Giovani e futuro: le pesanti incognite ai tempi della pandemia
Disoccupazione giovanile, dispersione scolastica, incertezza per il futuro, cambiamenti climatici. Adolescenti e giovani stanno pagando il prezzo più alto di questa pandemia dal punto di vista sociale, culturale ed economico
Gli effetti collaterali della pandemia da coronavirus pesano sulle fasce più giovani della società, con 34 mila tra ragazzi e ragazze a rischio abbandono scolastico e con un tasso di disoccupazione giovanile quasi al 30%, stando agli ultimi dati Istat.
«Disuguaglianze sociali, culturali e ambientali si alimentano l’un l’altra. Non è un caso che le società che hanno attuato politiche di sostenibilità ambientale più evolute siano anche quelle con i tassi di istruzione più alti e con un sistema di welfare più efficace», dice a Osservatorio Diritti Antonio Libonati, presidente dell’Associazione italiana giovani per l’Unesco (Aigu). «Per questo è necessario investire su una rete universale e incondizionata di sostegno al reddito, che accompagni soprattutto i giovani nel processo di transizione ecologica. Un reddito universale che si accompagni all’eliminazione di ogni impedimento a una piena vita culturale e alla lotta alla dispersione scolastica. Sono priorità non più eludibili».
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Giovani alla prese con immobilità sociale e generazionale
Partire tutti dalle stesse condizioni è la base necessaria per ottenere una società più equa. Stando a un recente studio citato all’interno del briefing “Disuguitalia” di Oxfam Italia, che prende in considerazione i dati sulla disuguaglianza socioeconomica in Italia, il famoso ascensore sociale e generazionale sarebbe completamente bloccato.
«Se si considerasse la popolazione nazionale divisa in quintili di ricchezza netta posseduta, la probabilità per i figli di collocarsi nello stesso quintile dei propri genitori è molto elevata», si legge nel documento.
I dati parlano chiaro: il 32% dei figli i cui genitori appartengono al quintile più povero resta allo stesso livello dei genitori e solo il 12% dei figli con un profilo patrimoniale basso riesce a raggiungere il quintile più elevato.
Se invece partiamo dal vertice della piramide distributiva, il 38% dei figli i cui genitori appartenevano al quintile più ricco restano nello stesso quintile e il 58% riesce addirittura ad accedere ai quintili più alti.
«La disuguaglianze di reddito dei genitori diventano, in sostanza, disuguaglianze di istruzione dei figli che si trasformano, a loro volta, in disuguaglianze di reddito, replicando, sebbene con intensità diversa, quelle che esistevano tra i rispettivi genitori».
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Giovani e futuro: il tema dei cambiamenti climatici
Un’altra delle preoccupazioni delle nuove generazioni è quella dei cambiamenti climatici, come dimostrato dal movimento globale Fridays for Future, nato proprio dall’idea di uno sciopero scolastico per il clima. Lo sciopero globale organizzato nel 2019 è riuscito a coinvolgere più di un milione di persone in oltre 2.200 manifestazioni, organizzate in 125 Paesi del mondo.
Il cambiamento climatico è, infatti, un’altra variante che potrebbe andare a incidere sulla disparità sociale già presente in Italia. Secondo il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici (Cmcc), la situazione andrà ad aggravarsi ulteriormente nei prossimi sessant’anni.
«Le aree urbanizzate subiranno forti impatti negativi dai cambiamenti climatici, soprattutto in riferimento ai fenomeni climatici estremi (ondate di calore ed eventi di precipitazione intensa). Saranno principalmente le fasce più fragili della popolazione (bambini, anziani, disabili) a subire gli effetti più negativi».
I costi economici degli impatti dei cambiamenti climatici in Italia potrebbero aumentare rapidamente e in modo esponenziale al crescere della temperatura, dallo 0,5% del Pil pro capite attuale fino al 7-8% a fine secolo, nello scenario peggiore. I cambiamenti climatici acuiscono inoltre il divario economico tra le regioni più ricche e quelle più povere, con impatti economici più elevati nelle aree meno sviluppate.
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Giovani e futuro in Italia: istruzione e cultura in difficoltà
In Italia circa 3 milioni di studenti, di età compresa tra i 6 e i 17 anni, hanno avuto difficoltà a seguire le lezioni nella modalità della didattica a distanza (Dad), soprattutto per carenza o inadeguatezza dei dispositivi tecnologici disponibili in famiglia. Con problemi maggiori nel sud Italia, dove a far fatica è stato circa il 20% dei minori.
E le prospettive non sono rosee per quanto riguarda il settore culturale, essenziale per la formazione di ragazzi e ragazze al di fuori dell’ambiente scolastico. Tra il mese di dicembre del 2019 e quello di dicembre 2020 è stato registrato un crollo degli spettatori, complice naturalmente il lockdown, con una diminuzione del 90%, considerando cinema, concerti e teatri. Lo rivela l’Osservatorio di Impresa Cultura Italia, che specifica come nello stesso periodo la spesa media mensile per famiglia relativa ai consumi culturali è passata da 113 a 60 euro.
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Giovani e cambiamento: le proposte dei giovani per l’Unesco
«Un’eredità universale da 20.000 euro per ogni maggiorenne, che finanzi la formazione e la fruizione di cultura, insieme a un “ristoro culturale” sotto forma di ingresso gratuito ai musei per gli under 35». Queste sono solo alcune delle proposte lanciate dall’Aigu, la maggiore associazione giovanile Unesco a livello mondiale, in vista dell’annuale Italian Youth Forum, che si terrà a Parma il 27 marzo.
L’Aigu sottolinea inoltre la necessità di una legge che preveda il coinvolgimento attivo dei giovani all’interno dei tavoli decisionali, sul modello del Well-being of Future Generations Act del Galles. «Un new deal della cultura, che dia nuova linfa al patrimonio italiano attraverso un reddito di due anni ai lavoratori del settore e l’assunzione a tempo indeterminato del più alto numero possibile di giovani competenti per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali del nostro Paese».
In occasione dell’evento, disponibile in diretta streaming sui canali social, sarà presentato e discusso con i rappresentanti di istituzioni e aziende, gli esperti e i partecipanti, il Manifesto Next Generation You, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.