Festival del cinema africano: ecco i vincitori della 31esima edizione
Il Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina di Milano ha premiato ex-aequo due film dedicati ad altrettanti personaggi femminili: ecco quali sono, perché sono stati premiati e quali altri riconoscimenti sono stati annunciati
Amparo e Soula sono i due film vincitori ex-aequo del Festival del cinema africano, d’Asia e America Latina 2022 (Fescaaal), giunto quest’anno alla sua 31esima edizione, la prima dopo più di tre anni dall’ultima in presenza.
Il Premio Comune di Milano al Miglior Lungometraggio “Finestre sul Mondo” è stato assegnato durante la cerimonia di chiusura che si è svolta domenica 8 maggio all’auditorium San Fedele.
Anche quest’anno Osservatorio Diritti è media partner dell’evento.
Festival del cinema africano: Amparo sale sul gradino più alto
Amparo, del regista colombiano Simón Mesa Soto, è la storia di una madre single che torna a casa dal turno di notte e non trova il primogenito. Presto scopre che il ragazzo, considerato da tutti un buono a nulla, è stato arruolato a forza nell’esercito e sta per essere inviato in una zona di guerra molto pericolosa. Manca solo un giorno alla partenza e il suo destino sembra segnato.
Amparo – che in spagnolo significa “protezione” – intraprende una disperata corsa contro il tempo per liberare suo figlio in una società, quella colombiana degli anni ’90, dominata da corruzione e violenza.
Il lungometraggio, presentato in anteprima quest’anno alla Semaine de la Critique di Cannes, vede come protaginista Sandra Melissa Torres, vincitrice del Rising Star Award.
Soula, vincitore ex-aequo al Festival del cinema africano di Milano
Soula, dell’algerino Salah Issaad, è il ritratto inedito nel cinema arabo di una anti-eroina che cade di errore in errore nel tentativo di sottrarsi ai condizionamenti di una società conservatrice.
Il film è un’immersione di circa 14 ore nella vita di Soula Bahri (che interpreta sé stessa nel film ispirato alla sua storia, scritta a quattro mani con il regista), ragazza madre rifiutata dalla famiglia.
Nel tentativo di trovare un tetto dove rifugiarsi insieme alla sua bimba neonata, Soula viene trascinata in una nottata folle di abusi, droga e umiliazioni.
Si tratta di un Road movie (un genere cinematografico che sviluppa la storia perlopiù in viaggio) nell’Algeria reazionaria, dove anche i ragazzi più giovani non si sottraggono al giudizio benpensante.
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Le motivazioni della giuria
Ad assegnare il premio principale la giuria composta dal regista Mario Brenta, dall’antropologa e cineasta ecuadoriana Karine de Villiers, dall’attrice Sonia Bergamasco e dal regista cingalese Prasanna Vithanage.
I giurati sono rimasti colpiti «dalla qualità e radicalità formale e di scrittura» di Amparo, che riesce a raccontare una società maschilista che perseguita una madre nel suo tentativo di salvare il figlio dalla morte.
Di Soula, invece, ha convinto «il ritratto di una donna in bilico nei conflitti attuali della società magrebina, attraverso un racconto di estremo realismo e di grande potenza espressiva, al di fuori di ogni stereotipo, sia sociale che cinematografico».
Fescaaal 2022, un’edizione al femminile
Amparo e Soula non sono però solo i titoli delle pellicole vincitrici, ma anche due nomi femminili, a sottolineare come questa edizione fosse particolarmente caratterizzata dalla presenza di tante donne: diverse quelle che hanno firmato la regia – cosa non del tutto scontata in certi paesi – e altrettante le protagoniste.
Su dieci film in corcorso nella sezione principale, ben sette erano incentrati su storie femminili: oltre ad Amparo e Soula, anche Freda, The Gravedigger’s Wife, Children of the mist, The Exam e 98 segundos sin sombra.
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Menzioni speciali al Festival del cinema africano
Da segnalare anche le due menzioni speciali di questa edizione, che sono andate a Freda, opera prima di Gessica Généus, «per aver consegnato una galleria di ritratti femminili incisivi che lo sguardo della regista segue, in un contesto sociale e politico di forti contrasti, con profonda limpidezza e sensibilità».
E a Nous, étudiants! di Rafiki Fariala «per l’immersione vitale nella realtà universitaria della Repubblica Centrafricana attraverso una regia sorprendente e innovativa, che intreccia indagine documentaristica e affondi psicologici di grande impatto emotivo».
Miglior cortrometraggio africano
Altro premio importante è stato quello al miglior cortometraggio africano che è andato a Will my parents come to see me. Il lavoro di Mo Harawe, già presentato alla Berlinale di quest’anno, racconta l’ultimo giorno di un ragazzino condannato a morte per terrorismo in Sudan.
Anche in questa sezione ci sono due menzioni speciali: la prima a Chitana di Amel Guellaty, una fiaba moderna che arriva dalla Tunisia; la seconda ad Astel della regista senegalese Ramata-Toulaye Sy, un racconto di formazione che si ispira al cinema africano più classico in cui la piccola protagonista deve accettare che nel suo passaggio all’età adulta non tutto sarà più come prima.
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Gli altri film premiati
Il premio del Concorso Extr’a – dedicato ai film di registi italiani (o stranieri residenti in Italia) con l’intento di raccontare un’Italia che si fa interprete della diversità culturale – è andato a Mother Lode di Matteo Tortone.
Ad Amuka di Antonio Spanò e a Rue Garibaldi di Federico Francioni, le due menzioni speciali.
Il premio Città di Milano al film più votato dal pubblico è stato assegnato a El árbol rojo, saga di una famiglia della Colombia firmata da Joan Gómez Endara.
Il premio Cinit – Cineforum italiano lo ha vinto il film Le Départ di Saïd Hamich, una storia che delinea con efficacia e semplicità i contorni familiari della migrazione.
Il premio Signis è stato assegnato da The World Catholic Association for Communication a Freda di Gessica Généus.
E per finire il premio Multimedia San Paolo / Telenova è andato al film Chitana di Amel Guellaty.
Fescaaal, una lente d’ingrandimento sui tre continenti
Quello andato in scena quest’anno non è stato un semplice festival, ma un vero e proprio ecosistema che è riuscito a tenere insieme e a restituire le tante sfaccettature di tre mondi lontani.
Il focus principale è rimasto comunque sull’Africa, con il concorso dei cortometraggi e la tavola rotonda Africa Talks dedicata all’industria creativa e culturale del continente, con particolare attenzione al rapporto tra le cinematografie e la produzione letteraria.