Giornata della memoria: non dimenticare per vincere l’antisemitismo

Il 27 gennaio 1945 l’abbattimento dei cancelli del campo di Auschwitz-Birkenau rivelò al mondo l'orrore del genocidio nazi-fascista. Dal 2005, proprio il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria per ricordare le vittime dello sterminio e chi ha rischiato la vita per proteggere i perseguitati

«Ebrei ai forni, sono tornati i nazisti, vi bruceremo tutti». Sono questi gli insulti antisemiti, accompagnati da svastiche e minacce, riservati alla scrittrice e giornalista Lia Tagliacozzo durante la presentazione online del suo ultimo libro.

Solo gli ultimi di una lunga lista di episodi caratterizzati dall’odio razziale, in questo caso contro gli ebrei, che stanno trovando sempre più spazio nella nostra società.

Giornata della memoria, il Rapporto Italia 2020

Secondo il Rapporto Italia 2020, stilato dall’Istituto di ricerca Eurispes, la maggioranza degli italiani, il 61,7%, considera i recenti episodi di antisemitismo come casi isolati, non indicativi di un reale problema. Allo tempo stesso, precisa il report, «il 60,6% ritiene che questi episodi siano la conseguenza di un diffuso linguaggio basato su odio e razzismo. Per meno della metà del campione (47,5%) gli atti di antisemitismo avvenuti anche in Italia sono il segnale di una pericolosa recrudescenza del fenomeno. Per il 37,2%, invece, sono bravate messe in atto per provocazione o per scherzo».

Un dato allarmante è quello che vede il 15,6% degli italiani negare ancora l’esistenza della Shoah e dell’Olocausto, mentre il 16,1% tende a ridimensionarne la portata storica per quanto riguarda il numero di vittime.

Secondo il 23,9% degli intervistati, gli ebrei controllerebbero ancora in modo occulto il potere economico e finanziario e, per il 22,2%, anche i mezzi di informazione mainstream.

Nel corso del 2019, l’Osservatorio antisemitismo della Fondazione Cdec ha registrato 251 episodi di antisemitismo, contro i 197 del 2018 e i 130 del 2017, a cui si aggiungono 2.565 post antisemiti pubblicati online tra Facebook e Twitter (scarica il PDF).

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Memoriale della Shoah di Berlino

Liliana Segre, deportata ad Auschwitz e testimone della Shoah

«La Memoria è un vaccino prezioso contro l’indifferenza». Con queste parole la senatrice a vita, Liliana Segre, ha ricordato l’importanza di non dimenticare il passato per non ripetere gli stessi errori.

Nata a Milano in una famiglia di origine ebraica, all’età di 14 anni Liliana Segre venne deportata dalla stazione centrale di Milano fino al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. È oggi una delle ultime persone superstiti della Shoah e, da quasi un anno, è costretta a vivere sotto scorta a causa delle gravi minacce e degli insulti antisemiti ricevuti.

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Giornata della Memoria, un tema entrato in Italia con 5 anni d’anticipo rispetto all’Onu

L’Italia ha riconosciuto l’importanza di celebrare un Giorno della Memoria cinque anni prima che venisse istituzionalizzata dalle Nazioni Unite. Con la legge del 20 luglio 2000, la Repubblica italiana ha infatti riconosciuto il 27 gennaio come Giorno della Memoria con l’obiettivo di «ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati».

Il Centro per la memoria dell’Olocausto, Yad Vashem, ha inoltre riconosciuto 27.712 persone considerati nel 2020 come i “Giusti tra le nazioni”, 734 dei quali sono cittadini italiani. Questo termine viene usato per indicare persone, di origine non ebraica, che hanno rischiato la propria vita per salvare gli ebrei dallo sterminio nazista.

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Forni crematori ad Auschwitz

Giorno della Memoria: olocausto e shoah

Olocausto e Shoah, due termini dall’origine e dai significati diversi, sono spesso usati per indicare lo sterminio attuato dai nazisti prima e durante la Seconda Guerra mondiale. Con il termine Shoah, parola ebraica che significa “catastrofe”, viene indicata l’uccisione di 6 milioni di ebrei nei campi di concentramento, mentre il termine Olocausto comprende anche tutte le altre vittime dello sterminio nazista, più di 15 milioni in tutto, stando allo studio dell’Holocaust Memorial Museum.

