McDonald’s, in Francia «prende i sussidi ma non protegge i lavoratori»

"McProfits - Come McDonald's utilizza i programmi di sussidi pubblici francesi per aumentare i profitti e danneggiare i lavoratori e lo Stato francese": il nuovo report dell'ong ReAct denuncia i comportamenti della multinazionale, soprattutto durante questi mesi di pandemia

McDonald’s Francia incassa incentivi e crediti d’imposta dal governo di Parigi, anche durante la pandemia, ma non garantisce sicurezza e stipendi dignitosi ai lavoratori. A sostenerlo è il nuovo report dell’ong ReAct.

L’organizzazione ha passato ai raggi X il gigante dei fastfood, che conta oltre 38 mila ristoranti in 119 Paesi del mondo che servono più di 70 milioni di clienti ogni giorno.

Questa catena di ristoranti, la più grande al mondo, negli anni è stata oggetto di attenzione, anche a causa del suo peso rilevante nell’economia globale. Nel 2019 McDonald’s era infatti il marchio più apprezzato al mondo, al di fuori del settore tecnologico, ed è tuttora il secondo datore di lavoro privato a livello globale, con oltre 2 milioni di dipendenti.

McDonald’s e lavoro, le accuse della ong ReACt

Nel nuovo report, intitolato “McProfits – Come McDonald’s utilizza i programmi di sussidi pubblici francesi per aumentare i profitti e danneggiare i lavoratori e lo Stato francese“, ReAct mostra come McDonald’s Francia, controllata della McDonald’s Corporation e responsabile del supporto operativo fornito ai ristoranti in Francia, stia traendo numerosi vantaggi dagli incentivi occupazionali e dai regimi di credito d’imposta del governo francese, facendo però poco per proteggere la forza lavoro, in particolare durante la pandemia.

«La Francia è il secondo mercato di McDonald’s in termini di vendite, eppure, nonostante il successo finanziario dell’azienda, i dipendenti McDonald’s in tutto il mondo riferiscono condizioni di lavoro insicure e precarie in cambio di salari bassi», si legge nel report.

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Profitti miliardari, ma stipendi sempre più bassi per chi lavora con McDonald’s Francia

L’ong, con il supporto degli avvocati Rodolphe Boissau e Anne-Marie Pecoraro, ha esaminato per anni il funzionamento del gigante globale del fast food. I ristoranti gestiti da McDonald’s Francia, 1.485 stando agli ultimi dati pubblicati nel 2020, e nei quali lavorano oltre 75 mila persone, hanno generato tra il 2011 e il 2019 più di 2,3 miliardi di euro di profitti.

Inoltre, come ogni altra azienda sul territorio francese, anche McDonald’s ha avuto diritto a varie tipologie di sussidi con lo scopo di aumentare il mercato occupazionale francese.

Allo stesso tempo, si legge ancora nel report, diversi dipendenti avrebbero recentemente denunciato comportamenti sessisti, molestie sessuali e morali nei luoghi di lavoro, rischi per la salute e la sicurezza del personale, oltre all’imposizione di salari sempre più bassi.

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McDonald’s e il mercato occupazionale francese: la stabilità del lavoro è «un’illusione»

La crescita netta del livello di occupazione creato da McDonald’s Francia è stata minima nel corso degli ultimi otto anni. «Le entrate McDonald sono cresciute di oltre il 27%, quasi il doppio rispetto alla crescita della forza lavoro, del 15%», si legge nel report. Che continua:

«Mentre McDonald’s si vanta della percentuale dei suoi lavoratori con contratti a tempo indeterminato, i tassi di turnover e di dimissioni dell’azienda sono sufficientemente alti da rendere la stabilità del lavoro, normalmente associata ai contratti a tempo indeterminato, solo un’illusione».

Pochi posti di lavoro, ma dividendi record agli azionisti

Secondo i dati divulgati da McDonald’s Francia e ripresi dal report, i posti di lavoro creati sono molti meno rispetto agli impegni dichiarati pubblicamente dalla società. Mentre McDonald’s Francia si è impegnata a creare un totale di 20.000 nuovi posti di lavoro, quelli creati tra il 2011 e il 2019 sarebbero meno di 10.000 in totale, ovvero meno della metà di quelli promessi.

«Piuttosto che aumentare i salari o migliorare le condizioni di lavoro dei suoi dipendenti, queste molteplici misure hanno permesso a McDonald’s di trarre vantaggio dalla diminuzione del costo del lavoro per aumentare i profitti e pagare i dividendi ai suoi azionisti. Nel 2020, il gruppo ha donato loro 3,8 miliardi di dollari in tutto il mondo. McDonald’s Francia restituisce i suoi profitti sotto forma di dividendi alla casa madre negli Stati Uniti, vale a dire 750 milioni di euro nel 2019 e quasi 4 miliardi in dieci anni», osserva Adèle Lepoutre, responsabile della campagna di ReAct e coautrice del report.

