Guerra in Myanmar: l’esercito bombarda i civili nello Stato Karen

In Myanmar scoppia ufficialmente la guerra civile: nello Stato Karen i caccia dell'esercito birmano hanno iniziato i bombardamenti, uccidendo civili e colpendo scuole e case. L'inviata dell'Onu dichiara che «un bagno di sangue è imminente». E ora si rischia che il conflitto contagi tutto il paese

In Myanmar la violenza non si ferma. Mentre in tutto il Paese la repressione delle forze di sicurezza ha ucciso oltre 530 persone, nello Stato Karen è iniziata la guerra. I caccia dell’esercito birmano stanno bombardando i villaggi nei distretti Mutraw e Kler Lwe Htu.

Numerose persone sono morte, altre sono rimaste ferite. Gli sfollati, fino ad ora, sono più di 10 mila. Alcuni si sono rifugiati nella fitta vegetazione della foresta, altri – circa 3 mila – sono riusciti a raggiungere la Thailandia.

«Molte persone si nascondono terrorizzate nella giungla», spiega la Karen Women’s Organization (Kwo), che in questo momento sta raccogliendo aiuti per i civili in fuga. «La nostra preoccupazione più grande è che verranno lanciati nuovi attacchi contro i villaggi lungo il fiume Salween, compresi i tre campi di sfollati interni presenti: Mae Nu Hta, Kho Kay e Ei Htu Hta».

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Stato Karen (Myanmar), 2020. Foto: © www.fabiopolesereporter.com

Myanmar (ex Birmania), nello Stato Karen è guerra civile

Dall’inizio delle proteste contro il colpo di Stato del primo febbraio, il Karen National Liberation Army (Knla) – il principale gruppo armato dell’etnia che richiede uno Stato federale da oltre settant’anni – ha scortato i manifestanti e ha dato rifugio a molti dissidenti fuggiti dalla repressione della giunta militare.

«L’uccisione di civili disarmati in tutto il Myanmar è contro le convinzioni della nostra forza rivoluzionaria. Non possiamo accettare atti disumani, non solo nel nostro Stato, ma anche in altre aree», ha dichiarato Saw Htoo Ka Shaw, un comandante del Knla.

Il 27 marzo scorso, in risposta alle violenze subite dalla popolazione in tutto il Paese, il Knla ha attaccato e conquistato l’avamposto birmano di Thi Mu Hta, proprio nel giorno in cui il Tatmadaw – l’esercito brimano – faceva sfilare i carri armati per le strade della capitale Naypyitaw, in occasione della Giornata delle Forze Armate, che commemora l’inizio della resistenza all’occupazione giapponese nel 1945 organizzata da Aung San, il padre di Aung San Suu Kyi.

Nella nottata dello stesso giorno sono iniziati gli attacchi dell’aviazione birmana contro i civili. In un tragico video apparso su internet si vede una miniera nel territorio Karen appena bombardata. Numerose persone sono a terra, carbonizzate.

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Stato Karen (Myanmar), 2020. Foto: © www.fabiopolesereporter.com

Guerra in Myanmar: bombe birmane sulle scuole dello Stato Karen

«Diverse case e scuole sono state distrutte nei villaggi di Ler Htoo Poe e Kloe Bay Hta», si legge in un comunicato diffuso dal Karen Human Rights Group (Khrg).

«Questi bombardamenti aerei sono gli attacchi più significativi degli ultimi vent’anni nel Sud-Est del Myanmar e sono segnali pericolosi di un’escalation di violenza nella regione».

L’organizzazione chiede alla comunità internazionale di intervenire concretamente. «Non è possibile restare inattivi mentre la giunta militare commette omicidi contro gli abitanti dei villaggi e attacchi contro obiettivi civili», continua la nota di Khrg.

«Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite deve sostenere la sua responsabilità di proteggere la popolazione della Birmania con una risoluzione che approvi l’intervento umanitario».

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Stato Karen (Myanmar), 2020. Foto: © www.fabiopolesereporter.com

L’inviata dell’Onu commenta il conflitto nell’ex Birmania

«Un bagno di sangue è imminente», ha detto Christine Schraner Burgener, inviata speciale delle Nazioni Unite in Myanmar, nel corso di una riunione a porte chiuse del Consiglio di Sicurezza che si è tenuta mercoledì 31 marzo.

L’Onu deve pensare ad «azioni potenzialmente significative che possano invertire il corso degli eventi», ha aggiunto. Anche perché «la crudeltà dei militari è troppo grave e molti combattenti etnici armati stanno prendendo posizioni chiare di opposizione, aumentando la possibilità di una guerra civile senza precedenti».

Intanto gli Stati Uniti hanno ordinato al loro personale diplomatico non essenziale e alle loro famiglie di lasciare al più presto il Paese.

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La guerra civile in Myanmar rischia di estendersi

La situazione potrebbe infuocarsi ancora di più. Nello Stato Karen le truppe birmane stanno portando mezzi, uomini e rifornimenti anche via terra.

«Proprio per questo – si legge in un comunicato diffuso dalla 5° Brigata del Knla che controlla il distretto di Mutraw – non ci resta altra scelta che affrontare le gravi minacce per difendere il nostro territorio, il nostro popolo e il diritto all’autodeterminazione».

Anche nello Stato Kachin, in diversi distretti, sono in atto combattimenti tra l’esercito e il gruppo armato dell’etnia. E altre guerriglie hanno avvertito della possibilità di entrare in gioco se la mattanza contro i civili in tutto il Paese non sarà immediatamente fermata.

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