Persone scomparse: in Italia sono 6 mila quelle sparite nel nulla nel 2020

In Italia c'è un esercito di desaparecidos. 60 mila persone sono svanite misteriosamente nell'ultimo mezzo secolo. E in un caso su due si tratta di minori. Ecco gli ultimi dati e le analisi dell'ufficio del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse

Senza traccia. Ogni giorno, l’anno scorso, sono state presentate mediamente 37 denunce di scomparsa. Poco più della metà delle 13.527 persone sparite nell’arco di 12 mesi (per la precisione 7.473, pari al 55,2% del totale) sono state ritrovate (non tutte ancora in vita, purtroppo), a breve e medio termine.

Delle altre (6.054, equivalenti al 44,7%) non si è più avuta alcuna notizia, come se fossero evaporate nel nulla, andate a ingrossare l’esercito dei desaparecidos d’Italia.

In quasi mezzo secolo – facendo la differenza tra spariti e riapparsi, cifra che supera quota 60 mila – è come se fossero stati spazzati via tutti gli abitanti di Matera, come se non esistesse più l’intera popolazione di Carrara o Olbia, come se Trapani fosse diventata una città deserta. E dietro ogni scomparso ci sono familiari e amici devastati dalla preoccupazione e dall’altalena tra speranze e rassegnazione, divorati dall’ansia e da domande prive di risposta, stremati dall’attesa e dall’incertezza.

Persone scomparse in Italia: il rapporto 2020 del Viminale

A dare le dimensioni del fenomeno – e del peso portato da genitori, mariti e mogli, figli, nonni e nipoti, partner, colleghi, conoscenti – è la 24esima relazione annuale stilata dall’Ufficio del Commissario straordinario del governo per le persone scomparse, struttura del Viminale guidata dalla prefetta Silvana Riccio, riconfermata nell’incarico a fine febbraio 2021.

Una serie di statistiche e analisi impressionanti, l’interfaccia numerico di un elenco interminabile di nomi e storie. Nel 2020 le denunce di scomparsa raccolte dalle forze di polizia sono diminuite dell’11% rispetto al 2019 (quando furono 15.205, con 11.222 ritrovati, pari al 73,8%). La media quotidiana è scesa da 42 a 37 al giorno. Ma le sparizioni restano parecchie e con un tasso di ritrovamenti – provvisorio – che inquieta.

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Silvana Riccio – Foto: Ministero dell’Interno

Persone scomparse nel nulla e ritrovate: i dati

Nel 2020, nonostante la diminuita libertà di movimento dovuta al nuovo coronavirus e ai controlli sugli spostamenti, si sono allontanate o si sono perse 13.527 persone: 7.473 sono state ritrovate prima della data della stesura del rapporto (il 55,2%), altre riappariranno nei prossimi mesi o anni (la casistica induce a pensarlo) vive o morte, altre ancora rimarranno per sempre nel buio.

«La forbice fra numero degli scomparsi e numero dei ritrovamenti – evidenzia la prefetta Riccio, cercando di cogliere l’aspetto meno pesante delle dinamiche riscontrate – si sta progressivamente restringendo. È un dato positivo. Da un lato avvalora l’efficacia delle strategie messe in atto, dall’altro ci impone di perseverare con sempre maggiore impegno e determinazione, soprattutto in quelle azioni assistenziali e sociali che possono incidere sulla prevenzione, agendo alla radice delle motivazioni che inducono alla scomparsa».

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Denunce di persone scomparse in Italia nel 2020 – Fonte: Commissario straordinario del governo per le persone scomparse,
24a Relazione annuale

Persone scomparse misteriosamente: le motivazioni

Molti sono allontanamenti volontari (nel 79,4% dei casi), per il desiderio di chiudere con il passato o di troncare vecchie relazioni, per la voglia di ricominciare da capo altrove o per altre ragioni ancora. Ma c’è chi lascia casa e famiglia senza neppure rendersene conto (per problemi psicologici o malattie come la demenza senile), o per la decisione di farla finita, lontano da tutti.

