Bambini rom: Romania, viaggio nel quartiere ghetto di Ferentari

Nel ghetto di Ferentari di Bucarest, in Romania, i bambini vivono in povertà, senza accesso ai servizi di base e vittime della discriminazione: ecco qual è la loro situazione

da Bucarest, Romania

Nonostante siano stati fatti passi avanti importanti in Romania, le persone di etnia rom appartengono ancora oggi ad una comunità fortemente svantaggiata e vittima di discriminazione. A soffrire sono soprattutto i bambini, che vivono in condizioni di estrema povertà e i più elementari diritti vengono loro negati. A cominciare da istruzione, salute e alimentazione.

Secondo il rapporto di Save the Children Romania aggiornato a ottobre 2021, il rischio povertà e l’esclusione sociale sono aumentati tra i bambini romeni del 36,3 per cento. La pandemia ha peggiorato le cose e i maggiormente esposti ai rischi sono i bambini affetti da disabilità, i nati da madri minorenni e, appunto, i bambini di etnia rom.

Ferentari, storie di degrado e povertà

Nel quartiere rom di Ferentari si incontrano storie di povertà e degrado in quantità. Siamo nel settore 5 di Bucarest, a circa 8 chilometri dal centro. Una quindicina di fermate con l’autobus della linea urbana, durante le quali si vede la città cambiare volto chilometro dopo chilometro.

Chiedere indicazioni ai locali di Ferentari vuol dire ottenere una solo risposta: «Non entrate a Ferentari, è pericoloso. Chi entra lo fa a suo rischio e pericolo. Se vi vedono scattare foto potrebbero aggredirvi».

Nel settore 5 di Bucarest vivono oltre 200 mila persone, di cui oltre 20 mila risiedono nel quartiere ghetto di Ferentari e sono tutte di etnia rom. Nel dopoguerra era rifugio dei criminali di Bucarest. Durante il comunismo ospitò i lavoratori impiegati nelle fabbriche. Ma, con la caduta del regime, le fabbriche sparirono e Ferentari divenne un vero e proprio luogo al confine con il resto della città.

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Quartiere rom di Ferentari, Bucarest, Romania: Foto: © Graziano Masperi

Ferentari, Bucarest: bambini senza cibo e in cerca di avanzi

Una bambina sugli 11-12 anni si è appostata fuori da una pizzeria da asporto. È domenica, ora di cena. Il vento gelido è pungente su Bucarest, nonostante sia primavera. Appena nota il cliente che ha quasi finito di consumare la pizza entra di soppiatto e prende il cartone per mangiarsi gli avanzi.

Non è una scena occasionale, è la normalità a Ferentari, dove i bambini crescono in mezzo ai rifiuti e cominciano presto a fare uso di stupefacenti.

«A Ferentari ci sono bambini che non mangiano da giorni, piange il cuore vederli vagare in cerca di cibo. Spesso fanno queste azioni fulminee pensando che se dovessero essere sorpresi dalla polizia verrebbero arrestati o picchiati», commenta la ragazza che gestisce la pizzeria d’asporto.

I romeni non entrano nel ghetto rom

Il ghetto è spettrale. Palazzi fatiscenti, sporcizia, una condizione di degrado inimmaginabile e indegna per degli esseri umani. «Non troverete romeni in questo quartiere, anche coloro che vivono nel settore 5 di Bucarest non entrano a Ferentari perché hanno paura», continua la ragazza.

Lo spaccio di droga è la regola. Lo scorso 23 marzo una banda di narcotrafficanti è stata condannata a 105 anni di reclusione complessivi. Si rifornivano di eroina nella allea Livezilor di Ferentari, quella che è considerata la strada ghetto nel ghetto. Diciassette persone che utilizzavano le parti intime delle donne per nascondere lo stupefacente, secondo i giudici che hanno emesso la sentenza.

È in un contesto del genere che migliaia di bambini crescono senza alcuna prospettiva per il futuro. Il volto dei romeni cambia quando chiedi loro del ghetto.

