Giornata mondiale delle bambine: con la pandemia indietro di vent’anni
Tra gli 11 e i 20 milioni di bambine e ragazze rischiano di non tornare a scuola nel mondo a causa della crisi sanitaria. Il loro destino? Matrimoni forzati, gravidanze precoci, lavoro domestico e povertà. Violenze e discriminazioni aumentano anche in Italia. Lo rivela il dossier su "La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo" di Terres des hommes
In questa Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, celebrata nel 2021, come ogni anni, l’11 ottobre, il bilancio è pesante: la pandemia ha avuto conseguenze drammatiche sulla condizione delle bambine nel mondo, Italia compresa, con effetti che si faranno sentire per molti anni. Sono aumentati i casi di violenza domestica e le discriminazioni ed è in crescita l’abbandono scolastico che, per le bambine e le ragazze, si traduce spesso in matrimoni forzati, gravidanze indesiderate e lavoro domestico, perdita di diritti e povertà.
La pandemia e l’impossibilità a viaggiare per operatori e attivisti, inoltre, ha fermato i programmi di contrasto alle mutilazioni genitali femminili delle organizzazioni internazionali, facendo aumentare gli interventi.
È quanto emerge da indifesa, il decimo dossier di Terres des hommes pubblicato in occasione della Giornata internazionale delle bambine che si celebra oggi, 11 ottobre.
«Purtroppo il Covid-19 ha messo a rischio i tanti progressi realizzati negli anni per la prevenzione e il contrasto della violenza e delle tante forme di discriminazione di genere e i dati del dossier lo evidenziano chiaramente. Per milioni di bambine e ragazze la pandemia ha avuto effetti tragici che continueranno a farsi sentire per molti anni a venire. Oggi più che mai, con i suoi progetti e con la campagna indifesa, la fondazione è in prima linea per proteggere le bambine e le ragazze nel mondo e in Italia. Anche nel nostro Paese, infatti, il Covid-19 ha avuto pesanti conseguenze sulla vita delle più giovani e sulle loro opportunità per il futuro», ha detto Donatella Vergari, presidente di Terres des hommes Italia.
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Giornata mondiale delle bambine: un 11 ottobre 2021 di diritti violati
I risultati ottenuti negli ultimi 25 anni in termini di istruzione delle bambine e delle ragazze rischiano di essere vanificati. Tra il 1995 e il 2018 il numero di quelle iscritte alla scuola primaria e secondaria è aumentato di 180 milioni e prima della pandemia bambine e bambini erano iscritti in ugual numero alla scuola primaria, con un sensibile miglioramento nell’Asia meridionale, dove l’India traina la crescita dell’istruzione femminile.
Con la crisi sanitaria dovuta al Covid-19 e il lockdown, le scuole sono state chiuse per mesi con effetti drammatici soprattutto sulla vita di bambine e ragazze: a livello mondiale, si stima che tra gli 11 e i 20 milioni di bambine non torneranno a scuola. Le più penalizzate sono quelle delle fasce povere e che vivono in contesti rurali.
Si stima che nei prossimi 10 anni il numero di spose bambine aumenterà di 10 milioni. Ad esempio, nell’Africa subsahariana, dove già prima del Covid il tasso di dispersione scolastica e il numero di gravidanze tra le adolescenti erano molto elevati, si stima che la chiusura delle scuole potrebbe portare a un aumento del 65% delle gravidanze, circa un milione le ragazze interessate.
A ostacolare il rientro a scuola c’è anche la pressione familiare a svolgere lavori domestici e prendersi cura dei fratelli più piccoli. Poi c’è il digital divide: in molti Paesi le lezioni si sono spostate online, un mondo meno accessibile per le ragazze rispetto ai coetanei.
E anche la period poverty: si stima che siano 500 milioni le ragazze e donne nel mondo che non hanno accesso a servizi igienici adeguati durante le mestruazioni e in alcuni Paesi la percentuale di quelle che rinunciano ad andare a scuola a causa delle mestruazioni oscilla tra il 35 e il 54 per cento (leggi anche Nepal, donne discriminate nei giorni delle mestruazioni).
