Honduras: difensori dei diritti detenuti per aver difeso l’ambiente da una miniera di ferro
Solo due degli otto "difensori di Guapinol" sono stati assolti e rilasciati, mentre gli altri sei sono stati condannati per incendio doloso aggravato e sequestro di persona. Sebbene la loro colpa, secondo Onu e altre istituzioni internazionali, sia solo quella di aver difeso il diritto all'acqua e a un ambiente salubre in Honduras. E nonostante la Camera costituzionale della Suprema corte di giustizia abbia emesso due risoluzioni a loro favore
«L’ingiusta detenzione per oltre due anni degli otto difensori di Guapinol mostra un chiaro interesse a criminalizzare e intimidire coloro che legittimamente difendono il diritto all’acqua e a un ambiente salubre in Honduras». Queste erano stata le parole profetiche di Erika Guevara Rosas, diretttrice per le Americhe di Amnesty International a pochi giorni dalla sentenza di condanna del tribunale di Trujillo dello scorso 9 febbraio.
Profetiche perchè dopo la condanna dei difensori di Guapinol (nome con il quale è conosciuto il gruppo) da parte del tribunale di Trujillo e la controsentenza arrivata il giorno seguente da parte della Camera costituzionale della Suprema corte di giustizia dell’Honduras, che ne ha ordinato l’immediata assoluzione e scarcerazione, questi continuano a rimanere in carcere.
La comunità internazionale chiede la liberazione degli attivisti di Guapinol
Anche l’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Honduras aveva espresso forte preoccupazione per la situazione degli attivisti e per la sentenza di condanna nei loro confronti. Il 10 di febbraio Isabel Albaladejo Escribano, rappresentante dell’ufficio in Honduras, aveva consegnato queste considerazioni in un comunicato:
«I cosiddetti difensori di Guapinol sono solo un gruppo di difensori dei diritti umani, della terra, del territorio e dell’ambiente che svolgono un lodevole lavoro a favore della democrazia nel Paese… Hanno scontato più di 29 mesi di privazione arbitraria della libertà e, come stabilito dal Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, è necessario il loro rilascio e la piena riparazione del danno subito».
Nelle ultime settimane la mobilitazione internazionale intorno al caso dei difensori di Guapinol ha visto il suo punto più alto e dopo l’annullamento da parte della Suprema corte di giustizia della sentenza di condanna ora la pressione si focalizza sulla scarcerazione.
Dalle pagine social di Observatorio Justicia Para Guapinol, Libertad para 8 defensores del Río Guapinol, Front Line Defender Américas, Amnistía Internacional Américas e dal profilo dell’avvocato degli attivisti, Edy Tabora, si ripetono appelli e comunicati, oltre ad un costante monitoraggio dell’evolversi della situazione.
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Honduras: i fatti contestati agli otto difensori dei diritti
Gli otto di Guapinol, José Daniel Márquez, Kelvin Alejandro Romero, José Abelino Cedillo, Porfirio Sorto Cedillo, Ewer Alexander Cedillo, Orbin Nahún Hernández, Arnol Javier Alemán e Jeremías Martínez Díaz fanno parte del Comitato municipale in difesa dei beni comuni e pubblici (Cmdbcp), un’organizzazione che dal 2015 mobilita le comunità di Tocoa e dintorni per contestare pacificamente la legalità delle concessioni di estrazione del ferro attribuite a Inversiones Los Pinares (Ilp).
Il Cmdbcp sostiene che le attività della miniera a cielo aperto impattano negativamente sulla qualità delle acque dei fiumi Guapinol e San Pedro. Le concessioni si trovano nel Parco nazionale protetto Montaña de Botaderos Carlos Escaleras e le comunità non sono state interpellate prima della concessione e attivazione del progetto.
Il 1° agosto 2018, persone di Guapinol, del settore San Pedro e delle comunità vicine del comune di Tocoa, avevano istituito il Campo per l’acqua e la vita per proteggere il Parco nazionale Carlos Escaleras e le sue sorgenti d’acqua dalla contaminazione provocata dalla miniera di ferro a cielo aperto. In risposta, 32 persone sono state criminalizzate, il campo è stato sgomberato con la forza dalle autorità statali, mentre la miniera e l’impianto di lavorazione, che operano nonostante il diffuso rifiuto della comunità, continuano l’estrazione.
Un anno dopo quei fatti, ad agosto 2019, gli 8 di Guapinol si sono costituiti volontariamente davanti al tribunale di giurisdizione nazionale di Tegucigalpa per chiarire le denunce penali pendenti presentate contro di loro dalla procura di Tocoa per conto della società mineraria Inversione Los Pinares.
Gli attivisti erano coscienti di non aver fatto altro che difendere le risorse idriche della loro comunità, ma il giudice Lisseth Vallecillo ha emesso un atto d’accusa formale per due capi di imputazione – incendio doloso aggravato e sequestro di persona – ordinandone la detenzione arbitraria e dando inizio al loro calvario.
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Diritti umani in Honduras: risvolti nazionali e internazionali
Il caso dei difensori di Guapinol ha avuto e continua ad avere ripercussioni a livello nazionale e internazionale, soprattutto perchè interconnesso ad altri eventi difficilmente separabili da quanto accaduto. L’ultimo in ordine di tempo è l’arresto per narcotraffico dell’ex presidente dell’Honduras Juan Orlando Hernández il 15 febbraio. Un evento che ha gettato un’ombra importante sull’apparato statale del Paese dell’America Latina.
Lo stesso giorno, martedì 15 febbraio, il Congresso nazionale dell’Honduras ha approvato la decorazione della Gran croce con targa d’oro agli otto cittadini che difendono il fiume Guapinol. La cerimonia solenne sarà celebrata in una speciale sessione plenaria presso le strutture del Congresso una volta che i difensori saranno rilasciati.
Inoltre, va ricordato il caso di Berta Cáceres, uccisa nel 2016, e le continua minacce ai danni del Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras), oggi guidato dalla figlia dell’attivista. Nel settembre 2020, il gruppo di sinistra del Parlamento europeo aveva nominato la defunta attivista onduregna e i difensori dell’acqua di Guapinol per il Premio Sacharov per la libertà di espressione assegnato ogni anno da questa istituzione.
Infine, come ha ribadito l’Onu nel suo comunicato, la causa di Guapinol non è solo la causa degli otto difensori, né della loro comunità, ma una causa che deve coinvolgere l’intero Stato dell’Honduras per costruire un modello di sviluppo economico equo e sostenibile che garantisca i diritti delle comunità colpite e che contribuisca alla qualità della vita della popolazione generale.