Cile: un referendum per una nuova Costituzione di diritti e dignità

Il 4 settembre i cittadini del Cile sono chiamati a scegliere: una nuova Costituzione di diritti e dignità da una parte, l'eredità di Augusto Pinochet dall'altra. Ecco cosa prevede il nuovo testo

In Cile si vota il 4 settembre per approvare il testo della nuova Costituzione elaborato dalla Convenzione costituente e consegnato il 7 luglio all’attuale presidente, Gabriel Boric. Si tratta di un documento ambizioso che pone come pilastri i diritti umani e l’uguaglianza di opportunità, un testo appoggiato anche da Amnesty International, che ha lanciato una campagna a favore dell’approvazione.

Cile: un referendum per sostituire la Costituzione di Augusto Pinochet

La Convenzione costituente ha concluso i lavori il 4 luglio alle 10.30, esattamente un anno dopo la sua prima sessione nel 2021. María Elisa Quinteros, la presidente della Convenzione, ha consegnato nella mani di Gabriel Boric un documento di 178 pagine, 388 articoli e 54 norme transitorie (può essere scaricato qui).

Un atto simbolico, che racchiude in sé le proteste che hanno scosso il Cile da ottobre 2019 a marzo 2020 (iniziate il 7 ottobre 2019 contro l’aumento del costo del biglietto della metropolitana, ma  più in generale contro il carovita e la corruzione) e che vuole porre fine ad una delle transizioni democratiche più lunghe della storia.

Infatti ad oggi la Costituzione vigente in Cile è quella dell’8 agosto 1980, approvata durante la dittatura militare di Augusto Pinochet.

Quinteros, durante la cerimonia di consegna al popolo cileno di un testo sul quale hanno lavorato per un anno i 155 costituenti, ha dichiarato:

«Questa proposta costituzionale include un desiderio di cambiamento che condividiamo come Paese… Evoca quel desiderio di giustizia che sentivamo possibile ogni volta che abbiamo affrontato abusi e ingiustizie. Non abbiamo inventato la realtà né imposto rivendicazioni, ci siamo limitati al mandato storico datoci dai cittadini».

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Proteste in Cile, novembre 2021 – Foto: Fiorella Gonzaga (via Flickr)

Quali sono le novità della nuova Costituzione cilena

La Costituzione ancora in vigore in Cile non include alcuni diritti fondamentali come il diritto alla casa, all’acqua, all’alimentazione. Oppure, quando li considera lo fa in modo in marginale aprendo enormi brecce di accesso  o garanzia, come nel caso del diritto alla salute e ai sussidi sociali. Questo ha provocato un’assenza o passività dello Stato in questioni vitali per la popolazione provocando una sistemica vulnerabilità della maggioranza della popolazione e un’ampia disuguaglianza sociale.

Il nuovo testo presenta enormi differenze e sarebbe una delle Costituzioni più moderne nel panorama mondiale. In primo luogo, se entrasse in vigore il nuovo testo, il Cile non sarebbe più una Repubblica democratica ma una Democrazia Paritaria, con il principio (trasversale in tutto il testo) che le donne devono occupare almeno il 50% di tutti gli organi statali e ordina misure per «raggiungere uguaglianza e parità sostanziali». La Costituzione del 1980 non prevede nulla che riguardi un approccio di genere e di parità.

In secondo luogo, sebbene  si preservi il carattere unico e indivisibile dello Stato, si darebbe spazio alla creazione di uno Stato Plurinazionale e Interculturale, con il pieno riconoscimento di 11 popoli e nazioni indigene che godranno di autonomie regionali: Mapuche, Aymara, Rapa Nui, Lickanantay, Quechua, Colla, Diaguita, Chango, Kawashkar, Yaghan, Selk’nam. Inoltre, si lascia aperta la porta al riconoscimento futuro di altri popoli e nazioni indigene.

Il nuovo testo riconosce poi l’esercizio libero, autonomo e non discriminatorio  dei diritti sessuali e riproduttivi, obbliga lo Stato a garantire le condizioni per la gravidanza, il parto e la maternità volontarie e protette, permettendo l’interruzione volontaria della gravidanza (con le limitazioni stabilite dalla legge).

Si determina anche il «diritto umano all’acqua» e si stabilisce la «non appropriabilità» di questo bene che deve essere amministrato tenendo in considerazione la prevalenza gerarchica del diritto umano all’acqua rispetto ad altri usi (commerciali, per esempio).

In generale si creerebbero le basi giuridiche per il ristabilimento di un Stato sociale e democratico di diritti, dove il potere pubblico ricopra un ruolo centrale nel garantire dignità e accesso ai servizi all’intera popolazione (educazione, salute, pensioni) e, nello specifico, alle fasce più vulnerabili.

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Protesta di donne indigene Mapuche nel 2011 – Foto: Rafael Edwards (via Flickr)

Cile, il ruolo di Amnesty nel referendum per una nuova Costituzione

Sono molte le organizzazioni che promuovono l’approvazione del nuovo testo, ma una su tutte è sicuramente Amnesty International che ha di fatto lanciato una vera e propria campagna dal titolo Aprobar es Humano (Approvare è umano).

«Amnesty International ha deciso di mettersi sulla strada della giustizia e della dignità, per questo è per l’approvazione». Queste le parole di Rodrigo Bustos, direttore esecutivo di Amnesty International Cile, che ha anche sottolineato che a settembre il popolo cileno avrà di fronte due scelte che determineranno il presente e il futuro delle generazioni a venire. Da un lato una nuova Costituzione che promuove l’uguaglianza di diritti, dall’altra il passato, ovvero un testo normativo dell’epoca della dittatura che ha dimostrato la sua incapacità di garantire giustizia sociale.

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Un graffito a Santiago del Cile riprende il titolo della famosa canzone di Victor Jara “Il diritto di vivere in Pace” – Foto:
duncan c (via Flickr)

Erika Guevara Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe, ha dichiarato:

«Gli occhi del mondo sono puntati sul Cile. La popolazione ha un’opportunità storica per correggere il percorso delle disuguaglianze e delle ingiustizie di molti decenni e sancire i diritti umani in una nuova Costituzione rappresentativa e inclusiva, come primo passo per costruire un Paese più giusto e più libero per tutte le persone»,

Il 4 settembre dunque i cileni e le cilene saranno chiamate ad esprimersi su questo nuovo testo e gli scenari possibili sono due. Se vincesse apruebo (approvo) la nuova Costituzione inizierà la sua vigenza e dovranno essere creati i nuovi organi in essa contemplata. Se invece dovesse vincere il no apruebo (non approvo), questo processo si concluderà con un nulla di fatto e rimarrà vigente la Costituzione di Pinochet.

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