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Tutti i vantaggi di McDonald’s Francia: dal Cice alla riduzione Fillon

Il sistema francese ha adottato il meccanismo Credito d’imposta per la competitività e l’occupazione (Cice) nel 2013, con lo scopo di consentire alle aziende di beneficiare di «fondi per migliorare la loro competitività, in particolare attraverso sforzi in investimenti, ricerca, innovazione, formazione e reclutamento». Fin dai suoi esordi, il Cice è stato fortemente criticato soprattutto per la mancanza di impegni concreti richiesti dal governo francese alle aziende che beneficiano del programma.

«Dati i bassi salari pagati da McDonald’s, l’azienda ha beneficiato molto di questo credito d’imposta poiché quasi tutto il personale che lavora nei ristoranti – vale a dire membri del team e manager – soddisfa questo criterio», specifica il report. Lo stipendio netto annuo dei dipendenti di McDonald’s è in media pari a 17.500 euro e l’85% di loro riceve meno di 20.000 euro all’anno, contro il 65% dell’intero settore alberghiero e della ristorazione, secondo quanto riferito nel rapporto.

Secondo i dati esposti nel documento, «i ristoranti McDonald’s avrebbero risparmiato tra i 290 e i 400 milioni di euro in sei anni, una media di 208.000-286.000 euro per ristorante, e McDonald’s France Services SARL avrebbe beneficiato da sola di un credito d’imposta per circa 2,2 milioni di euro complessivi nello stesso periodo».

Questi dati – fanno notare gli autori del report – coinciderebbero inoltre con «un aumento significativo dei profitti medi realizzati dai ristoranti del marchio. Tra il 2012 e il 2018 l’utile medio per ristorante è passato da 165.000 euro nel 2012 (l’anno prima dell’attuazione del Cice) a 200.000 euro nel 2018».

Senza contare che McDonald’s beneficia anche di una riduzione generale dei contributi sociali dei datori di lavoro, nota come “riduzione Fillon”, che nel 2020 è valso all’azienda un ulteriore risparmio di 5.937 euro per qualsiasi salario minimo di 35 ore di lavoro per settimana.

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Profitti ai tempi del Covid

Tra il 2020 e il 2021 McDonald’s è riuscito a beneficiare anche del piano di stimolo predisposto dal governo francese per fronteggiare la pandemia. «Un certo numero di ristoranti McDonald’s è rimasta aperta durante tutta la crisi, nonostante le gravi preoccupazioni per la salute e sicurezza dei lavoratori, tra cui la mancanza di dispositivi di protezione».

Nel report si evidenzia inoltre come i lavoratori di McDonald’s Francia, in numerosi casi, siano stati costretti a lavorare in prima linea durante la pandemia, in condizioni di salute e sicurezza insoddisfacenti e per compensi non adeguati.

La risposta di McDonald’s e la situazione in Usa e Uk

Le accuse contenute nel report sono state energicamente smentite da McDonald’s France in un comunicato pubblicato da Alternatives Economiques, nel quale si contestano molti dei dati riportati dalla ong ReAct, il cui obiettivo sarebbe quello di «destabilizzare e disinformare» il pubblico nei confronti del marchio.

Nel documento si sottolinea come queste recenti azioni dei lavoratori non siano relative solo alla Francia, ma stiano assumendo importanza globale. Ad esempio, negli Stati Uniti circola dal 2013 la campagna “Fight for 15$, che ha già consentito a 22 milioni di lavoratori di beneficiare di aumenti salariali minimi in diversi stati e città.

In aggiunta ai salari, la campagna ha messo in evidenza la cattiva gestione di McDonald’s per quanto riguarda salute e sicurezza del personale. Nel Regno Unito i lavoratori hanno denunciato l’uso, da parte di McDonald, di contratti a zero ore e salari bassi. «Negli ultimi sei anni, i lavoratori di McDonald’s, le federazioni sindacali e le organizzazioni della società civile hanno partecipato a diverse giornate internazionali di mobilitazione, coinvolgendo i lavoratori in più di trenta paesi».

A livello globale, si legge ancora nel report, la multinazionale ha registrato un utile di 1,76 miliardi di dollari nel terzo trimestre del 2020, contro 1,61 miliardi nel terzo trimestre del 2019. Il gruppo prevede di aprire 1.300 nuovi ristoranti in tutto il mondo nel 2021.

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