Guerra in Ucraina: centinaia di civili uccisi nei bombardamenti russi su Kharkiv

Un nuovo rapporto di Amnesty International accusa le forze russe di aver colpito centinaia di civili nella città ucraina di Kharkiv, usando anche armi proibite nei bombardamenti indiscriminati

Centinaia di civili sono stati uccisi nella città ucraina di Kharkiv a seguito di bombardamenti indiscriminati delle forze armate della Russia, compiuti utilizzando munizioni vietate come le bombe a grappolo e i razzi.

Lo ha denunciato Amnesty International in una nuova ricerca diffusa ieri intitolata “Chiunque può morire in ogni momento: attacchi indiscriminati delle forze russe su Kharkiv”. La città, riferisce l’organizzazione che lotta in difesa dei diritti umani, è stata colpita sin dal primo giorno dell’invasione, il 24 febbraio scorso, e da allora sono sotto attacco anche le aree residenziali.

Lo studio è stato realizzato attraverso un lavoro sul campo di due settimane, indagando su 41 attacchi che hanno ucciso almeno 62 persone e ne hanno ferite almeno altre 96. Le persone intervistate sono 160, tra cui sopravvissuti agli attacchi, parenti di vittime, testimoni e medici. Sono state anche raccolte e analizzate prove sui luoghi degli attacchi.

Guerra in Ucraina oggi: le prove dei bombardamenti russi su Kharkiv

Nel corso dell’indagine, i ricercatori hanno trovato prove del ripetuto uso da parte russa di bombe a grappolo 9N210/9N235 e di mine a dispersione, entrambe vietate da trattati internazionali a causa dei loro effetti indiscriminati.

Donatella Rovera, Alta consulente di Amnesty International per la risposta alle crisi, ha dichiarato:

«Negli ultimi mesi la popolazione di Kharkiv ha subito incessanti attacchi che hanno ucciso o ferito centinaia di civili nelle loro abitazioni, in strada, nei parchi-giochi, nei cimiteri o mentre erano in fila per ricevere aiuti umanitari o per acquistare cibo o medicinali. Il ripetuto uso di munizioni ampiamente vietate come le bombe a grappolo è un fatto scioccante e un ulteriore segnale di un profondo disprezzo per la vita umana. Le forze russe responsabili di questi orrendi attacchi devono essere chiamate a rispondere delle loro azioni e le vittime e i loro familiari devono ricevere piena riparazione».

Ascolta “Guerra Ucraina: centinaia di civili uccisi dai russi a Kharkiv” su Spreaker.

Kahrkiv, i numeri di un massacro

Il direttore del dipartimento di medicina dell’amministrazione militare regionale di Kharkiv ha riferito all’organizzazione che dall’inizio del conflitto, in tutta la regione, i civili uccisi sono stati 606 e i feriti 1.248.

Sebbene la Russia non sia uno Stato parte della Convenzione sulle bombe a grappolo, né della Convenzione sulle mine antipersona, ricordano i ricercatori, il diritto internazionale umanitario proibisce attacchi indiscriminati e l’uso di armi per loro natura indiscriminate. Lanciare attacchi del genere che causino morti o feriti tra la popolazione civile o danneggino obiettivi civili è un crimine di guerra.

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Kharkiv, Ucraina – Foto: © Amnesty International

Tra le ultime notizie anche l’’attacco a un parco giochi

I bombardamenti su Kharkiv, città di un milione e mezzo di abitanti, hanno colpito in particolare nei quartieri nord-orientali e orientali.

Il pomeriggio del 15 aprile le forze russe hanno lanciato bombe a grappolo su via Miru e sulle sue adiacenze, nel quartiere di Industrialni. Sono stati uccisi almeno nove civili e oltre 35 sono stati i feriti, tra cui diversi bambini. I medici dell’ospedale hanno mostrato i frammenti metallici rimossi dai corpi dei pazienti, tra cui i tipici pezzi d’acciaio contenuti nelle bombe a grappolo 9N210/9N235.

Tetiana Ahayeva, un’infermiera di 53 anni, si trovava all’ingresso dell’edificio in cui abitava quando sono esplose diverse bombe a grappolo. Questo è il suo racconto:

«C’è stato un rumore improvviso come di fuochi d’artificio, ovunque. Poi da dove c’erano state le esplosioni si è alzato del fumo nero. Siamo corsi a nasconderci. Il figlio dei nostri vicini, Artem Shevchenko, 16 anni, è stato ucciso sul posto. Suo padre ha riportato una frattura a un’anca e una scheggia lo ha ferito a una gamba».

