Diritti umani: ecco cosa succede in America Latina e negli Stati Uniti
La situazione dei diritti umani in America Latina e negli Stati Uniti secondo l'ultimo rapporto diffuso da Amnesty International
da San Paolo, Brasile
Amnesty International ha pubblicato a marzo il suo rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo nel 2021. Un documento dettagliato che analizza 154 paesi e che mostra come la pandemia non abbia reso il mondo un posto migliore, nonostante le promesse di cooperazione e di solidarietà internazionale che hanno riempito i discorsi e le agende politiche a livelle globale. Le Americhe, purtroppo, non fanno eccezione. Ecco qui una panoramica della regione.
Violazione dei diritti umani in America: cosa ha portato la pandemia
La pandemia da Covid-19 è stata devastante nel continente Americano, seppur con enormi differenze tra paese e paese. Quasi la metà degli Stati ha registrato enormi problemi nell’erogare prestazioni di salute ai suoi cittadini, come segnalato anche dall’Organizzazione Panamericana della Salute.
Un dato, però, ci offre meglio di tutti gli effetti del nuovo coronavirus in questa parte del mondo: al 10 marzo, con più di 2,6 milioni di persone morte a causa del coronavirus, le Americhe hanno fatto registrare, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il maggior numero di morti a livello mondiale a causa della pandemia.
Sempre al 10 marzo, inoltre, sul sito dell’Oms si poteva osservare come in America Latina il Brasile da solo sommasse 652.000 vittime a causa del coronavirus, collocandosi così al secondo posto nel mondo. Al primo posto, come noto, c’è un altro paese del continente americano: gli Stati Uniti, con 78 milioni di casi confermati e 954.000 decessi.
Particolare poi il caso del Perù, dove si registra il tasso di mortalità più alto al mondo a causa del Covid-19: 6.497 morti ogni milione di abitanti (l’Italia ne ha 2.733).
Come anticipato, i dati nelle Americhe sono però estremamente diversi e così, parlando di vaccini, scopriamo una differenza abissale, per esempio, tra Cuba ed Haiti. A Cuba il 94% della popolazione contava già ad inizio marzo con un ciclo parziale o completo di vaccinazione (con vaccini sviluppati in loco), mentre ad Haiti solo l’1,3 % della popolazione aveva avuto accesso ai vaccini. A livello continentale, invece, secondo i dati Oms è il 65% della popolazione ad aver giá ricevuto il ciclo completo di vaccinazione.
America Latina e Caraibi alle prese con la povertà crescente
La Commissione economica per l’America Latina e i Caraibi (Cepal) ha condiviso dati allarmanti rispetto al numero di persone in situazione di povertà in latinoamerica. Infatti, rispetto a prima della pandemia (2019), il numero di persone in situazione di povertà estrema è aumentato di 16 milioni, mentre il numero di persone sotto la soglia della povertà nel 2021 è di 14 milioni rispetto al periodo pre-Covid-19.
Inoltre, secondo i dati pubblicati il 3 marzo dall’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo), il Covid-19 ha fatto retrocedere di 15 anni i progressi in termini di genere in America Latina. L’informalità, il sovraccarico di attività di caregiving e i tassi di disoccupazione hanno riaperto divari di disuguaglianza allarmanti.
Nel report dell’Ilo si legge che dei 23,6 milioni di posti di lavoro persi dalle donne nel momento peggiore della crisi nel secondo trimestre del 2020, alla fine del 2021, circa 4,2 milioni non erano ancora stati recuperati. Dall’altro lato, i 26 milioni di uomini rimasti disoccupati a causa del Covid hanno quasi tutti potuto reintegrasi nel mercato lavorativo.
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Diritti umani America Latina: violenza e corruzione
La violenza continua a essere una degli elementi caratterizanti del continente, specialmente in America Latina e nei Caraibi. I dati di Insight Crime raccontano una situazione di estrema violenza in Giamaica, Venezuela e Honduras, con un tasso di omicidi ogni 100.000 abitanti rispettivamente di 49,4, 40,9 e 38,6. Da sottolineare poi l’omicidio di Jovenel Moise, presidente di Haiti, avvenuto nella notte tra il 6 e 7 luglio 2021 (leggi anche Haiti: ucciso il presidente Jovenel Moise, l’isola è nel caos).
