Reddito di cittadinanza: requisiti di residenza decennale “in contrasto con la Costituzione”
La Corte d'appello di Milano dà ragione alla battaglia promossa da un gruppo di cittadini europei con il sostegno di Asgi e Comunità di Sant’Egidio sul requisito di residenza decennale previsto per accedere al reddito di cittadinanza. E ora le associazioni chiedono all'Inps di sospendere la procedura
Reddito di cittadinanza e requisito di residenza: il contrasto con la Costituzione italiana
La questione riguarda molte persone in difficoltà economiche, ma senza la residenza di almeno 10 anni in Italia, che vengono al momento escluse dall’aiuto economico.
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«Se il requisito cadrà, cadrà per tutti»
«La Corte d’Appello riconosce che un requisito cosi sproporzionato costituisce una discriminazione in danno dei cittadini stranieri – precisa Alberto Guariso, l’avvocato che ha assistito i ricorrenti – ma precisa che le medesime argomentazioni devono valere anche per i cittadini italiani, essendo irragionevole, dice la Corte, premiare il “bisognoso stanziale” rispetto al “bisognoso mobile”».
Secondo il legale, inoltre, «può aggiungersi che (le stesse argomentazioni) valgono anche per quei cittadini extra Ue che, in base al loro titolo di soggiorno hanno diritto alla parità di trattamento nelle prestazioni sociali, cioè i titolari di permesso di lungo periodo e i titolari di protezione internazionale: dunque se il requisito cadrà, cadrà per tutti».
Reddito di cittadinanza: la questione del requisito di 10 anni di residenza è già in tribunale
L’Asgi spiega che ad oggi molti tribunali italiani ai quali si sono rivolti i cittadini stranieri sono investiti dalla questione, che riguarda anche comunitari ed italiani e a cui l’Inps, dopo aver erogato il beneficio per alcuni anni, lo ha revocato chiedendone la restituzione, in quanto, pur avendo tutti i requisiti di reddito, non avevano quello di residenza decennale.
Ora la Corte ha ritenuto che questa norma sia in contrasto non solo con il diritto europeo (in particolare con la direttiva 2004/38 e con il Regolamento 492/11), ma anche con l’articolo 3 della Costituzione, perché introduce un requisito che non ha alcun collegamento con il bisogno delle persone e che neppure garantisce la stabilità futura del beneficiario, la quale, semmai, dipende proprio dalla possibilità di inserimento sociale e non dalla durata della residenza pregressa.
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Le richieste di Asgi all’Inps
Per questo Asgi chiede ora che l’Inps sospenda ogni procedura in attesa della decisione della Corte e che comunque si metta mano alla modifica di questo requisito.
La stessa Commissione Saraceno, nominata dal governo per valutare le proposte di riforma, del resto, aveva già riconosciuto questo requisito come del tutto irragionevole.
Fonte: Redattore Sociale