In un parco giochi lì vicino Oksana Litvynyenko, 41 anni, stava passeggiando col marito e la loro figlia di quattro anni quando sono esplose le bombe a grappolo. Le schegge le sono entrate nella schiena, nel petto e nell’addome, danneggiando i polmoni e la spina dorsale. L’attacco è avvenuto in pieno pomeriggio, quando molte famiglie erano al parco con i loro figli. La donna è deceduta l’11 giugno.

Anche in questo caso sono state trovate a terra le tipiche alette e i pezzi di metallo delle bombe a grappolo 9N210/9N235 e sul terreno è rimasta una serie di piccoli crateri, i cui danni sono caratteristici dell’esplosione di bombe a grappolo.

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Oksana Litvynyenko a Kharkiv, Ucraina – Foto: © Amnesty International

Guerra in Ucraina: colpito anche chi è in coda per gli aiuti umanitari

La mattina del 24 marzo, scrive ancora Amnesty, le bombe a grappolo hanno raggiunto un parcheggio nei pressi della stazione della metropolitana di Akademika Pavlova, dove centinaia di persone erano in attesa di ricevere aiuti umanitari.

Valeriia Kolyshina, commessa in un negozio di animali vicino al luogo dell’attacco, ha visto un uomo morire a seguito dell’esplosione della vetrina del negozio lì accanto:

«È morto fuori dal negozio, stava fumando mentre la moglie era entrata da noi per comprare cibo per cani. Io ero dietro la cassa, le schegge di metallo sono passate attraverso la vetrina e sopra la mia testa. Poi ci sono state diverse altre esplosioni. Il negozio era pieno di gente. Ci siamo rifugiati nel magazzino sul retro. È stata una cosa terribile, ho pensato che sarei morta».

L’organizzazione ha rinvenuto in un cratere sull’asfalto parti di un razzo Uragan 220, congegnato per trasportare 30 sub-munizioni, così come frammenti e alette delle bombe a grappolo 9N210/9N235 e altri crateri compatibili col loro uso.

Due altre bombe a grappolo, inoltre, hanno centrato il tetto della Chiesa della Santa Trinità, a circa 500 metri di distanza dal luogo dell’atterraggio del razzo Uragan 200. La chiesa era stata adibita a centro di raccolta dove i volontari preparavano pacchi di cibo e di altri beni di prima necessità.

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Metropolitana di Akademika Pavlova, Kharkiv, Ucraina – Foto: © Amnesty International (dettaglio)

Senza gambe: ecco cosa sta lasciando la guerra in Ucraina

«Il pomeriggio del 12 marzo – scrivono i ricercatori – Veronica Cherevychko, 30 anni, ha perso la gamba destra quando un razzo Grad ha centrato un parco giochi di fronte alla sua abitazione nel quartiere di Saltivka». Ecco cosa detto:

«Ero seduta su questa panchina quando c’è stata l’esplosione. Mi ricordo di aver sentito, poco prima, un rumore come di un fischio. Quando ho ripreso conoscenza, in ospedale, non avevo più la gamba destra. Ora la mia vita si divide tra prima del 12 marzo e dopo il 12 marzo. Mi dovrò abituare, adesso ancora non ce la faccio. Spesso mi viene da toccarmi la gamba, da grattarmi il piede. Non so che dire di chi ha fatto questo. Non li capirò mai».

Nello stesso quartiere, la mattina del 26 aprile, tre persone sono state uccise e sei sono rimaste ferite a seguito dell’esplosione di una serie di bombe a grappolo. Olena Sorokina, 57 anni, ha perso entrambe le gambe. Era seduta all’esterno del suo palazzo in attesa degli aiuti umanitari quando ha sentito il suono degli ordigni in arrivo, è corsa all’interno dell’edificio ma ha perso i sensi. Si è risvegliata all’interno di un’ambulanza e si è resa conto di aver perso una gamba. L’altra le è stata amputata in ospedale e ora si trova nell’Ucraina occidentale con la speranza di essere trasferita in un centro di riabilitazione in un altro Paese.

La armi usate nel conflitto tra Ucraina e Russia

Amnesty spiega che «razzi privi di guida come i Grad e gli Uragan, abitualmente usati dalle forze russe, sono inerentemente inaccurati e producono effetti indiscriminati quando sono diretti contro centri abitati».

E ancora: «I lanci di artiglieria privi di guida hanno un margine d’errore di oltre 100 metri. In centri abitati dove la distanza tra gli edifici è di non più di pochi metri, è praticamente certo che la loro mancanza di accuratezza causi perdite di vite umane e massicci danni e distruzioni alle infrastrutture civili».

Le forze ucraine, dal canto loro – conclude la nota dell’organizzazione – spesso lanciano attacchi dai centri abitati mettendo a rischio la vita dei civili che ci vivono.

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