Tra questi, moltissimi civili serbi e polacchi, prigionieri di guerra sovietici, persone con disabilità, Rom, omosessuali, testimoni di Geova e vari dissidenti e oppositori politici.

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Targhe commemorative di vittime della Shoah ad Auschwitz

Giornata della Memoria: perché il 27 gennaio del 1945

Queste uccisioni, portate avanti per anni con metodi scientifici dalla Germania nazista, durarono appunto fino al 27 gennaio del 1945, quando i carri armati dell’Armata Rossa, l’esercito sovietico, fecero irruzione nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, dove trovarono circa 7.000 prigionieri. Quell’irruzione ha mostrato al mondo gli orrori dell’Olocausto e del nazismo, e gli strumenti di tortura e di annientamento utilizzati nei lager, rendendo questo luogo il simbolo della discriminazione e della sofferenza.

Cinquant’anni dopo, il 1° novembre del 2005, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato, durante la 42esima riunione plenaria, la risoluzione 60/7 con la quale si riconosce ufficialmente il 27 gennaio come Giorno della Memoria. Da quel momento, ogni anno delegazioni provenienti da tutto il mondo partecipano alle commemorazioni organizzate ad Auschwitz e negli altri campi di concentramento dell’Europa Centrale.

«In nessun modo si può tornare indietro ed eliminare quella tragedia senza precedenti che l’Olocausto ha rappresentato. Questo deve anzi essere ricordato, con vergogna e orrore, fino a quando duri la memoria umana». Queste le parole del segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, in occasione della commemorazione delle vittime dell’Olocausto il 27 gennaio 2006.

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Campo di concentramento e sterminio di Auschwitz

Antisemitismo in Europa oggi

Su un totale di 6.964 incidenti connessi a crimini d’odio e registrati nel 2019 in Europa, Russia e Asia centrale, almeno 1.704 riguardano l’antisemitismo. Lo rivela il rapporto rapportoDati sui crimini d’odio del 2019” pubblicato dall’Osce, l’organizzazione per la sicurezza e la cooperazione europea, e dall’Odhir, Istituto democratico per i diritti umani.

Questi dati dimostrano come l’antisemitismo sia un problema ancora presente nelle nostre società, tanto che l’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra), ha recentemente pubblicato un Manuale per l’uso pratico della definizione operativa di antisemitismo.

Nel documento si fa riferimento alla definizione di antisemitismo come «una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei». Per l’Ihra sono esempi di odio verso gli ebrei anche le critiche rivolte allo Stato di Israele nell’ambito del conflitto arabo-israeliano.

Ed è proprio quest’ultimo punto ad aver suscitato accese critiche, in particolare da parte del mondo accademico. Secondo quanto riferito nella lettera pubblicata dal The Guardian, e firmata da 122 intellettuali arabi, la definizione dell’Ihra fonderebbe e confonderebbe i concetti di ebraismo e sionismo, presumendo erroneamente che tutti gli ebrei siano anche sionisti. Al momento la definizione proposta dall’Ihra è stata adottata da venticinque Paesi, tra cui Germania, Belgio, Svezia, Regno Unito e Italia.

Giornata della memoria 2021: gli eventi in streaming

Le Nazioni Unite e l’Unesco, hanno organizzato una serie di eventi in streaming, in collaborazione con l’Ihra, per commemorare il 76° anniversario della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Tra gli eventi in programma c’è anche una cerimonia organizzata dalla sede dell’Unesco il 27 gennaio 2021 e una tavola rotonda per discutere e riflettere sulla negazione dell’Olocausto, che sarà trasmessa dalla Cnn.

Tra le principali iniziative sul tema anche la campagna social #WeRemember, l’evento “Affrontare le conseguenze: recupero e ricostituzione dopo l’Olocausto” e la mostra fotografica “Lest we forget”, ideata da Luigi Toscano che riprende i volti di oltre 400 sopravvissuti alle persecuzioni naziste.

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