Brasile, l’Amazzonia è il nuovo El Dorado dei narcos
Organizzazioni criminali di Brasile e Colombia approfittano dell’allentamento dei controlli in Amazzonia per investire il denaro della droga nell’estrazione di risorse naturali. Il traffico d'oro e l'estrazione di legname servono per riciclare i proventi della cocaina
Non più soltanto traffico di droga e controllo militare delle favelas delle grandi città. Il grande El Dorado criminale in Brasile si chiama Amazzonia. Sfruttando la conoscenza dell’impenetrabile bacino idrico della foresta pluviale, da anni attraversato per trafficare cocaina, le più potenti organizzazioni criminali del Paese hanno iniziato a delocalizzare la propria influenza criminale e militare per poter sfruttare le risorse. O semplicemente reinvestire e riciclare denaro sporco attraverso il contrabbando di oro e legname estratto illegalmente.
I criminali, invece di limitarsi a gestire i traffici sulle rotte che portano cocaina dalla Bolivia e dalla Colombia, verso il mercato interno o in direzione dei porti da dove viaggia per Europa, Africa, Asia e Stati Uniti, hanno anche iniziato ad accaparrarsi terre. Aree che vengono disboscate illegalmente per vendere il legno di contrabbando o per essere destinate all’estrazione mineraria senza controlli e poco sostenibile. Spesso in riserve protette e terre abitate da popoli indigeni.
Brasile, gli occhi della criminalità puntano l’Amazzonia
C’è tutto questo in una serie di indagini di magistratura e polizia federale che mostrano il sempre maggiore interesse del Comando Vermelho (Cv) e del Primeiro Comando da Capital (Pcc), cartelli originari di Rio de Janeiro e San Paolo che sempre più vedono nell’Amazzonia una risorsa.
Anche i dissidenti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie di Colombia (Farc), hanno intuito il potenziale. Secondo la Divisione di intelligence e cattura (Dicap) della polizia di Roraima (uno Stato brasiliano), nella zona ci concentra infatti una massiccia presenza di ex-condannati e latitanti. Sarebbero circa 1.600 membri di fazioni dentro e fuori il sistema carcerario di Roraima. Secondo il Dicap, in particolare, 25 fuggitivi, tutti legati al Pcc, si nascondono all’interno della Terra Indigena Yanomami. Lì lavorano in collaborazione con minatori illegali.
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Deforestazione per il legname e oro per il ricicilaggio: quanto vale l’Amazzonia brasiliana
Quella del contrabbando di legname «è un’attività redditizia con basso danno legale», spiega a Carta Capital Alexandre Saraiva, delegato della polizia federale responsabile del più grande sequestro di legname illegale nella storia dell’Amazzonia.
«I criminali prendono gratuitamente legna da terreni di proprietà del demanio o in una riserva indigena, usano manodopera in condizione analoga alla schiavitù e rubano elettricità per movimentare i macchinari. L’esportazione illegale di legname è diventata un’attività a bassissimo costo, ma il prodotto è molto apprezzato all’estero. Negli Usa il legno Ipe è venduto a 5.000 reais (950 euro) per metro cubo. Un traghetto trasporta fino a 3.000 metri cubi di legno».
L’oro è invece il modo migliore per riciclare denaro. Secondo quanto afferma il procuratore generale Paulo de Tarso Moreira Oliveira a Reporter Brasil, «chi si arricchisce illecitamente e vuole giustificare questo aumento di patrimonio va solo nel segmento dell’oro».
La facilità di riciclare denaro con l’oro e la mancanza di controlli sono le ragioni principali della migrazione di organizzazioni criminali verso l’attività mineraria. Oltre ad essere un asset altamente liquido, il suo ingresso nel mercato finanziario avviene secondo regole flessibili.
Inoltre, la Legge 12.844/2013 apre delle lacune facendo in modo che l’indicazione dell’origine dell’oro sia responsabile del venditore e non dell’acquirente. La legge permette anche di non rivelare le zone di provenienza. In questo modo gran parte dell’oro estratto illegalmente finisce “legalizzato” nel mercato finanziario.
Ci sono anche prove evidenti che le organizzazioni criminali stanno investendo in macchinari per l’estrazione dell’oro. In altre parole, si stanno preparando a rilevare e gestire direttamente le miniere d’oro della Roraima.
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Brasile, foresta Amazzonica assaltata da dissidenti Farc
Sospetti dissidenti delle disciolte Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) starebbero imponendo il pagamento di un “pedaggio” ai minatori illegali che estraggono clandestinamente oro nei pressi del fiumi Brasile. Lo riferisce la BBC Brasil in un’inchiesta giornalistica i cui contenuti sono stati confermati dalla polizia federale del Brasile.
«Individui presumibilmente dissidenti di gruppi paramilitari stranieri agirebbero nella zona di confine della regione del Japurá e sarebbero coinvolti nel traffico di stupefacenti, scortando spedizioni di droga e, più recentemente, lavorando nell’estorsione di minatori illegali che operano nella regione di confine. C’è ma c’è la possibilità che queste risorse siano utilizzate per finanziare questi gruppi con sede all’estero», ha affermato il sovrintendente della polizia federale dell’Amazzonia, Leandro Almada, in una nota inviata alla BBC Brasil.
«Secondo le indagini i dissidenti entrerebbero illegalmente nel territorio nazionale, spesso con documenti falsi, per poter estorcere denaro ai minatori illegali impegnati nelle aree minerarie della fascia di confine», ha spiegato Almada, evidenziando che ci sono sospetti che l’oro estratto illegalmente in Brasile venga utilizzato per finanziare le attività dei dissidenti in Colombia.
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