Poi ci sono le vittime di crimini (lupare bianche, femminicidi, adescamenti in chat e sui social, sfruttamento sessuale, pari allo 0,3% dei casi, la causa meno ricorrente, ma con una ampia zona oscura) e anche qualche autore di reati (come responsabili di truffe internazionali, aderenti all’Isis).

E si eclissano anche bambini, ragazzi, adolescenti. Un fenomeno nel fenomeno, trattato con strumenti dedicati e con l’appoggio di altre strutture. La casistica dei minori include figli sottratti da un coniuge o un partner all’altro, under 18 che si allontanano da istituti o comunità, giovanissimi migranti arrivati in Italia con i barconi o aggrappati a un tir e in fuga per cercare futuro altrove, adolescenti che aderiscono a bande di coetanei (come è successo a Milano a decine di sudamericani), manodopera vulnerabile reclutata o soggiogata dalla criminalità.

A volte – per gli adulti e per i più piccoli – non si riesce nemmeno a trovare una motivazione, uno scenario, un senso (almeno nel 10.5% dei casi, uno scomparso ogni 10). C’è solo il vuoto.

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L’esercito dei minorenni scomparsi nel nulla

Delle 13.527 storie di sparizioni datate 2020 – altra informazione resa nota dalla relazione – 7.672 riguardano minorenni (5.511 di nazionalità straniera e 2.161 di nazionalità italiana, che insieme sono il 56,7% del totale degli scomparsi), 5.171 coinvolgono maggiorenni under 65 (1.978 di nazionalità straniera e 3.193 di nazionalità italiana, pari insieme al 38,2%) e 684 hanno per protagonisti over 65 (30 immigrati e 654 no, il 5,1%).

«Si conferma nuovamente l’andamento che vede il numero delle denunce di scomparsa di stranieri superiore rispetto a quello relativo agli scomparsi di nazionalità italiana, un trend riscontrato a partire dal 2015».

Una persona introvabile su 4 è una bimba, una ragazza o una donna (3.465 soggetti di genere femminile, il 25,6% degli scomparsi), 3 su 4 sono di genere maschile (10.062, il 74,4% del totale).

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Denunce di minori scomparsi in Italia nel 2020 – Fonte: Commissario straordinario del governo per le persone scomparse,

Il lockdown ha frenato le sparizioni

Il mese del 2020 che ha fatto segnare la riduzione più marcata di scomparsi rispetto al 2019 è stato aprile, in pieno lockdown totale (meno 72,1% di denunce, con punte sopra l’82%  di calo per i cittadini stranieri).

Nel cuore dell’estate, ad agosto 2020, si è invece rilevato un incremento di desaparecidos del 26,8% rispetto ad agosto 2019 (con una flessione del 16,2% delle denunce di scomparsa di cittadini italiani, a fronte di un incremento del 74% di quelle di cittadini stranieri).

Mezzo secolo di persi e ritrovati

I ricercatori dell’Ufficio del Commissario sono andati a rivedere anche l’andamento degli ultimi 47 anni. Dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2020 si sono contati 258.552 spariti. Tre su 4 (195.710) sono stati rintracciati, 1 su 4 non ha lasciato tracce ed è rimasto nella maxi lista degli scomparsi d’Italia (62.842 persone mai più riapparse).

Il 5,5% di chi non si riesce a ritrovare aveva compiuto 65 anni alla data della denuncia, mentre i minori erano il 52,9% e le altre fasce di età corrispondono al 41,6 per cento.  A scomparire risultano essere stati in misura maggiore gli uomini (163.689 contro 94.863 donne, corrispondenti rispettivamente al 63,3 e al 36,7%).