Alla stazione Gara de Nord di Bucarest in questi giorni sono centinaia i volontari in attesa dei convogli provenienti dall’Ucraina. Croce Rossa, Vigili del Fuoco, Save the Children Romania, associazioni e volontari improvvisati. Un enorme esercito armato della buona volontà di aiutare la popolazione che fugge dalla guerra.

Eppure quando abbiamo chiesto ad un volontario della Croce Rossa cosa si stesse facendo a Ferentari, ha risposto così: «A Ferentari è impossibile entrare. Se ci vuoi andare, non andarci da solo perché ti potrebbe succedere qualcosa di brutto». E una signora aggiunge: «Ho degli amici in quella zona, raccomandano sempre ai loro figli di non entrare nel ghetto a giocare con i bambini rom».

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Palazzo del parlamento di Bucarest, Romania – Foto: via Pixabay

Non solo rom: i bambini in Romania

Nonostante i passi in avanti intrapresi dalle autorità rumene negli ultimi anni, le disuguaglianze e le disparità restano e sono evidenti a chiunque si faccia un giro nella città di Bucarest.

Secondo Save the Children Romania i bambini di etnia rom sono i maggiormente esposti al rischio di esclusione sociale e segregazione, anche in termini di formazione scolastica.

Alcuni dati – che però riguardano tutti i più piccoli residenti nel paese, non solo quelli di etnia rom – fanno riflettere. A dicembre 2020 il numero dei bambini nell’intero territorio della Romania lasciati dai genitori emigrati in altri paesi era 75.136, di cui 13.253 rimasti in patria senza entrambi i genitori. Molti sono stati affidati alle cure dei nonni o di altri parenti, ma sono parecchi i bambini rimasti da soli. E con la pandemia, la situazione sembra essere peggiorata.

È ancora Save the Children a denunciare come la situazione sia grave anche per quanto concerne l’accesso ai servizi sanitari. Il 23% dei genitori non è in grado di acquistare farmaci per i propri figli, mentre il 15% ha dichiarato di non aver avuto accesso ai servizi medici per i bambini.

Il sindaco del settore 5 ha spiegato in una nota stampa pubblicata sul sito istituzionale del Comune che, dal mese di dicembre dello scorso anno, 33 bambini che frequentano il centro sociale comunitario Ferentari hanno diritto, ogni giorno, ad un pasto gratuito. Inaugurato nel 2018, il centro Ferentari è destinato ai bambini svantaggiati, quasi tutti di etnia rom. «Per molti di loro quello potrebbe essere l’unico pasto di qualità nell’arco della giornata. Tenuto conto dei debiti che gravano sul nostro Comune questo, per noi, è uno sforzo enorme»,ha commentato il sindaco del settore 5, Cristian Victor Popescu Piedone.

Nella nota si parla di ammodernamento spazi del centro resi possibili anche attraverso una donazione di circa 250 mila euro.

L’attivista per i diritti umani che aiuta i bambini rom

Per Valeriu Nicolae, giornalista, scrittore e attivista per i diritti umani che conosce la realtà di Ferentari come le sue tasche, non è certo sufficiente. Nicolae è conosciuto in tutto il mondo per il suo attaccamento al mondo rom dal quale proviene e per l’aiuto che sta garantendo ai bambini.

Gran parte del suo reddito degli ultimi 15 anni lo ha devoluto per le attività di volontariato da destinare ai bambini poveri di Ferentari. In questi giorni sta presentando il suo ultimo libro Țigan Țăndări, il cui ricavato sarà utilizzato per la realizzazione di un asilo nel ghetto.

Lo abbiamo seguito durante una sua presentazione in streaming. «Abbiamo ottenuto risultati importanti e sorprendenti dai bambini che stanno seguendo un programma di educazione precoce all’asilo. Anche per un solo giorno alla settimana. I fondi che raccoglieremo con il libro serviranno per tenere aperto l’asilo tutti i giorni e garantire un futuro dignitoso a sempre più bambini di Ferentari», ha detto.

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