato allarmante riguarda i responsabili delle aggressioni, visto che lo Stato messicano continua ad essere (dal 2007) il principale aggressore contro la stampa, avendo perpetrato 128 attacchi in questo semestre, pari al 38,67% del totale.
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Giornalisti uccisi in Messico: un problema strutturale
Il Messico è al 127° posto su 180 paesi nella classifica mondiale della libertà di stampa del 2022 realizzata da Reporter senza Frontiere (Rsf): uno dei paesi più pericolosi per praticare il giornalismo, non solo nelle Americhe, ma nel mondo.
Nello stato latinoamericano nel 2022 sono stati uccisi più giornalisti che in qualsiasi altro paese del mondo, anche più di paesi attualmente in guerra, come Siria e Ucraina.
Il 2022 non è però un caso a parte. Infatti dal 2000 al 2022 Article 19 ha registrato 156 casi di giornalisti uccisi in Messico. Il 92% di loro è uomo (144), mentre l’8% (12) è donna.
Durante il governo dell’ex presidente Felipe Calderón Hinojosa (2006- 2012) ci sono stati 48 giornalisti uccisi. Una tendenza proseguita nel mandato di Enrique Peña Nieto: tra la fine del 2012 e la fine del 2018 sono stati assassinati 47 giornalisti.
Ad oggi, durante l’amministrazione del presidente Andrés Manuel Lopez Obrador (cominciata nel dicembre 2018), la dinamica non è cambiata, anzi è peggiorata.
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Allarme rosso per i giornalisti in tutta l’America Latina
Quanto succede in Messico si ripete in forma minore, ma con una tendenza in crescita, anche nel resto delle regione. A dirlo è un report delle Rete Voces del Sur Unidas che spiega come il 2022 sia stato fino ad ora uno dei più letali per i giornalisti nella regione.
Solo tra gennaio e agosto, Voces del Sur ha documentato, oltre agli omicidi in Messico: 4 in Honduras, 3 ad Haiti, 2 in Brasile, 2 in Ecuador, 2 in Colombia, uno in Venezuela, uno in Cile e uno in Paraguay.