Armi italiane all’Arabia Saudita: il blocco non basta, passano per il Regno Unito

L’Europarlamento rinnova il divieto di esportare armamenti alla coalizione guidata dall'Arabia Saudita nella guerra in Yemen. L’Italia revoca le licenze per "bombe e missili". Gli Usa congelano le forniture militari a Riad. Ma il Regno Unito riprende le esportazioni di bombe Paveway IV. Le cui componenti sono prodotte anche in Italia

È la quinta risoluzione sullo Yemen. E per la quinta volta il Parlamento europeo denuncia le esportazioni di armi dei Paesi membri verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti chiedendo «un divieto a livello europeo per quanto concerne l’esportazione, la vendita, l’aggiornamento e la manutenzione di qualsiasi forma di equipaggiamento di sicurezza a destinazione dei membri della coalizione, compresi l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, in considerazione delle gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale in materia di diritti umani commesse nello Yemen».

La risoluzione sulla “Situazione umanitaria e politica in Yemen” approvata a Bruxelles lo scorso 11 febbraio ad ampia maggioranza (638 voti a favore su 694 parlamentari presenti, 12 contrari e 44 astenuti) sottolinea che «gli esportatori di armi aventi sede nell’Ue alimentano il conflitto nello Yemen» e «non rispettano vari criteri stabiliti dalla Posizione Comune 2008/944/PESC del Consiglio sulle esportazioni di armi, che è giuridicamente vincolante».

Al riguardo, in una risoluzione approvata lo scorso 11 settembre, l’Europarlamento ricordava che, mediante risoluzioni in plenaria, ha invitato «almeno dieci volte il vicepresidente/Alto rappresentante ad avviare un processo finalizzato ad un embargo dell’Ue sulle armi nei confronti dell’Arabia Saudita, anche per quanto riguarda altri membri della coalizione a guida saudita nello Yemen».

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Bomba Paveway IV – Foto: Defence Imagery (via Wikimedia Commons)

Guerra in Yemen: almeno 133 mila morti e 3,6 milioni di sfollati interni

Nel valutare quella che definisce «la peggior crisi umanitaria nel mondo», il Parlamento europeo  evidenzia che dall’inizio del conflitto armato, nel marzo 2015, «almeno 133.000 persone hanno perso la vita, mentre gli sfollati interni sono 3,6 milioni»: «la maggior parte dei civili è stata uccisa in attacchi aerei guidati dalla coalizione saudita», si legge nella risoluzione.

Richiamando l’ultima relazione del Gruppo di Esperti dell’Onu, del settembre 2020, gli europarlamentari notano che «tutte le parti coinvolte nel conflitto continuano a commettere una serie di violazioni delle norme internazionali in materia di diritti umani e del diritto internazionale umanitario, compresi attacchi che possono costituire crimini di guerra».

Proprio per questo, la Risoluzione «prende atto della decisione di numerosi Stati membri di imporre un divieto di esportazione delle armi verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti» e «invita tutti gli Stati membri a interrompere l’esportazione di armi verso tutti i membri della coalizione a guida saudita», mentre «condanna la fornitura di ingenti quantitativi di armi e componenti al movimento Houthi da parte di individui ed entità iraniani».

Tra i Paesi membri che hanno imposto divieti di esportazione di armi verso la coalizione a guida saudita, l’Europarlamento nomina espressamente la Germania e l’Italia.

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Armi italiane all’Arabia Saudita: revocate le licenze per bombe e missili

Lo scorso 29 gennaio, infatti, il governo italiano ha deciso di revocare le autorizzazioni per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Ne ha dato notizia la Rete italiana pace e disarmo che ha espresso «grande soddisfazione» per la decisione del governo Conte di revocare definitivamente, e non solo di prorogare la sospensione, di forniture relative a ordigni utilizzati nella sanguinosa guerra dello Yemen.

Secondo quanto appreso dalla Rete, «il provvedimento riguarda almeno 6 diverse autorizzazioni già sospese con decisione presa a luglio 2019 (si veda l’articolo Bombe italiane in Yemen: pronti a interrompere forniture all’Arabia Saudita), tra le quali la licenza Mae 45560 decisa verso l’Arabia Saudita nel 2016 durante il Governo Renzi relativa a quasi 20 mila bombe aeree della serie MK per un valore di oltre 411 milioni di euro» prodotte ed esportate dalla Rwm Italia (di cui Osservatorio Diritti aveva dato per primo la notizia nell’articolo Armi italiane ai regimi autoritari).