Lombardia la regione più colpita

In una sorta di ruvida classifica, elaborata sulla base delle statistiche del periodo che va dal 1° gennaio 1974 al 31 dicembre 2020,  figurano in testa Lombardia (39.848 scomparsi, 33.634 ritrovati e 6.214 da ritrovare), Sicilia (37.866 denunce, 18.555 rientrare e 19.311 aperte) e Lazio (33.697 spariti, 25.653 riemersi e 8.044 no).

In coda, con una percentuale di denunce sotto l’1% del totale italiano, la Valle d’Aosta (0,12%), il Molise (0,37%), la Basilicata (0,50%) e l’Umbria (0,98%).

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Un volantino chiede informazioni su una persona scomparsa

Quando un lieto fine non c’è

Non tutti i ritrovamenti sono stati e saranno a lieto fine. Basti pensare a Yara Gambirasio e ai fratelli Francesco e Salvatore Pappalardi, a Erica Claps, a Emanuela Orlandi e Denise Pipitone, a Santina Renda, alle vittime delle Bestie di satana e via elencando, per pagine e pagine, nomi non citati nel 24esimo rapporto, ma incisi nella memoria collettiva.

Anche per Federica Farinella, passando a tempi più recenti e a un caso ricordato dal report, è finita tragicamente. Aveva 27 anni, faceva la modella e aspirava a lavorare in tv. Sparì il 2 settembre 2001 in un paese piemontese, Chiusano D’Asti. Solo il 29 dicembre 2020 i suoi resti sono stati scorti da un cacciatore in un canneto a 600 metri dal podere di famiglia, il luogo della scomparsa.

Però, e il dossier lo evidenzia, ci sono anche casi di ritrovamenti di persone in vita a distanza di 10 anni.

Registro persone scomparse e cadaveri non identificati

A fronte di migliaia di persone diventate invisibili – ulteriore aspetto approfondito – centinaia di cadaveri non identificati riempiono gli obitori italiani e le fosse dei cimiteri riservate agli sconosciuti. Le salme senza nome e senza passato sono 942.

I pochi dati noti sono inseriti in un registro nazionale online e pubblico, consultabile da magistrati, investigatori, autorità diplomatiche, familiari, giornalisti.

A Milano, in rete con gli altri soggetti coinvolti, operano gli specialisti e i tecnici del Laboratorio di antropologia e odontologia forense dell’università Statale, dove dal 1995 si portano avanti esperienze come la ricostruzione facciale di volti di morti sfigurati e il riconoscimento di migranti deceduti nel Mediterraneo.

Banca dati persone scomparse: schede standard e un sistema informativo nazionale

Tutte le informazioni sulle persone scomparse, raccolte da un Sistema dati interforze e a livello territoriale, confluiscono nel sistema informativo nazionale Ricerca scomparsi (Ri.Sc.), ad uso degli addetti ai lavori.

Foto e notizie su minori scomparsi si trovano nel sito it.globalmissingkids.org, creato «per mantenere l’attenzione anche su quei casi di minorenni ormai scomparsi da anni e interagisce con una architettura internazionale che vede coinvolti i 30 Paesi aderenti al Global missing children’s network».

In futuro le immagini di bimbi e adolescenti introvabili dovrebbero essere visibili alle postazioni bancomat del circuito Euronet. Dal 2009 è attivo il servizio “116000 – Linea telefonica diretta per i minori scomparsi” gestito da Telefono azzurro per conto del ministero dell’Interno.

Persone scomparse: il ruolo di Chi l’ha visto e Penelope

Per un numero rilevante di scomparsi e di famiglie la differenza l’ha fatta la storica trasmissione tv Chi l’ha visto, da tempo presente anche sui social.

Preziosissimo è pure il lavoro portato avanti da anni dall’associazione nazionale che raggruppa e sostiene familiari e amici delle persone scomparse, l’associazione Penelope, una delle realtà con cui il Commissario e il suo staff si confrontano costantemente.

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