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Diritti dei bambini: violenze e discriminazioni in aumento
La chiusura di scuole e luoghi di socialità ha isolato le bambine e le ragazze durante la pandemia, esponendole sempre di più a violenza domestica e discriminazioni, fenomeni che hanno registrato un aumento generalizzato, in tutto il mondo e anche nel nostro Paese.
Nel 2020 in Italia si è registrato un aumento del 13% delle minorenni vittime del reato di maltrattamenti contro familiari e conviventi rispetto al 2019: sono 2.377 i minori che hanno subito violenze in famiglia e che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Tra questi, le bambine sono 1.260.
Sono cresciuti anche i reati telematici (+13,9%), così come la detenzione di materiale pornografico con minori (+14%).
I dati confermano una differenza di genere marcata: nel 65% dei casi le vittime di reati sono bambine e ragazze, con picchi dell’89% nei casi di violenza sessuale aggravata, dell’88% per violenza sessuale e nel 53% dei casi di maltrattamento in famiglia (dati Servizio analisi criminale della direzione centrale della Polizia criminale).
Giornata mondiale delle bambine: ecco a che punto siamo sulla parità di genere
Se prima del Covid si stimava che ci sarebbero voluti 99 anni per raggiungere la parità di genere, oggi ce ne vogliono 135: in meno di due anni sono stati persi i progressi degli ultimi vent’anni.
La pandemia ha portato a un aumento del numero di Neet, i giovani di età compresa tra 20 e 34 anni che non lavorano, non sono iscritti all’università e non sono impegnati in altri percorsi formativi, un fenomeno prevalentemente femminile: nel 2020 il 21,5% delle ragazze tra i 20 e i 34 anni era in questa categoria, contro il 13,8% dei maschi.
La pandemia ha fatto aumentare il numero dei Neet italiani, che è arrivato a toccare quota 2,1 milioni, ovvero il 23,3% del totale dei giovani in quella fascia d’età: tra le ragazze la percentuale è del 25,4 per cento.
Anche le ragazze laureate e inserite nel mondo del lavoro hanno una situazione lavorativa peggiore rispetto ai coetanei maschi: sono meno occupate, hanno meno contratti a tempo indeterminato e guadagnano meno.
A lungo termine, poi, le ragazze sono quelle che rischiano di essere escluse dal mondo del lavoro perché svolgono professioni che verranno automatizzate in futuro e accedono con maggiori difficoltà alle discipline Stem (acronimo inglese che sta per scienze, tecnologia, ingegneria, matematica).
Anche nel mondo dello sport le discriminazioni di genere sono elevate: quasi tutti i ragazzi intervistati dall’Osservatorio Sport dell’ong e OneDay Group riconoscono che esiste una disparità di trattamento, anche economico, tra gli atleti a livello professionale e il 44% delle ragazze si sente escluso dai campi da gioco per questioni di genere.
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Giornata internazionale delle bambine: le raccomandazioni alle istituzioni italiane
Il dossier di Terres des hommes (qui la versione integrale in Pdf) si conclude con 15 raccomandazioni per le istituzioni italiane elaborate insieme a un comitato scientifico di donne provenienti dal mondo dell’economia, dell’attivismo, dello sport, delle scienze applicate, dell’università e delle istituzioni.
Obiettivo? Rimettere al centro dell’agenda politica i diritti delle bambine e delle ragazze e la partecipazione delle giovani generazioni e chiedere a governo ed enti locali di attuare gli impegni presi con la Strategia europea e la Strategia nazionale per la parità di genere e con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
«Il post pandemia sarà per l’Italia e l’Europa il momento cruciale per grandi cambiamenti, con il Piano nazionale di ripresa e resilienza il governo ha promesso un forte impegno sulla lotta alle diseguaglianze e sul sostegno all’istruzione e all’inclusione di genere. Chiediamo che dalle parole si passi ai fatti e che realmente si dedichino risorse, fondamentali per il futuro del Paese, sulla prevenzione e tutela dalla violenza contro le bambine e le ragazze, la riduzione del gender gap e la partecipazione lavorativa delle ragazze e delle donne nelle attività che contrassegneranno il nostro avvenire», ha concluso Vergari.