La revoca decisa dall’esecutivo per questa sola licenza andrà a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni. «Un atto di portata storica – ha commentato Rete pace e disarmo – che avviene per la prima volta nei 30 anni dall’entrata in vigore della legge 185 del 1990 sull’export di armamenti». Una decisione da anni richiesta da un ampio cartello di associazioni della società civile italiana, tra cui, oltre alla Rete, Amnesty International Italia, Comitato Riconversione RWM, Fondazione Finanza Etica, Medici Senza Frontiere, Movimento dei Focolari, Oxfam Italia, Save the Children Italia insieme ai partner internazionali European Center for Constitutional and Human Rights e Mwatana for Human Rights.

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Flash mob a Montecitorio contro le bombe italiane in Yemen – Foto: Giuliano Del Gatto

La mozione del Parlamento italiano contro l’export di armi italiane in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti

L’atto del governo Conte fa seguito alla mozione, promossa dalle parlamentari della commissione Esteri della Camera Yana Chiara Ehm (M5s) e Lia Quartapelle (Pd) e approvata lo scorso 22 dicembre dal Parlamento italiano (qui il Pdf del testo) che impegnava il governo non solo «ad adottare gli atti necessari per revocare le licenze in essere, relative alle esportazioni verso i Paesi dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti di bombe d’aereo e missili, che possono essere utilizzate per colpire la popolazione civile», ma anche a «mantenere la sospensione della concessione di nuove licenze per i medesimi materiali e Paesi» ed a «valutare la possibilità di estendere tale sospensione anche ad altre tipologie di armamenti, sino a quando non vi saranno sviluppi concreti nel processo di pace».

Come evidenziato in precedenti articoli, la decisione del governo italiano riguarda «bombe e missili», ma non altri sistemi di armamento e le armi leggere, le cui esportazioni sono state autorizzate soprattutto dal governo Conte che sarebbero state recentemente esportate (leggi anche Guerra in Yemen: ancora armi italiane ad Arabia Saudita ed Emirati Arabi).

Bombe dall’Italia al Regno Unito: destinazione Arabia Saudita

Non sono state revocate, inoltre, le licenze di esportazione per componenti di bombe Paveway IV, prodotte sempre dalla Rwm Italia a Domusnovas, in Sardegna, che sono inviate nel Regno Unito.

I ricercatori dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) hanno stimato che dal 2013 al 2018 il Regno Unito ha fornito all’Arabia Saudita circa 2.400 bombe Paveway IV all’anno. Forniture che erano state sospese a seguito dell’indagine giudiziaria promossa dalla Campaign Against Arms Trade (Caat).

Nei giorni scorsi la Campagna Caat ha dato notizia che il governo britannico avrebbe ripreso le esportazioni di armamenti all’Arabia Saudita e, tra questi, figurano anche le bombe Paveway IV.

Ho svolto un approfondito esame delle relazioni governative italiane riguardo alle Paveway IV: sebbene le licenze per esportazioni di queste bombe destinate al Regno Unito siano state nel 2019 (ultimo dato disponibile) di un valore inferiore al milione di euro, negli anni tra il 2016 e il 2018 ne erano state rilasciate per almeno 5.000 ordigni del valore di oltre 75 milioni di euro. E un esame dei dati del commercio estero dell’Istat mostra che le esportazioni di queste bombe sono continuate anche durante tutto l’anno scorso.

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Bombe Paveway II – Foto: David Monniaux (via Wikimedia Commons)

Armi italiane in Arabia Saudita: urgente interpellare il nuovo governo

È pertanto necessario che il Parlamento italiano, che ha votato la risoluzione per revocare le forniture all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti di «bombe d’aereo e missili che possono essere utilizzati per colpire la popolazione civile» in Yemen, interpelli il nuovo governo e, nello specifico, l’Autorità nazionale che rilascia le licenze (Uama), per conoscere il destinatario e utilizzatore finale delle bombe Paveway IV prodotte dalla Rwm Italia ed esportate nel Regno Unito.

Sarebbe davvero singolare se, nel momento in cui anche l’amministrazione degli Stati Uniti guidata dal presidente Joe Biden annuncia di aver congelato le forniture all’Arabia Saudita proprio di queste bombe, l’Italia continuasse a inviarle all’azienda britannica Raytheon per rifornire la Royal Saudi Air Force che le utilizza per i bombardamenti in Yemen.

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