Grecia, libertà di stampa «minacciata» da manager di compagnia mineraria
Un manager della compagnia mineraria Hellas Gold, filiale greca della multinazionale canadese Eldorado Gold Corporation, ha chiesto 100 mila euro a una giornalista e a un portale d'informazione per aver diffuso i suoi dati personali relativi a una condanna pubblica per le attività inquinanti dell'azienda. Secondo gli attivisti si tratta di una minaccia alla libertà di stampa
Sono 100 mila gli euro che un manager della compagnia mineraria Hellas Gold ha chiesto alla giornalista Stavroula Poulimeni e al portale di informazione indipendente Alterthess per aver pubblicato nel 2020 un articolo sulla condanna inflitta nei suoi confronti dalla corte di Polygros per le attività inquinanti dell’azienda.
L’accusa nei confronti della giovane reporter greca e di Alterthess è di aver danneggiato la reputazione del dirigente pubblicando «dati sensibili personali», nonostante le sentenze sia di primo sia di secondo grado siano state pronunciate al termine di due processi pubblici.
La richiesta di risarcimento è così ingente da essere stata immediatamente definita dagli attivisti e dalle organizzazioni per la difesa della libertà di stampa come Slapp, acronimo inglese per Strategic Lawsuit Against Public Partecipation: un’azione legale strategica contro la pubblica partecipazione.
Non codificata nel codice italiano, così come in gran parte degli ordinamenti europei, come denunciato lo scorso 11 novembre dal voto dei parlamentari europei, viene così definita una causa promossa da soggetti privati per intimidire gli attivisti e per scoraggiare la partecipazione politica quando vedono i loro interessi minacciati.
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Grecia, libertà di stampa «sotto attacco»
Il caso della giornalista Stavroula Poulimeni e del portale d’informazione indipendente Alterthess sembra rientrare proprio in questa tipologia: le richieste risarcitorie del manager della filiale greca della multinazionale canadese Eldorado Gold Corporation sono così pesanti da far emergere il sospetto che la causa serva a scoraggiare tutti coloro che esprimono criticità nei confronti delle estrazioni minerarie nella bellissima penisola calcidica.
«Grave preoccupazione» è stata espressa, infatti, da una serie di organizzazioni europee impegnate nella difesa della libertà di stampa. «È chiaro che questa azione legale è stata intrapresa per silenziare la testata Alterthess e la giornalista Poulimeni costringendoli a una lunga e costosa battaglia giudiziaria, prosciugandoli finanziariamente e scoraggiandoli da altre attività di inchiesta», scrivono i partner della rete Media Freedom Rapid Response nel comunicato di solidarietà.
Che hanno specificato anche come «nell’ultimo decennio Alterthess e la giornalista Poulimeni hanno documentato l’impatto delle operazioni minerarie di Hellas Gold sull’ambiente e le comunità locali. La spropositata richiesta di risarcimento finanziario sembra essere un tentativo di intimorire la pubblicazione e condurli alla rovina finanziaria».
Stessi timori sono stati espressi anche dal deputato europeo Konstantinos Arvanitis, che sul caso ha presentato a inizio novembre un’interrogazione alla Commissione Europea, parlando di «evidente tentativo di silenziare persone e testate che si occupano di coprire storie di pubblico interesse» e chiedendo ai vertici europei come intendano proteggere le vittime di Slapp, giornalisti o cittadini comuni che siano.
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Attività minerarie sotto accusa da anni in Grecia
Proprio i cittadini delle comunità interessate da controversi progetti minerari hanno contestato l’operato della multinazionale estrattiva negli ultimi anni nella regione settentrionale della Grecia, provando a ostacolarne l’inizio delle attività nell’area. A Skouries, nel 2013, migliaia di cittadini sono scesi per le strade del piccolo villaggio della penisola calcidica per denunciare le conseguenze ambientali e sociali dei piani estrattivi di oro e rame della Eldorado Gold.
«Erosione del suolo, inondazioni, esaurimento delle fonti d’acqua, così come inquinamento di aria e acqua per metalli pesanti e asbesto distruggeranno in modo permanente la biodiversità dell’area e porranno una seria minaccia alla salute delle persone», denunciavano i ricercatori dell’ong olandese Somo in un report del 2015.
La mobilitazione popolare del 2013 è stata così intensa e partecipata da provocare una dura reazione da parte dell’azienda e dello Stato greco, che ha cercato in tutti i modi di placare le mobilitazioni nella zona. «La polizia ha attaccato le proteste pacifiche senza nessun avviso, picchiando i manifestanti, inseguendoli per approssimativamente otto km e utilizzando grandi quantità di gas irritante», si legge in un documento di Amnesty International del 2014 sulle condotte fuori dalla legalità della polizia greca di quei giorni.
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Difendere la libertà di stampa significa proteggere l’ambiente
A distanza di quasi dieci anni dai fatti di Skouries e a pochi mesi dalle modifiche dell’accordo tra la filiale greca Hellas Gold di Eldorado Gold con il governo di Atene, che ribadiscono l’urgenza di continuare con l’attività mineraria nei siti della penisola calcidica, è arrivata la denuncia dei vertici della multinazionale mineraria nei confronti della giornalista greca Stravroula Poulimeni e del portale Alterthess.
In questo caso sostenere la libertà di espressione e di stampa significa anche schierarsi contro un progetto minerario contestato da cittadini e ambientalisti per i possibili effetti sulla zona circostante: in entrambi i casi, le conseguenze rischiano di essere pagate da tutti.