Nigeria, la crisi degli oppioidi fa milioni di dipendenti
Anche se non viene più venduto senza ricetta, il tramadolo continua a circolare in Nigeria con altri nomi. Un farmaco capace di rendere dipendenti milioni di persone, travolte dai suoi effetti. Ecco perché è tanto diffuso e cosa sta causando nel paese africano
Il paese più popoloso d’Africa, la Nigeria, sta vivendo una crisi dovuta al consumo di oppioidi. Nello specifico sciroppi alla codeina e Tramadol, un farmaco analgesico a base oppioide somministrato per curare dolori, il cui abuso provoca euforia e inibisce stanchezza e fame.
Negli anni il consumo di questi due oppioidi ha creato una vera e propria piaga sociale, soprattutto nei paesi arabi e dell’Africa subsahariana. In Nigeria l’abuso di farmaci oppioidi è ormai un problema nazionale. Non sono stati sufficienti sequestri e repressione per impedire che si diffondesse e provocasse dipendenza in milioni di cittadini e ora, a causa anche del lockdown, sempre più persone hanno cercato rifugio nei potentissimi analgesici, soprattutto nel Tramadol.
Niente tramadolo senza ricetta, ma resta la seconda droga più consumata in Nigeria
Le pillole di Tramadol, per anni, sono state il motivo per cui in Nigeria si è registrata una crisi degli oppioidi che ha spinto il governo del più popoloso paese d’Africa, nel 2018, a limitare il farmaco soltanto a chi era fornito di ricetta medica.
Come spiega un rapporto delle Nazioni Unite del 2019, questo oppiaceo è stata per anni la droga più consumata nel Paese dopo la cannabis e i volumi dei sequestri lo dimostrano: 53 tonnellate di Tramadol sequestrate nel 2016, 92 nel 2017 e 150 nel 2018, anno in cui è stato limitato.
Da allora le proibizioni e i sequestri sono stati continui, con diversi carichi di Tramadol bloccati e in sole due settimane, ad agosto 2020, sono stati sequestrati carichi per un valore totale di 3,4 miliardi di dollari.
Intanto però anche il mondo della criminalità si è mosso ed è notizia di questo 2021 che il Tramadol, dopo la sua proibizione, è ritornato a infettare la Nigeria, e l’ha fatto attraverso il Tafrodol, un suo sostituto legale.
Leggi anche:
• Guerra alla droga: nelle Filippine si contano migliaia di “vittime collaterali”
• Biafra: gli Igbo continuano a sognare uno stato indipendente dalla Nigeria
Crisi oppioidi in Nigeria: il Tramadol cambia nome, ma gli effetti su salute e società restano
Ora è emerso il farmaco Tafrodol, contenente l’analgesico oppioide Tapentadol, oltre a miorilassanti, e presenta gravi rischi per la salute che possono persino portare alla morte immediata.
Secondo Ahmed Yakasai, ex presidente della Pharmaceutical Society of Nigeria (Società farmaceutica della Nigeria), l’arrivo sul mercato di questo farmaco di produzione indiana è stato accolto come manna dal cielo da parte della criminalità organizzata nigeriana, che ha potuto così rifornire i mercati di oppioidi aggirando le proibizioni governative.
Stando a quanto dichiarato da Ahmed Yakasai a Enact Observer, «c’è una collaborazione criminale tra alcune aziende farmaceutiche in Asia, in particolare in India, e alcune bande criminali in Nigeria che importano Tramadol camuffato con altri nomi».
Leggi anche:
• Eni Nigeria: la sentenza del processo Opl 245 assolve tutti in primo grado
• Droga: produttori di coca del Perù tra trafficanti e polizia
Gli oppioidi circolano grazie a «funzionari nigeriani corrotti»
Il mercato nero degli oppioidi è stato particolarmente redditizio in Nigeria durante la pandemia di coronavirus: con un’offerta ridotta e una richiesta molto alta i prezzi sono aumentati. E sono cresciuti anche i consumatori, dal momento che con la crisi economica che sta attraversando la Nigeria, l’inflazione galoppante, l’aumento della disoccupazione e la perdita di lavoro sempre più persone sono cadute nella dipendenza da questi farmaci.
Un commercio illegale che, stando a quanto dichiarato da agenti di Ndlea e Nafdac (National Drug Law Enforcement Agency e National Agency for Food and Drug Administration and Control), a Occrp (Organized Crime and Corruption Reporting Project), vede il coinvolgimento di funzionari corrotti delle agenzie antidroga nigeriane.
Iscriviti alla newsletter di Osservatorio Diritti
«I colleghi delle agenzie sorelle sono coinvolti in questo traffico illegale», ha detto un membro senior dell’Ndlea. «Quando altre agenzie di regolamentazione registrano sequestri nei porti, inviano report di sequestri relativi a cannabis e altre droghe illecite, ma raramente di Tramadol».
Lagos è uno dei principali mercati per il Tramadol prodotto in Asia, che sbarca in Africa attraverso il porto di Cotonou, in Benin. Sono due i fattori che consentirebbero la corruzione dei funzionari statali incaricati di monitorare il traffico di droghe illecite in Nigeria: le tangenti offerte che ammontano a milioni di dollari statunitensi e le intimidazioni, e talvolta gli omicidi, nei confronti di chi si rifiuta di collaborare.
Leggi anche:
• Diritti umani: storia e convenzioni Onu dalla Dichiarazione universale a oggi
• Camerun: la minoranza anglofona scappa in Nigeria
• Corpi in vendita: l’ora delle nigeriane
Tramadolo, cocaina dei poveri: una tragedia non solo nigeriana
Il Tramadol in Africa occidentale è conosciuto anche come la cocaina dei poveri e in Liberia e in Costa d’Avorio si è registrato un enorme consumo in seguito all’epidemia di Covid-19, come ha raccontato Samedi Dje Bi, direttore della Croce Blu di Abidjan, alla Deutsche Welle:
«Il Tramadol crea immediata dipendenza, essendo un’oppioide bastano poche somministrazioni per sentirne poi il bisogno fisico e psicologico e nell’ultimo periodo abbiamo visto un considerevole aumento dei ragazzi tossicodipendenti. È un enorme problema quello del Tramadol e ad aggravare il tutto è il fatto che la sostanza sia legale».
La diffusione di Tramadol, seppur in maniera minore, ha coinvolto anche l’Europa, come ricorda il maxi sequestro effettuato dalla guardia di finanza italiana nel 2017, quando vennero intercettate e confiscate 37 milioni di pillole provenienti dalla Libia.