Giornata internazionale delle persone con disabilità: colpito un bambino su dieci
Sono quasi 240 milioni e hanno più probabilità di non avere una nutrizione adeguata, di non avere accesso all'istruzione e di essere discriminati rispetto ai coetanei non disabili. E in Italia? Ecco qual è la situazione in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità del 3 dicembre 2021
Nel mondo c’è circa un miliardo di persone con disabilità, di cui oggi, 3 dicembre, si celebra la Giornata internazionale. Tra questi, quasi 240 milioni sono bambini e adolescenti che convivono con una o più disabilità e che, spesso, non ricevono una nutrizione adeguata, non hanno protezione sociale, non vanno a scuola e sono più svantaggiati rispetto ai coetanei non disabili.
I motivi? Mancanza di servizi accessibili, istituzionalizzazione, barriere fisiche e stigma che si traducono nell’esclusione dalla società e nella perdita di prospettive per il futuro.
È quanto si legge in “Visto, contato, incluso”, il report sui bambini con disabilità pubblicato dall’Unicef, da cui emerge che la vita dei bambini e degli adolescenti disabili nel mondo è spesso contrassegnata da esclusione e deprivazione, segno che l’obiettivo di non lasciare nessuno indietro stabilito dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è ben lontano dall’essere raggiunto.
«I bambini con disabilità affrontano moltissime difficoltà per potersi vedere garantiti i propri diritti. Dall’accesso all’istruzione all’essere seguiti a casa, i bambini con disabilità hanno meno probabilità di essere inclusi o ascoltati. Troppo spesso sono semplicemente lasciati indietro», ha detto Henrietta Fore, direttore esecutivo di Unicef.
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3 dicembre, Giornata internazionale delle persone con disabilità
Istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite, la Giornata internazionale delle persone con disabilità ricorre il 3 dicembre e ha come obiettivo quello di promuovere i diritti e il benessere delle persone disabili. Il tema del 2021 è “leadership e partecipazione delle persone con disabilità in un mondo post Covid inclusivo, accessibile e sostenibile”.
Il principio di uguaglianza a cui hanno diritto le persone con disabilità e la loro piena partecipazione alla vita politica, sociale, economica e culturale sono sancite dalla Convenzione sui diritti delle persone con disabilità adottata dall’Onu nel 2006 e ratificata dall’Italia nel 2009.
«L’inclusione delle persone con disabilità è una condizione essenziale per promuovere i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza. È centrale rispetto all’obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile di non lasciare indietro nessuno. L’investimento per realizzare i diritti delle persone con disabilità non è solo una questione di giustizia, ma è anche un investimento per il futuro», si legge sul sito delle Nazioni Unite.
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Più svantaggiati rispetto ai coetanei non disabili
Le stime sul numero di bambini con disabilità nel mondo, quasi 240 milioni, ovvero 1 bambino su 10, di cui 64,4 milioni nel Sudest asiatico e 10,8 in Europa e Asia Centrale, sono più alte rispetto alle precedenti perché sono stati considerati diversi ambiti, compresi quelli relativi al benessere psico-sociale: nutrizione, salute, accesso all’acqua e all’igiene, protezione da violenza e sfruttamento, istruzione.
La maggior parte dei bambini ha difficoltà in un solo ambito funzionale (camminare, sentire, comunicare, etc.), mentre le difficoltà psico-sociali sono predominanti a ogni età, in alcuni casi combinate con quelle funzionali. I bambini che vivono in contesti socioeconomici poveri ricevono meno stimoli e cure in generale, ma quelli con disabilità sono ancora più svantaggiati.
L’interazione tra la disabilità e l’ambiente in cui i bambini vivono è un fattore da considerare: un bambino miope che non ha accesso a diagnosi e occhiali avrà difficoltà visive, a differenza di un altro che può usufruire di questi servizi.
Molti bambini hanno limitazioni in più di un ambito funzionale, ad esempio i bambini con disabilità visive possono avere difficoltà a prendersi cura di sé, mentre quelli con disabilità cognitive possono essere soggetti a difficoltà comportamentali.
Giornata internazionale delle persone con disabilità 2021: la dispersione scolastica
I bambini disabili non hanno accesso all’istruzione o affrontano maggiori difficoltà per poter andare a scuola, con livelli di esclusione più alti rispetto ai coetanei non disabili.
Nonostante l’importanza dell’istruzione sia riconosciuta a livello globale, i bambini con disabilità spesso rimangono indietro: quelli che hanno difficoltà di comunicazione e non sono in grado di prendersi cura di sé sono quelli che con più probabilità non andranno a scuola. Tra quelli che hanno più disabilità e difficoltà ci sono i livelli più elevati di dispersione scolastica.
Da considerare poi ci sono le problematiche dovute a scuole e aule non accessibili per barriere architettoniche, mancanza di insegnanti specializzati o di tecnologie assistive.
«Un’educazione inclusiva non può essere un lusso. Per troppo tempo i bambini con disabilità sono stati esclusi dalla società, cosa che non dovrebbe accadere a nessun bambino. Abbiamo bisogno di governi, comunità e associazioni che assicurino ai bambini con disabilità l’accesso all’istruzione», ha detto Maria Alexandrova, 20 anni e portavoce di Unicef per l’educazione inclusiva in Bulgaria.
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Bambini con disabilità e scuola: la situazione in Italia
In Italia nell’anno scolastico 2019/2020 gli alunni con disabilità erano circa 300 mila (3,5% del totale), 13 mila in più rispetto all’anno precedente (+6%), seguiti da 176 mila insegnanti di sostegno che però sono in parte selezionati dalle liste curricolari per mancanza di docenti specializzati (circa il 37%).
La pandemia però ha avuto effetti negativi sulla partecipazione degli alunni con disabilità: il 23% degli alunni disabili (circa 70 mila persone) non ha seguito la didattica a distanza tra aprile e giugno 2020 (dati Istat).
«Gli ultimi due anni hanno impattato in maniera complicata sulla vita dei nostri alunni e alunne con disabilità, perché la didattica a distanza non ha funzionato come avrebbe dovuto e a pagarne le conseguenze sono stati loro», ha detto Vincenzo Falabella, presidente della Federazione italiana superamento handicap (Fish).
Anche in Italia ci sono barriere che non facilitano l’accesso all’istruzione per i bambini con disabilità: una scuola su 3 è inaccessibile dal punto di vista delle barriere fisiche, mentre solo il 2% degli istituti ha ausili senso-percettivi e solo il 18% ha almeno un ausilio.
«In molti casi, il percorso scolastico degli alunni e delle alunne con disabilità è stato interrotto e si è dovuti intervenire attraverso sostegni da parte delle associazioni che, anche durante la pandemia, hanno mantenuto in piedi la rete di solidarietà nei confronti delle famiglie e dei ragazzi e delle ragazze con disabilità», dice il presidente della Fish.
Negli ultimi mesi la situazione è migliorata: durante la pandemia la Fish è intervenuta con provvedimenti mirati volti a garantire la presenza di alunni con disabilità in un contesto armonioso insieme ad altri alunni senza disabilità. «Abbiamo chiesto ai genitori di mandare i propri figli a scuola con i compagni con disabilità e abbiamo registrato una grande solidarietà».