Carceri italiane: aumentano suicidi e popolazione carceraria
Ecco qual è la situazione oggi nelle carceri italiane secondo gli ultimi dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale e l'associazione Antigone
La situazione nelle carceri italiane peggiora. Da una parte aumentano i suicidi. Dall’altra riprende a crescere il numero dei detenuti, calato nel 2020 per effetto della pandemia.
Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, segnala «la criticità della situazione in questo avvio dell’anno», proprio per ribadire la «necessità di ritrovare un dialogo produttivo attorno al tema dell’esecuzione penale detentiva che sappia rispondere alla particolare difficoltà oggi vissuta negli istituti da parte di chi vi è ristretto e da parte di chi in essi opera quotidianamente».
Suicidi in carcere: la situazione nel 2022
Palma riassume con pochi numeri la drammatica situazione relativa ai sucidi in prigione.
«Ventiquattro diviso otto fa tre. Al 24 di gennaio i suicidi in carcere nell’anno sono stati otto: uno ogni tre giorni. È un dato che non può essere né sottovalutato né, tantomeno, ignorato».
Per Palma, «anche se è evidente che la decisione di porre fine alla propria vita si fonda su un insieme di fattori e di malesseri della persona e non può essere ricondotto solo al carcere, tuttavia, l’accelerazione che ha caratterizzato le prime tre settimane del 2022 non può non preoccupare e interrogare l’amministrazione che ha la responsabilità delle persone che sono a essa affidate».
«Solo un dialogo largo, unito a provvedimenti che rispondano alla difficoltà dell’affollamento particolarmente accentuata in questa situazione pandemica, può indicare la via da percorrere per ridurre le tensioni, ridefinire un modello detentivo e inviare un segnale di svolta nel nostro sistema penitenziario».
Morire in carcere: i dati degli ultimi anni
Il numero dei suicidi negli istituti di pena italiani ha avuto una lieve diminuzione l’anno scorso. Nel 2021, infatti, secondo Ristretti Orizzonti sono stati 54 i detenuti che si sono tolti la vita in carcere. Nel 2020, secondo il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), ci sono stati invece 61 suicidi.
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Sovraffollamento in carcere: i dati aggiornati
Nel 2021 la popolazione penitenziaria è tornata a crescere, anche se di poco. Dopo il calo repentino registrato nei primissimi mesi della pandemia – a febbraio 2020 si contavano oltre 61 mila detenuti, contro i poco meno di 54 mila di aprile – al 31 dicembre 2021, nelle carceri italiane si registravano 54.134 persone.
A crescere lievemente nell’ultimo anno, inoltre, è la capienza regolamentare degli istituti dichiarata dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Complessivamente, dai 43 mila posti del 2008 si è arrivati ai 50,8 mila posti disponibili nel 2021. Un dato che ancora una volta mostra l’assottigliarsi del divario tra presenze e capienza degli istituti.
Tuttavia, il sovraffollamento risulta essere ancora critico in alcune regioni e in alcuni istituti di pena: le regioni maglia nera anche nel 2021 sono la Puglia (con 3.760 detenuti presenti al 31 dicembre contro una capienza regolamentare di 2.907 posti) e la Lombardia (con 7.838 detenuti presenti al 31 dicembre contro una capienza regolamentare di 6.129 posti).
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Diminuisce il numero di stranieri nelle carceri italiane
I dati aggiornati al 31 dicembre 2021 confermano il costante calo della popolazione detenuta straniera, con circa 17 mila detenuti stranieri, contro i 19,9 mila di fine 2019 e i 20,2 mila del 31 dicembre 2018. Un dato, quello di fine 2021, che rispecchia il trend nazionale e segna un ritorno al 2015.
Anche la presenza di donne in carcere segue l’andamento generale della popolazione penitenziaria e nel 2021 fa segnare una lieve diminuzione: al 31 dicembre 2021 sono 2.237 le donne in carcere contro le 2.663 del 2019 e le 2.576 presenze del 31 dicembre 2018.
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I reati più diffusi
Il trend del 2021 riguarda anche i numeri registrati tra i reati che producono carcere, come la violazione delle leggi sugli stupefacenti. Al 31 dicembre 2021, sono 18.942 i detenuti per aver violato la normativa sulle droghe. Nel 2019 erano oltre 21 mila, con un trend in costante crescita dal 2015 al 2019.
Stabile rispetto al 2020 il numero di detenuti per associazione di stampo mafioso (416bis): a fine 2021 si contano 7.274 detenuti, lo stesso del 2020 e sempre 2 mila in più rispetto ai 5.257 del 2008.
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Ergastoli in crescita: fine pena mai
Torna a crescere anche il numero dei detenuti condannati all’ergastolo in via definitiva, nonostante la flessione registrata nel 2020 per la prima volta dal 2006. Se nel 2020 c’erano 1.784 detenuti all’ergastolo, nel 2021 i detenuti con questa condanna sono 1.810.
Negli ultimi 14 anni la crescita è rallentata soltanto tra gli anni 2012 e 2014, con circa 1.580 ergastolani detenuti, ma dal 2016 il dato è tornato a salire fino a superare quota 1.800 nel 2019.
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Sempre più volontari nelle carceri italiane
Dal 2009 al 2017 è cresciuta in maniera costante la presenza dei volontari nelle carceri italiane. Nel 2017 erano 16,8 mila quelli impegnati in diverse attività, nel 2009 circa 8,5 mila. Nel 2018, invece, il dato era pressoché stabile rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati del Dap, quindi, ci sarebbe un volontario ogni 3,5 detenuti, ma i dati raccolti dall’Osservatorio di Antigone nel corso delle visite agli istituti di pena italiani mostrano un impegno maggiore da parte del volontariato. Secondo l‘associazione, infatti, negli istituti visitati il rapporto detenuti/volontari è pari a un volontario ogni 7 detenuti.
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La fonte di questo è articolo sono due pezzi pubblicati il 25 gennaio 2022 dall’agenzia del Redattore Sociale