Mali, la situazione precipita: nel 2021 quadruplicato il numero di sfollati
Le persone che hanno dovuto lasciare la propria casa negli ultimi dodici mesi hanno toccato quota 400 mila. Conflitti, crisi climatica e insicurezza diffusa sono tra le cause che stanno facendo precipitare la situazione in Mali. Lo denuncia l'ong Care
Il Mali, ex colonia francese, Paese chiave dell’area saheliana, in Africa, da oltre dieci anni è attanagliato da conflitti interni e colpi di Stato e, in queste ore, è sconvolto dall’acuirsi di una crisi umanitaria senza precedenti che vede un aumento inarrestabile del numero degli sfollati.
A denunciarlo è l’ong svizzera Care. Secondo il direttore nazionale di Care in Mali, Ely Keita, a ottobre 2021 si è assistito a un incremento dei profughi interni come mai si era registrato negli ultimi dieci anni, ovvero da quando è scoppiata la guerra nelle regioni orientali del Paese. Stando a quanto riportato dall’ong elvetica, i motivi di questo drammatico problema vanno ricercati in un pericoloso mix di crescente insicurezza, aumento dei conflitti intercomunitari e peggioramento della crisi climatica.
La situazione sociale: donne e bambini vittime di violenza
Ci sono attualmente oltre 400.000 persone sfollate all’interno del Mali, ben quattro volte di più rispetto a quanto si registrava in questo esatto periodo del 2020, e oltre la metà degli sfollati sono donne, il 65% inoltre ha meno di 18 anni.
E a pagare il prezzo più alto di quanto sta avvenendo nel Paese africano sono proprio le donne. «La violenza di genere è un problema enorme in tutto il Mali. Stiamo assistendo a un grave aumento degli episodi di violenza contro donne e ragazze a causa dell’insicurezza. Allo stesso tempo ai bambini viene negato un futuro poiché non sono in grado di frequentare le scuole a causa della situazione di conflitto che perdura in molte aree della nazione, soprattutto nelle zone settentrionali e centrali del Paese». Sono queste le parole con cui Ely Keita dipinge lo stato in cui vivono le donne e i bambini in Mali vittime della violenza, dell’insicurezza e degli abusi.
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Situazione Mali: oggi il cambiamento climatico mette in ginocchio il Paese
Un’altra grande preoccupazione per le sorti del Mali è dettata dagli effetti del cambiamento climatico. In aree che da sempre erano considerate dei granai per tutta la nazione si stanno registrando lunghi periodi di siccità, mentre in altre zone più calde si verificano invece piogge torrentizie e irregolari.
Tutto questo sta causando una perdita dei raccolti e una consequenziale crisi alimentare. Nel suo report, Keita scrive: «Oltre 1 milione di persone attualmente soffre la fame e questa cifra è destinata ad aumentare. Inoltre ci sono carenze di finanziamenti e aiuti internazionali e se non si interverrà al più presto il Mali rischia di dover affrontare una carestia senza precedenti».
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Situazione politica in Mali: la guerra nell’Azawad e l’intervento della Francia
La crisi in cui è sprofondato il Mali ha avuto inizio nel 2012 quando, in seguito alla caduta del rais Muhammar Gheddafi in Libia, ribelli tuareg e miliziani jihadisti hanno trovato riparo nelle regioni desertiche del Paese africano. In quel momento ha preso vita un’insurrezione islamista, fiancheggiata dai tuareg, che ha visto i rivouzionari dapprima prendere il controllo della parte settentrionale della regione e poi iniziare una lunga marcia verso sud.
Nel 2013, alla luce del concreto rischio che gli islamisti potessero arrivare sino alla capitale Bamako, la Francia è intervenuta militarmente e ha ripreso controllo di parte del Paese e nel 2014 ha dato inizio all’operazione Barkhane con l’obiettivo di stabilizzare la sua ex colonia.
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Situazione Mali 2021: colpi di Stato e interventi internazionali falliti
Nonostante l’arrivo dei contingenti internazionali e un cessate il fuoco siglato con le formazioni tuareg nel 2015, il Paese non è mai stato del tutto pacificato e la lotta con le formazioni jihadiste non ha mai avuto fine. Gli insuccessi sul campo e la situazione di instabilità hanno portato, nell’agosto 2020, il colonnello Assimi Goïta a condurre un colpo di Stato che ha deposto l’allora presidente Boubakar Keita e il colonnello putschista è divenuto vice-presidente.
Nove mesi dopo, a maggio 2021, in Mali si è registrato un nuovo colpo di Stato, sempre condotto da Goita, che da quel momento detiene le redini del Paese. E oggi, mentre i militari guidano la nazione, la comunità internazionale continua a esprimere preoccupazione per la mancanza di opposizione, rappresentanze civili nell’esecutivo e conitnue violazioni dei dirtti civili.