Il Messico offre uno scenario complesso e il paese appare citato in più di una categoria. Dalle quasi 100.000 mila persone scomparse (legg Desaparecidos Messico: l’Onu indaga su migliaia di sparizioni forzate) , alle più di 10 donne al giorno uccise nel solo 2021: 3.716 casi, dei quali solo 969 sono stati indagati come femminicidi.
Nel continente americano sono stati denunciati 316 dei 375 casi registrati a livello mondiale di uccisione di persone trans e di genere diverso. Il Brasile è il paese più mortifero in questo senso, con 125 omicidi, seguito, ancora una volta, da Messico (65 casi), Stati Uniti (63 casi) e Colombia (25 casi).
Riguardo ai livelli di corruzione, Transparency International ci dice nel suo Indice di Percezione della Corruzione 2021 che il Canada è il paese meno corrotto del continente (numero 13 a livello mondiale), seguito da Uruguay (18esimo), Cile e Usa (27esimi). Nella parte bassa della classifica appaiono ancora una volta Haiti (numero 164) e, più in basso, il Venezuela (177), seguito a livello mondiale solo da Siria, Somalia e Sud Sudan.
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Difensori dei diritti umani, giornalisti e ambiente: cosa accade in Centro e Sud America
«Con 252 omicidi registrati lo scorso anno, pari al 68% del totale globale di 358 omicidi, l’America Latina e i Caraibi è stata la regione più mortale al mondo per i difensori dei diritti umani. La Colombia è rimasta il paese più letale, avendo registrato 138 omicidi, seguita da Messico e Brasile», scrive Amnesty International nel suo rapporto annuale sullo stato dei diritti umani nel mondo nel 2021
I giornalisti uccisi nel 2021 nella regione, secondo i dati forniti dal Comitato per la tutela dei giornalisti, sono nove. Questo 2022 però ha già superato in peggio le aspettative, visto che solo nei primi 3 mesi dell’anno, solo in Messico, sono stati uccisi altri 8 giornalisti. Ma è la libertà di stampa in generale ad essere sotto attacco visto che a Cuba sono stati incarcerati tre giornalisti nel 2021, due in Nicaragua e uno in Brasile.
Per quanto riguarda l’ambiente, le politiche di deforestazione promosse da Jair Bolsonaro in Brasile hanno portato alla perdita di 13.000 km2 di Amazzonia, una cifra che non si registrava dal 2006. Una buona notizia in questo senso arriva dall’entrata in vigore dell’Accordo di Escazú avvenuta giovedì 22 aprile 2021, giornata internazionale della Terra. Evento celebrato a livello mondiale anche dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che ha espresso così la sua soddisfazione:
«Questo è un traguardo storico per la regione e per il mondo. Oltre ad essere il più recente accordo ambientale multilaterale negoziato e adottato sotto gli auspici delle Nazioni Unite, l’accordo di Escazú è anche il primo trattato ambientale regionale dell’America Latina e dei Caraibi».
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Migranti in America: violazioni dei diritti umani diffuse in tutto il continente
L’esodo migratorio venezuelano è ancora il fenomeno più importante della regione, tanto da far registrare ormai più di 6 milioni di migranti. Più a nord, nella frontiera tra Messico e Usa, l’Organizzazione mondiale per le migrazioni ha registrato invece il più alto numero di morti dal 2014 relativo a persone che hanno cercato di attraversare la frontiera: ben 650.
In Messico nel 2021 sono state detenute 252.526 persone e recluse in centri per immigranti dove non sono state rispettate le minime misure di igiene e di prevenzione del Covid-19. Almeno 101.571 pesone (la maggior parte provenienti dall’America centrale) sono state espulse e tra loro anche migliaia di minori non accompagnati.
Stessa sorte è toccata a quasi 1,5 milioni di persone migranti e rifugiate che sono state espulse dalle autorità di frontiera degli Stati Uniti, che hanno usato come pretesto la pandemia. Anche in questo caso decine di migliaia erano minori non accompagnati.
Infine, in America Latina si trova un altro dei luoghi più pericolosi e mortiferi al mondo, il confine naturale che separa la Colombia da Panama, conosciuto come il Darién Gap (Corridoio del Darién). Secondo fonti del ministero di Sicurezza di Panama, sono ben 126.000 i migranti che solo nel 2021 lo hanno attraversato per poi dirigersi vero il Messico e poi ancora più a nord verso gli Usa (leggi Darién Gap, in viaggio con i migranti nella giungla tra Panama e Colombia).