Italcementi: Sardegna, ammesse nove parti civili nel processo per disastro ambientale
Nuovo passo nel processo per disastro ambientale contro la Italcementi e alcuni dipendenti in Sardegna: il tribunale di Cagliari ha ammesso infatti nove parti civili, composte dai Comuni di Samatzai e Nuraminis, cinque agricoltori, il Gruppo d'intervento giuridico e Omar Cabua. La Regione, invece, ha rinunciato a costituirsi parte civile
In tutto sono nove le parti civili del procedimento penale per disastro ambientale contro il cementifico della Italcementi Spa ammesse dal tribunale di Cagliari nell’udienza dell’8 luglio.
Si tratta di due enti locali, i Comuni di Samatzai e Nuraminis, cinque agricoltori locali che lamentano di aver subito danni dall’attività della Italacementi e anche l’associazione ambientalista sarda più combattiva in Sardegna a livello giuridico, il Gruppo d’intervento giuridico, guidata da Stefano Deliperi.
Insieme a loro l’ambientalista sardo Omar Cabua, che ha subito minacce più volte per aver ripetutamente denunciato il grave inquinamento nelle campagne sarde del suo piccolo comune, Samatzai.
Fino all’8 luglio era il “super testimone”, adesso è parte civile nel processo. Omar Cabua, cioè, diventa così formalmente un potenziale “danneggiato”, ovvero vittima del reato, se sarà provato, e potrà esercitare nel processo penale l’azione civile tendente a ottenere il risarcimento del danno.
Tra le parti civili riconosciute, fa rumore l’assenza dell’istituzione più rilevante dell’isola, la Regione autonoma della Sardegna, che ha invece rinunciato a costituirsi parte civile.
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Processo Italcementi: cinque indagati
Gli indagati sono cinque. Tra questi c’è anche l’ex direttore, Salvatore Grimaldi Capitello, e i responsabili ambientali del cementificio di Samatzai della Italcementi – Ignazio La Barbera, Lorenzo Metullio, Giuseppe Cataldo, Basilio Putzolu – ai quali la procura della repubblica presso il tribunale di Cagliari imputa l’avvenuto interramento illecito, avviato nel 1973 e con effetti fino ad oggi permanenti, di «rifiuti industriali, quali oli minerali, parti di demolizioni di impianti, mattoni refrattari, pet coke che hanno gravemente compromesso le matrici ambientali suolo e falda per la riscontrata presenza fuori limite dei parametri: arsenico, cromo esavalente, ferro, manganese nonché fluoruri e solfati, esponendo a pericolo la salute della locale popolazione».
Alla Italcementi è stata contestata la responsabilità amministrativa per reati di cui al decreto legislativo n.231 del 2001, che disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato.
Ipotizzati la violazione di diversi articoli di legge, fra questi quelli riguardanti: discarica non autorizzata di rifiuti pericolosi, grave inquinamento ambientale e disastro ambientale.
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Le indagini sull’inquinamento nel Campidano, in Sardegna
Nel dicembre 2021 l’ex direttore dello stabilimento industriale venne posto agli arresti domiciliari.
Le indagini e gli accertamenti avviati nel 2018 e condotti dai carabinieri del Noe di Cagliari con il coordinamento della locale procura della repubblica hanno portato a far emergere una grave situazione di inquinamento nelle campagne del Campidano i cui effetti nefasti continuano ancora oggi.
Per estensione temporale e territoriale interessate e quantitativi di sostanze inquinanti, si tratta probabilmente di uno dei più gravi casi di inquinamento ambientale in Italia.
Accuse pesanti per tutti i vertici della cementeria di Samatzai, quelle della procura della repubblica di Cagliari, accompagnate anche da una consulenza tecnica, quella dell’ingegnere Paolo Littarru, che dichiara che «l’alterazione dell’ecosistema vegetale pare evidente anche in prossimità delle trincee realizzate a valle del cumulo dei rifiuti dove è stata coperta la sorgente Mitza Surri e parte dell’alveo del Rio Surri».
Aggiunge ancora il perito: «Il cumulo di rifiuti insiste, infatti, sulle acque della sorgente che sono venute facilmente a giorno a seguito degli scavi durante le indagini. In condizioni normali la sorgente avrebbe fornito acqua durante tutto l’anno». In un caso – hanno rilevato gli inquirenti – il materiale accumulato ha formato una collinetta alta 13 metri.
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Processo Italcementi Sardegna: si riprende a settembre
Il prossimo appuntamento del procedimento, che si annuncia lungo e incadescente, è stato calendarizzato a fine settembre: all’udienza del 23 settembre 2022 è prevista la discussione sulla richiesta di rinvio a giudizio degli indagati.